Sp. Pl.: 1002 (1753)
Cupressaceae
Cipresso comune, Deutsch: Italianische Zypresse
English: Italian cypress
Español: Ciprés italiano
Français: Cyprès d'Italie
Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Albero sempreverde, molto longevo, alto fino a 30 m (negli esemplari più vecchi l'altezza può arrivare anche oltre i 50 m), con tronco diritto e robusto e con chioma di forma molto variabile, o conico-piramidale allungata terminante in una punta con rami appressati eretti, spesso ramificato fin dalla base(var. pyramidalis o 'stricta') o espansa con rami patenti o quasi orizzontali (var. horizontalis). Nella varietà horizontalis il tronco è per buona parte libero da rami.
Corteccia grigio-bruna fibrosa di poco spessore e fessurata in senso longitudinale.
Il legno è discolore con duramen (massello) di colore bruno e alburno bianco-giallastro privo di canali resiniferi; sono presenti falsi anelli dovuti al riposo estivo che la specie attua come difesa dalla estrema siccità estiva del clima termomediterraneo in cui questa specie si è evoluta.
Ha un apparato radicale che può approfondirsi notevolmente nelle fessure delle rocce tramite fittoni, ma nei suoli compatti e molto superficiali, le radici si possono diffondere superficialmente anche a notevole distanza.
I giovani ramuli sono disposti in tutte le direzioni, sottili e a sezione da circolare a quasi quadrangolare e non si vedono gemme. Le foglie sono piccole, ridotte a squame subtriangolari (0,5-1 mm), ottuse, di verde grigiastro scuro, muniti di ghiandole resinifere non essudanti sul dorso e disposte in 4 file fittamente embriciate, appressate ai rametti ricoprendoli completamente.
Fiori unisessuali, ma presenti sulla medesima pianta (pianta monoica). I maschili (microsporofilli) molto piccoli (4-8 mm), giallognoli, disposti all'apice dei ramuli e precocemente caduchi sono composti da verticilli di squame portanti gruppi di stami sulla pagina superiore. I femminili (macrosporofilli) più grandi, portati su corti rametti con un breve peduncolo sono formati da poche squame (8-14) con gli ovuli sulla pagina superiore. I fiori femminili dopo l'impollinazione si sviluppano in strobili (o galbuli) subsferici, verdi quando immaturi. Si maturano dopo due anni e diventano grigio-giallastri con squame legnose peltate, irregolarmente poliedriche a forma di scudo con mucrone ottuso. Ogni squama contierne da 5 fino a 20 semi angolosi strettamente alati.
Impollinazione: anemofila.
Numero cromosomico: 2n=22
Tipo corologico: Euri-Medit.-Orient. - Dalla Balcania alla Turchia ed Egitto.
Distribuzione: Originario del Mediterraneo orientale (Creta, Rodi, Cipro, Siria) è stato introdotto in Italia in epoca antichissima, forse già dagli Etruschi o addirittura dai Fenici, ed è attualmente diffuso in tutto l'areale del Mediterraneo dove si trova sia spontaneo che coltivato come pianta ornamentale dei parchi, viali e cimiteri, e spesso viene piantato per contrassegnare i confini di proprietà. Soprattutto in Toscana ed in Umbria il cipresso è molto frequente e concorre in maniera essenziale a determinare l'aspetto del paesaggio insieme all'olivo.
Nella varietà 'horizontalis' l’accrescimento è più veloce che nella varietà sempervirens, maggior resistenza al freddo e produce un legno di qualità molto pregiata, meno nodoso e più regolare, e perciò viene preferito nei rimboschimenti nelle regioni settentrionali.
Esistono forme intermedie che si incontrano in natura. Nei boschi naturali la varietà horizontalis è predominante, ma nella zona del suo probabile indigenato non costituisce boschi puri tranne che nell’isola di Creta dove forma boschetti puri o misti con Acer sempervirens.
Il cipresso è stato gravemente minacciato da una malattia crittogamica, causata da un fungo parassita, Seiridium cardinale (=Coryneum cardinal), che era stata segnalata per la prima volta a Firenze (1952) ed oggi diffusa in tutta l'Italia con particolare densità nelle regioni tirreniche. Ora sono a disposizione vivaistica 4 cloni selezionati per la resistenza a questa malattia; due con portamento fastigiato tipico (Bolgheri e Florentia) e due con portamento a chioma aperta che si vede il tronco fino alla cima, pregiate da legname, (Agrimed e Etruria).
Habitat: Albero termofilo, resistente alla siccità, ma non tollera bene i geli prolungati. Può vegetare dal livello del mare fino a 800 m, secondo la latitudine, e si adatta a substrati diversi anche poco profondi e compatti per cui viene coltivato anche a scopo forestale per consolidare pendii e terreni ripidi e sassosi. Tende a riprodursi spontaneamente.
Sistematica e possibili confusioni: Il genere Cupressus comprende alberi raramente arbusti, diffusi nell’emisfero boreale fra il 45° e 20° parallelo N, nel bacino del Mediterraneo, nell’America nord occidentale, regione himalaiana e Cina occidentale.
I cipressi del nuovo mondo sono recentemente stati trasferiti al genere Hesperocyparis e sono spesso coltivati
per scopi ornamentali nei parchi e per rimboschimento sull'Appennino.
Hesperocyparis macrocarpa (Hartw. ex Gordon) Bartel(=Callitropis macrocarpa (Hartw.) D.P. Little), albero a chioma dapprima piramidale, quindi ombrelliforme, con foglie squamiformi lunghe fino a 2 mm, di color verde chiaro; coni a maturità bruno-lucidi. Originario della California.
Hesperocyparis arizonica (Greene) Bartel(=Callitropis arizonica (Green) D.P. Little), albero a chioma folta formata da corti rami ± orizzontali coperti da una corteccia bruno-rossastra; foglie squamiformi di color verde-scuro con scarse ghiandole resinifere; coni subglobosi (1/2-2 cm Ø) riuniti in gruppi sono di color rosso bruno. Originario dei monti dell'Arizona e del Nuovo Messico.
Hesperocyparis glabra (Sudw.) Bartel(=Callitropis glabra (Sudw.) Carrière), albero con corteccia, dapprima liscia e di colore grigio, fissurandosi si distacca in placche irregolari che arricciandosi cadono lasciando scoperta la parte più interna di colore bruno rossastro; foglie squamiformi glaucescenti con fittissime ghiandole resinifere.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deriva probabilmente da 'Cyprus', nome latino dell'isola di Cipro. La radice della parola potrebbe trovare la sua origine nell'ebraico 'gofer', balsamo, per il contenuto di resine della pianta. Altre fonti lo fanno derivare dalla mitologia greca. Un figlio di Telefo di nome 'Kyparissos' possedeva un cervo come compagno, regalatogli da Apollo, ma lo uccise incidentalmente con un dardo. Ne rimase tanto sconsolato che il dio trasformò il giovane in un cipresso.
L'epiteto specifico dal lat. 'sempervirens', allude alla permanenza delle foglie per tutto l'anno.
Proprietà ed utilizzi:

Dalla distillazione delle foglie, dei rami e dei galbuli si ottiene l' "oleum cupressi", che ha un profumo rinfrescante, canforato-resinoso, assai usato nell'industria farmaceutica e in profumeria. Contiene oli essenziali come fusfurolo, pinene, cadinene, terpenolo, cedrolo e cimolo e viene utilizzato per inalazioni e frizioni nel trattamento di tosse, pertosse, asma bronchiale. Possiede inoltre proprietà antidiarroiche e tossifughe.
Il legno di cipresso è molto duro e compatto, di ottima qualità, inattaccabile dagli insetti (tarli) per cui è molto ricercato per mobili e infissi. Per la sua resistenza all'acqua fin dall'antichità fu utilizzato per costruire imbarcazioni ed intere flotte.
Note e Curiosità: Pianta che ha sempre ispirato i poeti. Per citarne alcuni.
Giovanni Pascoli:
"Stavano neri al lume della luna
gli erti cipressi, guglie di basalto,
quando tra l'ombre svol rapida una
ombra dall'alto:
orma sognata d'un volar di piume,
orma d'un soffio molle di velluto,
che passò l'ombre e scivolò nel lume
pallido e muto:
ed i cipressi sul deserto lido
stavano come un nero colonnato,
rigidi, ognuno con tra i rami un nido
addormentato.
E sopra tanta vita addormentata
dentro i cipressi, in mezzo alla brughiera
sonare, ecco, una stridula risata
di fattucchiera:
una minaccia stridula seguita,
forse, da brevi pigolii sommessi,
dal palpitar di tutta quella vita
dentro i cipressi..."
(Da: "La civetta")
Giosuè Carducci:
"I cipressi che a Bolgheri alti e schietti
van da San Guido in duplice filar,
quasi in corsa giganti giovinetti
mi balzarono incontro e mi guardar..."
(Da: Davanti San Guido)
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Conti, F.; Abbate, G.; Alessandrini, A.; Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005
Pignatti, S. -Flora d'Italia (vol. I), Edagricole, Bologna, 1982
Tutin T.G. et al., 1964-1980. Flora Europaea, Cambridge University Press
Zangheri, P. -flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Boni, U. - Patri, G. -Le erbe medicinali aromatiche cosmetiche (vol. I), Fabbri Editori, Milano, 1979
Lanzara, P. - Pizzetti, M. - Alberi, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 198
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Anja Michelucci e Graziano Propetto