Sp. Pl.: 1034 (1753)
Populus italica Du Roi, Populus pyramidalis Rozier
Salicaceae
Pioppo nero, Pioppo cipressino, Pioppo d'Italia, Deutsch: Schwarz-Pappel, Saarbaum
English: Black poplar
Español: Álamo negro
Français: Peuplier noir
Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Albero a portamento eretto variabile (raramente arbusto), non estremamente longevo (90-100 anni), talvolta piramidato o colonnare, alto fino a 30 m e con diametro fino ad 1 m, con fusto di norma diritto, spesso deformato da vistose protuberanze; corteccia grigio-brunastra in individui adulti, talora bianco-grigiastra nella parte superiore del fusto ed in piante giovani, dapprima liscia, in seguito screpolata o profondamente fessurata; chioma allargata (nella forma tipica), molto ramificata in alto; gemme marroni-brunastre vischiose, piccole, glabre; rametti subcilindrici, leggermente angolosi, verdi, a volte un po' rossastri.
Foglie brachiblastali (dei rametti fioriferi) a lamina triangolare-romboidale 5-7 x 4-6 cm, con picciolo di 2-6 cm privo di ghiandole basali, ottuse alla base, con bordo dentellato (non alla base), acute od acuminate all'apice, lisce e glabre, verdi scure lucenti di sopra, verde-giallino e più opache inferiormente, con nervature rilevate; foglie turionali (dei rami di allungamento) con le stesse caratteristiche, però più grandi e solitamente triangolari.
Fiori maschili e femminili su individui separati (specie dioica). Gli amenti maschili, lunghi 4-9 cm x 1 cm, precedenti la fogliazione, hanno fino a 30 stami per fiore, con antere inizialmente rossastre, quindi violette ed infine nere dopo la caduta del polline; i femminili sono più lunghi e gracili, pendenti, verdognoli, senza stilo, con stimmi gialli; entrambi hanno brattee fiorali laciniate.
Frutti in capsule bivalvi glabre e semi molto piccoli provvisti di pappo cotonoso bianco per la disseminazione anemofila.
Tipo corologico: Paleotemp. - Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel Nordafrica.
Distribuzione: Specie paleotemperata, occupa un vasto areale europeo centro-meridionale, asiatico occidentale ed, in parte, africano mediterraneo.
E' comune in tutto il territorio.
Habitat: Presso i fiumi e i laghi, in terreni umidi, freschi e profondi, anche periodicamente inondati, ma non disdegna suoli poveri sabbiosi e ghiaiosi, purché la falda idrica sia raggiungibile dalle radici. Da 0 a 1200 m s.l.m.; lucivago e mediamente termofilo, forma boschi puri di una certa consistenza in Val Padana; è spesso coltivato, soprattutto in filari e all'interno di parchi (cv. pyramidalis, a forma fastigiata), a scopo ornamentale.
Sistematica e possibili confusioni: Mentre alcuni Autori riconoscono al P. nigra a portamento colonnare il rango di entità tassonomica autonoma (P. italica Du Roi, P. pyramidalis Rozier, volg. Pioppo cipressino), PIGNATTI lo considera una cultivar (cv.), per di più selezionata per via vegetativa, data la quasi assenza di individui femminili, rilevando tuttavia che nella zona appenninica umbro-marchigiana il tipico P. nigra a chioma espansa sembra mancare. Alcuni caratteri, oltre al portamento, lo differenziano: fusto spesso policormico, privo di protuberanze, rami più esili ed assurgenti, foglie più piccole ed ovate.
P. deltoides Marshall, introdotto dall'America settentrionale, ha foglie di forma simile, ma di dimensioni molto maggiori (lunghezza 10-18 cm), provviste di ghiandole alla base della lamina; stami da 30 a 60 per fiore.
P. x canadensis Moench pro sp. ha anch'esso 1-2 ghiandole alla base della lamina e rami giovani angolosi, con foglie giovani di color bronzeo-rossastro; ibrido variabilissimo tra il precedente e P. nigra (detto convenzionalmente P. euroamericana) viene estesamente coltivato a sesto regolare e trattato con criteri agronomici (applicando lavorazioni del terreno, concimazioni, trattamenti antiparassitari, potature) in aree a vocazione agraria per produzione legnosa a breve o brevissimo ciclo; i numerosi ibridi, indicati con sigle e cifre (es. I 214), vengono clonati, ossia selezionati per moltiplicazione vegetativa (talee), per mantenere costanti determinati richiesti caratteri bio-morfologici e tecnologici.
Vi sono scarse probabilità di confondere con P. nigra le specie autoctone del medesimo genere, per macroscopiche differenze nella forma e colore della corteccia, ma anche per caratteri meno immediati a prima vista.
Populus alba L. (Pioppo bianco) ha corteccia bianca o grigio-verdastra, piuttosto liscia, con evidenti anellature orizzontali, fino ad età avanzata e rugosa solo in individui vecchi e nella parte bassa del fusto; rami grossi espansi e rametti pelosi biancastri a sezione tonda; chioma ampia; foglie sia turionali (palmato-lobate) sia brachiblastali (orbicolari-ovate) con vistoso denso tomento bianco di sotto e grossolanamente dentate, con picciolo lungo circa metà della lamina; amenti maschili e femminili pelosi e con brattee fiorali dentellate.
Populus tremula L. (Pioppo tremulo) ha corteccia grigio-verdastra, liscia, tardivamente screpolata; rami ascendenti e chioma arrotondata o globosa; foglie turionali ovali-triangolari acute, foglie brachiblastali sub-orbicolari, a bordo dentato, cordate, glabre su entrambe le pagine, con lungo picciolo appiattito in senso ortogonale alla lamina, amenti maschili e femminili peloso-setolosi, con brattee fiorali laciniate.
Populus canescens (Aiton) Sm., raro, da alcuni considerato ibrido P. alba x P. tremula Krause, è molto simile nella corteccia al pioppo bianco, ma ha dimensioni più ridotte ed ha foglie simili a quelle del pioppo tremulo, irregolarmente dentate, non lobate e grigio-fioccose inferiormente, con picciolo compresso; amenti con brattee fiorali laciniate.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere, di origine latina, è stato attribuito dagli antichi romani, probabilmente per designare "arbor populi" = "albero del popolo"; l'attributo specifico è dovuto al colore della corteccia, allo stato adulto ben più scura di quella di altre specie di pioppo.
Proprietà ed utilizzi:

Si può definire la specie capostipite dell'arboricoltura da legno, per le doti di veloce accrescimento intrinseche alla specie ulteriormente esaltate tramite l'ibridazione con specie nordamericane. Il legno di pioppo è leggero, chiaro, elastico e si usa sia per semilavorati (compensati, pannelli truciolari, impiallacciati, paniforti, legnami ricostituiti), sia per pasta da carta e cellulosa; è buon combustibile, ma brucia molto rapidamente. Si utilizza anche per la fabbricazione di fiammiferi, stecchini per gelati ed imballaggi leggeri. In epoca recente impianti di cloni a rapidissimo accrescimento (2-3 anni) servono per produrre biomasse finalizzate ad ottenere materiale legnoso triturato.
Del pioppo nero si usano anche le gemme e la corteccia. Le gemme, di odore balsamico, contengono oli essenziali, salicina, populina, resine e altre sostanze con proprietà antisettiche, balsamiche, anticatarrali, vasocostrittrici. La corteccia essiccata - contenente populina, salicina, sesquiterpeni, alcol salicilico - esercita azione febbrifuga.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Fenaroli L. - Gli alberi d'Italia - 1967 Ed. Martello
Allegri E. - Monti e Boschi - 1956 T.C.I.
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Scheda realizzata da Silvano Radivo