Crataegus laevigata (Poir.) DC. - Biancospino selvatico

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Crataegus laevigata (Poir.) DC. - Biancospino selvatico

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Crataegus laevigata (Poir.) DC.
Prodr. 2: 630 (1825)

Basionimo: Mespilus laevigata Poir. - Encycl. 4(2): 439 (1798)
Altri sinonimi: Crataegus oxyacantha sensu L. [1754], non L. [1753], Crataegus oxyacanthoides Thuill.

Rosaceae

Biancospino selvatico, Deutsch: Zweigriffeliger Weissdorn
English: Midland hawthorn
Español: Espino navarro
Français: Aubépine épineuse


Forma Biologica: P caesp - Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.
P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.

Descrizione: Piccolo albero, più spesso arbusto, con radice fascicolata, chioma globosa o allungata, irregolare dal fogliame deciduo; tronco sinuoso, spesso ramoso sin dalla base; corteccia compatta prima di colore grigio chiaro diviene in seguito bruno-rossastra, rami glabrescenti di colore bruno rossastro con abbondanti spine acute di 6÷15 mm.
Le foglie portate da piccioli scanalati, sono alterne, semplici, ellittiche o obovate, cuneate alla base, con 1÷2 lobi poco profondi per lato, triangolari e regolarmente dentellati; entrambe le pagine sono glabre tranne che lungo la nervatura principale dove sono un pò pelose; alla base sono ornate da stipole fogliacee falcate ghiandolose e dentate.
Infiorescenze in corimbi apicali, eretti, composti da 5÷10 fiori ermafroditi; pedicelli glabri; brattee con margine denticolato, caduche; ricettacolo glabro. Sepali triangolari, glabri, 5, petali bianchi 1,2÷1,5 cm; stami molti, antere rosse; stili 2÷3, molto raramente, solo in qualche fiore, è possibile trovarne 1 oppure 4.
I frutti ( in realtà falsi frutti perché derivano dall'accrescimento del ricettacolo fiorale e non da quello dell'dell'ovario) riuniti in grappoli, sono piccoli pomi ellissoidali, dal Ø di 8÷10 mm, rossi, glabri, coronati all'apice dai residui delle lacinie calicine, che delimitano una piccola area circolare depressa; contengono 2÷3 semi ossei di colore giallo-bruno.

Tipo corologico: Centroeurop. - Europa temperata dalla Francia all'Ucraina.
Subatl. - Europa occidentale e anche piu' ad oriente nelle zone a clima suboceanico.

Habitat: Predilige le temperature miti, ma tollera bene anche il freddo invernale, indifferente al substrato, vegeta ai margini dei boschi di latifoglie, arbusteti, dalla pianura sino a 1.400 m s.l.m.

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Sistematica e possibili confusioni: Distinguere C. laevigata da C. monogyna presenta qualche difficoltà. La conta dei noccioli è poco affidabile, perché il loro numero dipende esclusivamente da quanti degli ovuli presenti sono stati fecondati. Il carattere più sicuro da guardare è il numero di stili, ancora visibili, secchi, all'apice del frutto nel mezzo del calice.

*C. laevigata è specie "acidoclina" nel senso che predilige terreni tendenzialmente acidi o subacidi e meno xerici di C. monogyna, risiede spesso anche all'interno di boschi ombrosi, mentre C. monogyna preferisce terreni di matrice neutra o alcalina e ambienti aperti; tutti e due possono tollerare variazioni stazionali, trovandosi in alcuni casi nelle vicinanze, dando luogo a fenomeni di ibridazione.

Simile è Crataegus monogyna Jacq. - Biancospino comune che si differenzia per le foglie più profondamente lobate e con lobi acuti, per i peduncoli pelosi, per la presenza di un solo stilo e un solo seme nel frutto. Presente in tutto il terriotrio.

In passato C. laevigata era conosciuto con il nome C. oxyacantha , un nome che è stato respinto in quanto di portata incerta.
Nel 1753 Linneo introdusse il nome di C. oxyacantha per le singole specie di cui era a conoscenza, ma ha descritto in modo tale che il nome fu usato per diverse specie, includendo sia C. oxyacantha che C. monogyna generando parecchia confusione. Nel 1775 Nikolaus Joseph Freiherr von Jacquin ha formalmente separato C. monogyna.
Crategus laevigata è stato descritto botanicamente come specie separata nel 1798 da Poiret , con il nome Mespilus laevigata

Tassonomia filogenetica

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Etimologia: Il nome del genere deriva da l greco “Kratos” = forza, in riferimento alla robustezza della pianta e in particolare del legno; l'epiteto specifico dal latino "laevigatus" = liscio.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie commestibile officinale

Costituenti principali: acidi fenolcarbossilici, acidi triterpenici, flavonoidi, catechine, proantocianidine, ammine, glicosidi,
vitamine e minerali.
Ha proprietà antidiarroiche, astringenti, diuretiche, toniche, febbrifughe, ipotensive, sedative, antispasmodiche.
Il Biancospino rappresenta un fitocomplesso molto utile nelle fasi iniziali dell'insufficienza coronarica e nelle cardiopatie associate alla senilità.
Nella medicina popolare, ma non avvolorati da dati sperimentali o clinici, è descritto l'uso come agente spasmolitico nel trattamento dell’asma, della diarrea, dei calcoli vescicali e delle contrazioni uterine e come sedativo per il trattamento dell’insonnia.

Dai frutti si ricava una confettura dal gusto molto delicato. Nel passato i I semi di Biancospino tostati erano utilizzati come surrogato del caffé e la polpa dei frutti essiccata come additivo della farina.
Il legno di colore rosso giallastro, molto compatto e duro può essere impiegato per lavori al tornio.
Per la bellezza dall’arbusto in periodo di fioritura, ed essendo piante robuste ed adattabili a qualsiasi tipo di terreno, alcune specie vengono impiegate come ornamentali.

Note e Curiosità: Presso siti risalenti al Neolitico si sono rinvenuti semi dei frutti del Biancospino, il che fa presumere che fossero utilizzati come alimento.
Nell’antica Grecia e a Roma il Biancospino era considerato una pianta fortemente simbolica, legata alle idee di speranza, matrimonio e fertilità. Le damigelle delle spose greche si ornavano di boccioli di Biancospino e le spose ne tenevano in mano un ramoscello. I romani deponevano le foglie nelle culle dei bambini per allontanare gli spiriti maligni.
In Europa nel Medioevo i frutti venivano utilizzati per fare il vino.
I greci e i romani non ci hanno lasciato testimonianze di un utilizzo medicinale, ma agli inizi del Rinascimento frutti e foglie venivano considerati dei buoni rimedi per problemi digestivi e urinari, in particolare per calcoli renali e della vescica e come diuretici.
In Gran Bretagna i fiori del Biancospino compaiono a maggio e per questo la pianta in inglese è chiamata mayflower fiore di maggio, come la nave che condusse in America i padri pellegrini.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
TUTIN T.G. et al., 1964-1980. Flora Europaea, Cambridge University Press
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
CASTELMAN M., 2001. The New Healting Herbs. Rodale Inc. Emmaus, PA, U.S.A.
BOWN D., 1995. Encyclopaedia of Herbs and their Uses, Dorling Kindersley, London
AGRADI A., REGONDI S., ROTTI G., 2005. Conoscere le piante medicinali. Mediservice, Cologno Monzese (MI). OMS: monografie di piante medicinali
Flora Iberica - Plantas vasculares del la Peninsula Iberica e Islas Baleares
Galleria della Flora delle Regioni Italiane
The International Plant Names Index (IPNI)
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia


Scheda realizzata da Marinella Zepigi - *Nota di Graziano Propetto
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