Squilla maritima (L.) Steinh. - Scilla marina

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gio_bucco
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Squilla maritima (L.) Steinh. - Scilla marina

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Squilla maritima (L.) Steinh.
Ann. Sci. Nat., Bot. sér. 2, 6: 279 (1836)

Basionimo: Scilla maritima L. - Sp. Pl.: 308 (1753)
Altri sinonimi: Urginea maritima (L.) Baker, Urginea scilla Steinh., Drimia maritima (L.) Stearn, Charybdis maritima (L.) Speta, Ornithogalum maritimum (L.) Lam., Ornithogalum squilla Ker Gawl., nom. illeg., Stellaris scilla Moench, nom. illeg.

Asparagaceae

Scilla marina, Deutsch: Weisse Meerzwiebel
English: Sea squill
Español: Cebolla albarrana
Français: Scille maritime


Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie.

Descrizione: Pianta erbacea perenne alta da 0,6 a 1,5 m, con grosso bulbo piriforme, diametro da 10 a 15 cm (può raggiungere un peso di 2 Kg), generalmente emergente dal suolo nella parte superiore.
Foglie parallelinervie, glabre, opache, lineari, lanceolate, lunghe 10-35 cm e larghe 2-7 cm, sono disposte in una rosetta basale, verdi in primavera, seccano prima della fioritura e rimangono appressate al suolo, per poi germogliare nuovamente a partire dal tardo autunno.
Fiori scapo fiorale con sfumature violacee, cresce in mezzo alle foglie dritto e cilindrico alla fine dell’estate (inizio autunno), nella parte terminale si forma un denso racemo (pannocchia) con 50-100 fiori con peduncolo lungo 1-2 cm.
I fiori sono composti da un perigonio costituito da 6 tepali biancastri di 6-8 mm con una sottile nervatura centrale rosa (in alcuni casi verde). Le brattee sono lanceolato-lineari (5-8 mm), speronate alla base. Stami 6 con antere verdastre su filamento bianco, carpelli 3 connati in un ovario supero giallo con stilo e stigma trilobo ben evidente.
Frutto è costituito da piccole capsule ovoidi triloculari (cassule), ognuna contiene circa 20-30 semi appiattiti, neri e lucidi (3 x 6-8 mm).

Tipo corologico: W-Medit. - Zone occidentali del Mediterraneo.

Distribuzione: Charybdis maritima (L.) Speta viene indicata solo per Liguria e Toscana (Conti et al., 2005), le precedenti segnalazioni per le regioni del centro-meridionali ed isole sono attualmente attribuite a Charybdis pancration (Steinh.) Speta. In Sardegna è presenta anche Charybdis undulata (Desf.) Speta

Habitat: arene marittime retrodunali (spiagge, garighe, ambienti rocciosi), qualche volta nei campi, nei boschi, sulle pendici delle montagne e in terreni caratterizzati da degradazione della vegetazione sempre in prossimità delle coste.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: Recenti studi cariologici sui cloroplasti, hanno messo in evidenza come i popolamenti del Mediterraneo di Charybdis maritima presentino diversi livelle di plodia: diploidi (2n=20) in Tunisia e sud Italia, tetraploidi (2n=40) in nord-Africa, isole Baleari e Canarie (segnalati casi di ibridi in Italia), esaploidi (2n=60) Penisola Iberica, Marocco e Algeria (Pfosser, Speta, 2004), a conferma di precedenti indagini che hanno accertato anche una distribuzione spiccatamente centro-W-Mediterraneo di questa specie (Boscaiu et al., 2003).

gli aggiornamenti sulla distribuzione geografica di Charybdis maritima e Charybdis pancratium aiutano per un spedita determinazione delle due specie, quest’ultima ha foglie lucide e più larghe e dovrebbe essere solo diploide.

Tassonomia filogenetica

Immagine


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Etimologia: Sia Charybdis sia Scilla, fanno riferimento ai mitici mostri a difesa dello stretto di Messina (Scilla e Cariddi), l’epiteto della specie è un chiaro riferimento all’ambiente di litorale.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie officinale tossica

Costituenti principali: glicosidi bufadienolici: scillarene A e scillarene B; sono presenti inoltre glucoscillarene A (un trigloside), flavonidi, ossalato di calcio e mucillagini.

diuretiche, anticatarrali e cardiotoniche. La droga è costituita dalle squame (catafilli) mediane del bulbo che possono essere sia bianche sia rosse, tagliate in strisce, rispettivamente bianco-giallastre o bruno rossastre. Le squame si presentano traslucide se la droga è stata ben conservata in ambiente secco, l'umidità le rende opache e flessibili e tende a formare masse solide con sviluppo di muffe nella cosiddetta “polvere di Scilla”. La droga ha debole odore, sapore amaro e acre, e va conservata a riparo della luce e rinnovata ogni anno (Leporatti et al., 1997).


L' uso casalingo della pianta è sconsigliato a causa delle sue forti proprietà eccitanti sul cuore e per la sua azione irritante sullo stomaco e vasocostrittrice.

Note e Curiosità: dalle squame rosse si ottengono preparati dall'azione ratticida (anticoagulante). In Sardegna la pianta è considerata magica e per questo viene spesso coltivata negli orti come protezione dal malocchio.
È piantata nelle vicinanze di tombe arabe, per proteggerle, secondo la tradizione. Gli egiziani chiamano la pianta "Ein Sit", il dio che resiste al sole, poiché la pianta fiorisce solo in autunno. I beduini credono che ogni volta che c'è abbondanza di fiori, ci sarà un inverno piovoso.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Boscaiu M., Bacchetta G. & Güemes J., 2003 - Morphological differentiation within the diploid cytotypes of Urginea maritima s.l. (Hyacinthaceae). Bocconea 16(2): 549 – 555.
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di), 2005. An annotated Checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore.
Leporatti M.L., Foddai S., Tomassini L., 1997 – Testo Atlante di Anatomia Vegetale e delle piante Officinali. Piccin, Padova.
Pfosser M.F., Speta F., 2004 – From Scilla to Charybdis – is our voyage safer now? Plant Systematics & Evolution, 246 (3-4): 245-263.
Pignatti S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna.

Siti internet:

Drimia maritima
Kew Gardens


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