Giorn. Fis., ser. 2 7: 363 (1824)
Asteraceae
Fiordaliso spinoso, Centaurea spinosa
Forma Biologica: Ch frut - Camefite fruticose. Piante perenni con fusti legnosi, ma di modeste dimensioni.
Descrizione: Pianta perenne fruticosa, spinosissima, bianco-tomentosa, a portamento pulvinato, alta fino a 30-50 cm, molto ramificata, con rami legnosi, rigidi ed intricati, quelli giovani bianco-tomentosi.
Foglie pennatosette, completamente trasformate in spine, le inferiori pennato-partite, lunghe 20-25 mm, con lacinie rigide terminanti in una punta spinosa, le superiori irregolarmente pennato-partite, spinescenti, le terminali subsemplici ed allungate, formanti spine raggianti attorno al capolino.
Capolini apicali, ovoidi-oblunghi di 4-5 mm di Ø, solitari o in fascetti di 2-4, in generale superati dalle foglie; involucro con brattee bianco-tomentose con appendice brunastra, mucronata e cigliata all'apice.
Fiori ermafroditi, tubulosi, rosa pallidi o biancastri, purpurei all'apice.
Il frutto è una cipsela (achenio) grigia, sormontata da un breve pappo setoloso, lungo quanto la cipsela.
Numero cromosomico: 2n=18
Tipo corologico: Endem. Sar(-Cor) - Endemica della Sardegna o sardo-corsa
Distribuzione: Specie paleoendemita sarda, localizzata esclusivamente nella Sardegna nord-occidentale in stazioni costiere di estensione molto limitata. Ne fanno parte Nurra (Punta Stintino), le isole Asinara e Tavolara e il Promontorio di Capocaccia, dove le condizioni ambientali e climatiche presentano delle analogie che spiegano la presenza di questa specie singolare.
Specie a rischio. Livello IUCN: VU
Specie protetta a livello nazionale
Habitat: Garighe costiere aride caratterizzate spesso da falesie calcaree con pareti a picco sul mare e spazzate dal vento marino, da 0 a 100 m s.l.m.
Nelle stazioni della Sardegna nord-occidentale è strettamente associata con una fabacea arbustiva: Astragalus terraccianoi Vals., endemismo sardo-corso.
Sistematica e possibili confusioni: Nella flora d'Europa soltanto Centaurea spinosa L. e Carthamus balearicus (J. J. Rodr.) Greuter insieme alla Centaurea horrida Badarò presentano un aspetto simile e formano un gruppo relitto stenomediterraneo. Inoltre è una delle specie incluse nell'Allegato 1 della Convenzione di Berna, relativa alla Conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa di cui fanno parte una ventina di specie italiane.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere dal latino centaureum e -ion (Lucrezio e Virgilio), centaurea, dal greco κενταυρίη (Ippocrate) e κενταύριον, κενταύρειον (Teofrasto) del centauro, così chiamata nella mitologia greca, come riporta Plinio, perché le sue virtù medicinali erano state scoperte da Chirone, il centauro saggio e mite, al contrario degli altri, educatore di dei ed eroi, e primo medico. Nelle leggende greche più antiche i centauri erano cavalieri barbari della Tessaglia, famosi per il coraggio, solo più tardi vennero raffigurati come esseri metà cavallo e metà uomo.
L'epiteto specifico dal lat. 'horridus, -a, -um', irto, ispido, dovuto all'aspetto spinoso della pianta.
Principali Fonti
Conti, F.; Abbate, G.; Alessandrini, A., Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, 2005
Pignatti, S. -Flora d'Italia (vol. III), Edagricole, Bologna, 1982
Tutin T.G. et al., 1964-1980. Flora Europaea, Cambridge University Press
Zangheri, P. -flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Flora di Sardegna
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Anja Michelucci