Plantago lanceolata L. - Piantaggine lanciuola

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Plantago lanceolata L. - Piantaggine lanciuola

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Plantago lanceolata L.
Sp. Pl.: 113 (1753)

Plantago maritima Godr.

Plantaginaceae

Piantaggine lanciuola, Piantaggine lanceolata, Piantaggine minore, Piantaggine femmina, Lingua di cane, Cinquenervi, Arnoglossa, Deutsch: Spitzwegerich
English: Ribwort plantain, narrow-leaf plantain
Español, Llantén menor, cinco venas
Français: Plantain lancéolé


Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.

Descrizione: Pianta perenne, erbacea, specie estremamente polimorfa, con breve e grosso rizoma fibroso e con radici fascicolate, altezza 20÷50 cm.
Le foglie in rosetta basale, sono lunghe, diritte, lanceolate, a margine intero o dentato, munite di un breve picciolo, solitamente glabre, ma talora molto pelose. I lembi fogliari sono percorsi da 5 nervature principali parallele, ben marcate.
All'altezza delle foglie basali spuntano scapi fiorali, coperti di peli irti, afilli, con 5 striature longitudinali, terminano con una spiga ovale o conica, formata da numerosissimi di fiori strettamente appressati l'uno all'altro.
I fiori si sviluppano all'altezza delle brattee membranose brune. Il calice è composto di 2 sepali liberi e di 2 saldati, che sono diritti con una nervatura centrale verde. La corolla è tubolare e in forma di imbuto, divisa in lobi lanceolati brunastri. I 4 stami sono dotati di lunghi filetti e di antere prima gialle, poi aranciate, che oltrepassano la corolla biancastra.
L'aspetto più evidente dell'infiorescenza sono in realtà gli stami, lunghi e vibranti, che formano una coroncina che si sposta progressivamente verso l'apice dell'infiorescenza con il progredire della fioritura. Questa peculiarità, come tutto ciò che avviene in natura, non è casuale: gli stami sono lunghi e vibranti perché l'impollinazione è anemogama, avviene cioè tramite il vento.
I frutti sono capsule a deiscenza trasversale, dette pissidi, ovali, minuscole e brune, che contengono 1÷2 semi lucidi con la faccia interna concava.

Tipo corologico: Cosmop. - In tutte le zone del mondo, senza lacune importanti.
Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.

Distribuzione: Presente in tutto il territorio

Habitat: Specie rustica, ubiquitaria, generalmente sinantropica, che si adatta a quasi tutti i climi e i suoli. Presente nei prati e nei pascoli, negli incolti, nelle macerie, nei bordi stradali e negli orti. 0÷2.000 m s.l.m.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: Questo genere cosmopolita annovera circa 270 specie di annuali, biennali e perenni.

Specie simile è Plantago argentea Chaix -Piantaggine argentea, pianta decisamente montana, con radici secondarie ingrossate; foglie pubescenti con peli appressati, quasi vellutate; spiga ovale; sepali posteriori ottusi; lobi della corolla e antere bianco-argentati.

Tassonomia filogenetica

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Etimologia: Il nome della famiglia e del genere, pare sia dato dalla caratteristica forma delle foglie di alcune specie, simili alla pianta del piede; per alcuni deriva dal latino "planta" e "agere" = pianta che fa crescere altre erbe. Il nome specifico si riferisce alla caratteristica forma lanceolata delle foglie.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie commestibile officinale

Costituenti principali: mucillagini, tannini, glicoside aucubina, vitamina C, acido silicico.
Pianta antibatterica, espettorante, emostatica, astringente, oftalmica, lenitiva, lassativa, emolliente.
I semi contengono sino al 30% di mucillagine che gonfiandosi nell'intestino, agisce da lassativo decongestionando le mucose irritate; un glucoside, l'anacubina, che stimola la secrezione di acido urico; sostanze battericide, flavonoidi, tannino, vitamine A C K, pectine.
Se ne fanno infusi, succhi, decotti. Se ingerita in quantità elevata può provocare stitichezza.
Indicata nelle affezioni delle vie respiratorie, nella cura delle affezioni del cavo orale e della gola, nei disturbi gastrici, in caso di punture d'insetti, in caso di congiuntivite, ulcere, ferite e bruciature.
Questa pianta è utilizzata e coltivata dall'industria farmaceutica per preparare sciroppi contro la tosse.
Per uso esterno, l'infusione, ma anche le foglie fresche debitamente triturate, possono essere impiegate per preparare compresse per le piaghe che cicatrizzano con difficoltà.
Il succo può essere impiegato nella preparazione di caramelle efficaci in caso di tosse, fresco è utile se applicato sulle punture delle api.
Gli estratti acquosi hanno proprietà idratanti cutanee, si impiegano in maschere e crema per reidratare le pelli secche e parzialmente disidratate.
I semi della pianta sono molto ricercati dagli uccelli, chi ne ha in gabbia, può dare loro da mangiare le spighe.
Le foglie giovani, possono essere utilizzate in minima quantità in insalata, nella preparazione di zuppe, oppure cotte come gli spinaci.
Dalla pianta si possono ricavare: amido, fibre e coloranti e concianti.
Come foraggio invece, non è di gran profitto in quanto come tutte le piantaggini, seccando, si polverizza.

Note e Curiosità: La Piantaggine che in passato era anche detta "Erba di Marte", faceva parte del gruppo delle cosidette piante "magiche" (insieme a Giusquiamo, Belladonna, Mandragora, ecc.) e considerate in stretto rapporto con l'astrologia. Nel "Volo dei sette Ibis", ad esempio, troviamo la Piantaggine fra le piante magiche dominate dal volo di Marte e perciò legata ai segni dell'Ariete e dello Scorpione.
La pianta, era nel passato, utilizzata da persone appartenenti a questi segni zodiacali che soffrivano di malattie e disturbi negli apparati genitali e proprio allo stretto legame che le veniva attribuito con il pianeta Marte, la si riteneva efficace nella cura delle ferite e nel migliorare la circolazione.
Il suggestivo nome inglese della Plantago,“white man's foot”= piede dell'uomo bianco, allude ai semi della pianta, che sono stati diffusi ovunque in epoca coloniale, trasportati dagli europei nei risvolti dei pantaloni.
P.lanceolata risulta presente sin da quando le foreste cominciarono ad essere ebbattute dai contadini dell'Età della pietra circa 5.000 anni fa. Da analisi compiute sul polline trovato in torbiere e sedimenti lacustri è stato riscontrato come la pianta fiorisse abbondantemente sin da allora.
La Piantaggine può risultare talvolta infestante, infatti la capacità di ricacciare numerosi nuovi getti dalla rosetta basale, le permette di sopravvivere al calpestio del bestiame nei pascoli e alla falciatura dei prati.
Nelle zone in cui si coltivano i meli, è stato osservato che a primavera, P. lanceolata ospita Disaphis plantaginea l'afide grigio del melo, che su questa pianta compie una parte del suo ciclo vitale, per tornare sui meli in autunno.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia.Edagricole, Bologna.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005. An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma
AGRADI A., REGONDI S., ROTTI G., 2005. Conoscere le piante medicinali. Mediservice, Cologno Monzese (MI).
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.


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Plantago lanceolata L.
Venafro (IS), giu 2007
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Plantago lanceolata L.
Plantaginaceae: Planaggine lanciuola
Foce Magra (Sp) Aprile
Foto di Giuliano Salvai


Gli scapi solcati
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Plantago lanceolata L.
Fossone (Ms), 70 m, apr 2011
Foto di Giuliano Salvai
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Aiutate i moderatori: fotografate anche i frutti e i semi,
ciò oltre ad agevolare le determinazioni, contribuisce ad implementare la galleria dei "semi" e altre unità primarie di dispersione”.
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Re: Plantago lanceolata L. - Piantaggine lanciuola

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Plantago lanceolata L.

S. Vincenzo (LI), 4 m, giu 2010
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Radici fascicolate
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Plantago lanceolata L.

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