Normalmente si va in un Parco o in una riserva alla ricerca di specie rare o endemiche. Oggi, invece, sono a caccia di esotiche.
La parte interna del promontorio di Portofino, prima di diventare Parco, è stata a lungo sfruttata come bosco sia per la produzione di legno che di carbone. Le ultime carbonaie risalgono agli anni ‘60!
Ma, cosa che oggi non sarebbe nemmeno immaginabile, negli anni ’50 per il rimboschimento del Monte si decise di utilizzare essenze non locali: querce americane come la Quercia rossa, Cipresso di Lawson, Cryptomeria, Sequoia e vari tipi di Cedri.
E l’itinerario si snoderà dentro il Parco proprio alla ricerca di questi alberi, od almeno di alcuni di essi.
Partiamo, come al solito, da Camogli. E’ la prima vera giornata di primavera e con noi sul treno ci sono frotte di gitanti, quasi tutti sicuramente diretti al Parco. Il primo tratto si svolge lungo l’ombrosa mulattiera che sale a San Rocco. Un ciliegio fiorito cattura per noi tutti i raggi del sole.
Parco di Portofino, Camogli (GE)
Foto di Daniela Longo
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I muretti che costeggiano la “creuxa”, anche senza fiori, sono un tripudio di colori: il verde giallo dei muschi, quello più scuro della Robbia, il porpora dell’Ombelico di Venere, l’arancio delle spore del Polipodio.
Carla
