Lasciate le Cave, andiamo verso Selinunte, che avevamo già visitata, pero’ ci avrebbe fatto piacere passeggiare tra le rovine in quello splendido paesaggio... Ho usato il condizionale, perché non ci siamo andati a causa di uno strano problema con la macchina di noleggio (nuova fiammante!): le porte dopo essere state chiuse e bloccate, ogni volta si aprivano da sole dopo qualche secondo : la macchina ideale per i ladri!
Abbiamo lasciato la parte italiana del gruppo a Selinunte e siamo partiti verso Trapani per cambiare il veicolo.
Ma abbiamo potuto svolgere l’ultima parte del programma : il cretto di Burri ( o cretto di Gibellina), un'opera di land art realizzata da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989, poi completata nel 2015, nel luogo in cui c’era la città vecchia di Gibellina, completamente distrutta dal terremoto del 1968. Ci aveva molto colpiti questo “monumento” la prima volta che l’avevamo visto, un’opera bella, intelligente e sconvolgente.
« Quando andai a visitare il posto, il paese nuovo era stato quasi ultimato ed era pieno di opere. Qui non ci faccio niente di sicuro, dissi subito, andiamo a vedere dove sorgeva il vecchio paese. Era quasi a venti chilometri. Ne rimasi veramente colpito. Mi veniva quasi da piangere e subito mi venne l’idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei così: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di quest’avvenimento. » (Alberto Burri, 1995)
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da AP per non aver fatto foto più pertinenti – chiedo indulgenza e soprattutto un parere!
