Camelina sativa (L.) Crantz - Dorella coltivata

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Camelina sativa (L.) Crantz - Dorella coltivata

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Camelina sativa (L.) Crantz
Stirp. Austr. Fasc. 1: 17 (1762)

Basionimo: Myagrum sativum L. - Sp. Pl.: 641 (1753)
Altri sinonimi: Camelina pilosa (DC.) Vassilcz., Camelina sativa (L.) Crantz V pilosa DC., Camelina sativa (L.) Crantz subsp. pilosa (DC.) N.W. Zinger

Brassicaceae

Dorella coltivata, Camelina coltivata, Deutsch: Leindotter
English: Gold-of-pleasure, false flax
Español: Sésamo bastardo
Français: Caméline cultivée, lin bâtard


Forma Biologica: T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea annua alta 20-50 (100) cm, con fusto eretto per lo più ramoso in alto, glabro o con sparsi peli per lo più stellati.
Foglie basali lineari-spatolate 0,5-1 x 3-7 cm, subintere, glabre o con sparsi peli semplici brevi o peli forcati (per lo più stellati), che scompaiono generalmente alla fioritura.
Foglie cauline alterne, sessili, semiabbraccianti il fusto, lineari-sagittate, acute.
Infiorescenza in racemi allungati, multiflora, con sepali di 3-4 mm, bianchi sul bordo.
Fiori con 4 petali di 4-5 cm, di colore giallo pallido, spatolati.
Peduncolo fruttifero di 1-2 cm.
Il frutto è una siliquetta piriforme, normalmente di 7-9 mm, con valve fortemente convesse, non rigide o legnose e spesso rigonfie al centro. Semi numerosi, di 1-2,5 mm, oblunghi, in due serie.

Tipo corologico: Medit.-Turan. - Zone desertiche e subdesertiche dal bacino mediterraneo all'Asia centrale.

Habitat: Coltivi, incolti e rudereti.

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Sistematica e possibili confusioni: In Italia sono presenti due sottospecie:

Camelina sativa (L.) Crantz subsp. sativa (sopra descritta)
Camelina sativa (L.) Crantz subsp. microcarpa (Andrz. ex DC.) Bonnier
che si distingue dalla subspecie nominale per essere più densamente pubescente, per i petali più pallidi e per la siliquetta generalmente minore e acuminata alla base.

Tassonomia filogenetica

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Etimologia: È opinione diffusa che il nome generico derivi dal greco χαμαι chamai a terra, per terra e da λίνον línon lino, ma senza alcun riferimento documentale. La specie tipo, Camelina sativa (L.) Crantz (1762), diffusa da tempi remoti in Europa e Asia, utilizzata per i suoi semi oleosi simili a quelli del Lino, veniva chiamata con nomi diversi, solo in Francia si usava chiamarla “cameline”, nome che appare per la prima volta nel 1537 nell’opera di Jean Ruell. In greco era chiamata μύαγρος mýagros (caccia mosche), nome ripreso da Linneo per il Myagrum sativum, considerato suo sinonimo. Se c’è accordo sulla vera o presunta etimologia, c’è disaccordo sulla sua interpretazione, secondo alcuni fa riferimento alla sua presenza come infestante nelle coltivazioni del Lino (Linneo annota “habitat in Europa inter linum”) entrando in competizione e riducendone la resa, secondo altri χαμαι chamai va interpretato come basso, nano, con riferimento all’altezza della pianta, e infine come “falso”, quindi falso Lino
Il nome specifico deriva da satum (participio passato di sero seminare, piantare) seminato, piantato: che si semina o pianta, coltivato, domestico.

Proprietà ed utilizzi:
La subspecie sativa è il tipo più diffuso, coltivata in Europa fin dal neolitico per l'olio commestibile e officinale estratto dai semi, diventata assai rara con l'abbandono della coltura.
Recentemente ha riacquistato grande attenzione per la facilità di crescere con poche risorse e in ambienti marginali ma soprattutto per migliorare la diversificazione delle colture.
Ha caratteristiche che rendono molto apprezzata la sua coltivazione da reddito, nella rotazione delle colture, per le molteplici applicazioni del suo prezioso olio ad alto valore nutritivo, utilizzabile anche per mangimi funzionali, biocarburanti e bioplastiche.

Note e Curiosità: Ci sono tracce della coltivazione della Camelina che risalgono all'età del ferro in Danimarca e l'età della pietra in Ungheria. L'olio veniva utilizzato nelle lampade a petrolio, come olio commestibile e come cosmetico ammorbidente per la pelle.
Nicholas Culpeper, medico e botanico del XVII secolo scrisse: “i semi producono abbondante e utile olio, di poco inferiore a quello d'oliva, del tutto adeguato ai fabbisogni”, inoltre consigliava l'uso dei semi per eliminare calcoli renali.

Principali Fonti
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II edizione. Edagricole, Bologna
Selezione del Reader's Digest - Milano 1983
Flora of North America.
Camelina sativa (L.) Crantz
Berzuini, S., Zanetti, F., Alberghini, B., Leon, P., Prieto, J., Herreras Yambanis, Y., et al. (2024). Assessing the productivity potential of camelina (Camelina sativa L. Crantz) in the Mediterranean basin: Results from multi-year and multi-location trials in Europe and Africa. INDUSTRIAL CROPS AND PRODUCTS, 219(1 November 2024), 1-10
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.


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Re: Camelina sativa (L.) Crantz - Dorella coltivata

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