Hieracium: [
Asteraceae] dal greco
ἱεράκιον hierácion, nome di queste piante in Dioscoride che Gaio Plinio Secondo sostiene che derivi da
ἱέραξ, -ακος hiérax, -acos falco, sparviere, perché questi rapaci se ne cibano per ottenere la loro famosa vista acutissima
tomentosum: da
toméntum peluria: ricoperto da peluria, tomentoso. Epiteto di larghissimo uso (circa 2800 occorrenza, di 600 accettate per le piante, 350 per funghi e licheni), si riferisce spesso al fogliame o alla sua pagina inferiore (
Ceanothus, Tilia), ma anche all’intera pianta (
Galactites, Kalanchoe), a rami e fusti (
Arctostaphylos, Capparis), al calice (
Aristolochia, Congea), ai frutti (
Rhodomyrtus, Vachellia) e per funghi e licheni al carpoforo (
Bovista, Stereocaulon)
gnaphalodes: (
Trichinium, Artemisia, Carduus, Cineraria, Cirsium, Pulicaria, Saussurea, Senecio, Alyssum, Cerastium, Teucrium, Verbascum) da
Gnaphalium (vedi) e dal greco
εἶδος eídos aspetto: simile a un
Gnaphalium