Cercis: [
Fabaceae] Teofrasto (c. 371-286 a.C.) in
De Historia Plantarum (Περὶ Φυτῶν Ιστορίας) chiama
κερκίς cercis un albero “simile al pioppo per le dimensioni e i rami biancastri”, ma che differisce per la forma della foglia e la corteccia. Caspar Bauhin (1560-1624) identifica nel
Cercis di Teofrasto la pianta comunemente nota come “
albero di Giuda” e la chiama “
Siliqua sylvestris rotundifolia”. Successivamente Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708) istituisce il genere
Siliquastrum in cui inserisce come specie la “
Siliqua sylvestris rotundifolia” di Bauhin. Linneo in Species Plantarum (1753) istituisce il genere
Cercis, con epiteto specifico
siliquastrum, citando come primo riferimento l
’Hortus Cliffortianus (1737) dove riporta come corrispondenti le specie di Tournefort, Bauhin e l’
Arbor judae di Rembert Dodoens (1516-1585). Alla fine Linneo scrive “
Cercis est nomen Theophrasti” e aggiunge subito dopo “ut creditur” (come si ritiene), quasi a voler scaricarsi di ogni responsabilità, a cui “cuce insieme” siliquastrum. Da notare che tre anni prima Linneo in
Philosophia Botanica, dove tra l’altro riporta l’origine di nomi da lui adottati, inserisce
Cercis tra quelli derivanti dalla somiglianza con strumenti, senza citare Teofrasto:
Cercis, spathula, κερκίς . La spatula era un pezzo di legno utilizzato nell’antichità nei telai, prima dell’introduzione del pettine, per compattare la trama, la cui forma, come risulta dai reperti archeologici, meglio si adatta a quella dei legumi del
Cercis siliquastrum, più della spola o della navetta, come comunemente viene interpretato il nome botanico.
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Nota: nel greco antico il termine
cercis assume diversi significati a seconda degli autori, i più comuni sono nell’ambito della tessitura, spola e pettine, e in quello anatomico, radio, stinco e tibia, tutti accomunati da una certa somiglianza di forma
siliquastrum: (
Acacia, Cercis, Prosopis) spregiativo di
siliqua (vedi), epiteto del carrubo: falso carrubo