Apium graveolens L. - Sedano

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Apium graveolens L. - Sedano

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Apium graveolens L.
Sp. Pl.: 264 (1753)


Apiaceae

Sedano comune, Sedano coltivato, Deutsch: Echte Sellerie
English: ‎Wild Celery
Español: Apio
Français: Céleri

Nomi locali: Sellaie, Scelero, Selou (LIG), Seler servai, Seleri (PIE), Sellero, Seleno (LOM), Senelo (VEN), Saerrel, Sellar, Salar (EMR), Appio, Appio dolce, Sesano (TOS), Zellaro (LAZ), Accio (ABR), Sellaro (CAM), Acciu (PUG), Accia, Apialu (SIC), Apiu durci, Sellau (SAR).


Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta erbacea biennale e talvolta perenne, con forte odore aromatico, con radice sottile affusolata in quella spontanea, cilindrico-fusiforme nella varietà coltivata.
Fusto angoloso cilindrico alto 30-60 cm (fino a 1 m) talvolta cavo, prostrato, eretto o ascendente, fistoloso e ramoso.
Foglie lucide, 1-3 pennatosette, con segmenti inciso dentati ovali o rombici, talora del tutto divisi; foglie superiori talvolta ternate opposte.
Fiori ermafroditi, con cinque petali bianchi 0,5 mm, riuniti in ombrelle composte di 6-12 raggi senza involucro e involucretto (brattee e bratteole assenti).
Frutto è un diachenio ovoideo-globoso, appiattito e bruno, con due mericarpi a cinque coste verticali molto visibili ma sottili, uniti da un asse centrale (carpoforo), da cui i mericarpi si separano solo a maturità.

Tipo corologico: Medit. - Mediterraneo.

Distribuzione: coltivato in tutto il territorio, raramente subspontaneo.

Habitat: orti, ruderi e incolti, da 0 a 1500 metri.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: i recenti aggiornamenti nomenclaturali hanno isolato Apium graveolens L. dalle congeneri che assumono il nome di Helosciadium spp., mentre A. leptophyllum è stato riveduto come Cyclospermum l. (Pers.) Sprague ex Britton & P. Wilson.
Numerose le varietà coltivate indicate in The International Plant Names Index (IPNI):
Apium graveolens L. var. bashmensis
Apium graveolens L. var. butronensis
Apium graveolens
L. var. dulce (coltivata, con piccioli fogliari ingrossati, verdi e commestibili)
Apium graveolens L. f. lusitanicum
Apium graveolens L. subsp. rapaceum (con radice ingrossata)

Tassonomia filogenetica

Immagine


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Etimologia: Apium è il nome latino della pianta, dal celtico apon = acqua ad indicare la tendenza della pianta a crescere in luoghi umidi; graveolens = dall’ odore intenso.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie commestibile officinale

Usi popolari: è ben noto l’uso in cucina di gambi e foglie, come verdura da contorno (anche Apium graveolens var. rapaceum, il cosiddetto sedano rapa o sedano di Verona) in diverse preparazioni o come aromatizzante in formaggi e stufati. Si tratta inoltre di una pianta officinale da sempre utilizzata, in infusi e decotti, come diuretico, digestivo e antireumatico. Il decotto di fusti e foglie si utilizzava per pediluvi e impacchi contro i geloni. Le foglie fresche sono applicate su punture d’insetti, piaghe e contusioni; l’infuso dei frutti è carminativo; il decotto della radice diuretico.

Parte utilizzata: la droga è costituita dalla radice e dai frutti. La prima si raccoglie dall’autunno alla primavera da piante al primo anno di vegetazione e, una volta ben pulita viene sezionata in dischetti ed essiccata al sole o in stufa. I frutti si raccolgono in agosto-settembre, lasciando asciugare le ombrelle, per poi procedere alla battitura e successiva setacciatura. Entrambe le parti si conservano in recipienti di vetro o porcellana.

Costituenti principali: Frutti: olio essenziale (costituito da limonene, selinene, terpeni vari); cumarine, flavonoidi. Pianta: olio essenziale, apiina. Radice: olio essenziale, asparagina, colina, tirosina, acidi glicolico e glicerico, acidi feruclico e caffeico, acido p-cumarico, acidi organici, bergaptene.

Attività principali: i frutti sono la parte più attiva per la ricchezza di olio essenziale e svolgono azione aromatizzante, digestiva, carminativa, diuretica ed emmenagoga.

Per uso interno: l’infuso e la tintura delle radici possono stimolare la diuresi (azione depurativa in caso di gotta) e i processi digestivi. L’infuso dei frutti è invece indicato per i gas dello stomaco e dell’intestino e svolge inoltre azione emmenagoga e stimolante della circolazione pelvica, caratteristica questa che ha contribuito ad attribuire alla pianta un’azione afrodisiaca. Da segnalare le proprietà spasmolitiche, sedative e battericide dei frutti. Riguardo l’uso alimentare della pianta è interessante ricordare che il sedano è ricco di fibra, calcio, fosforo, ferro, sodio, potassio e una discreta quantità di vitamine B1, B2, PP,A, ciò a fronte di un basso contenuto calorico.

Per uso esterno: l’uso esterno, come cicatrizzante su piaghe, ulcere e geloni, è da praticare con estrema cautela per il potere foto sensibilizzante delle cumarine.

Tossicità ed effetti secondari: la somministrazione di preparazioni officinali della pianta è da evitare in caso di affezioni renali acute o croniche e in gravidanza.

Note e Curiosità: nel Medioevo si usava il sedano per scacciare la malinconia.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Balelli S., Bellomaria B., 2005 - La Flora Officinale delle Marche. UNICAM Università di Camerino, M.I.U.R., Riserva Naturale Montagna di Torricchio.
Boni U., Prati G., 2011 - Scoprire riconoscere usare le erbe. Fabbri Editore.
Campanini E., 2008 - Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Tecniche Nuove.
Pignatti S., 1982 - Flora d'Italia. Edagricole, Bologna.
Valnet J., 2004 - Cura delle malattie con ortaggi, frutta e cereali. Giunti, Firenze.
The International Plant Names Index (IPNI)
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia


Scheda realizzata da Marina Marrocchi & Giovanni Buccomino (2015)
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