Verbena officinalis L. - Verbena

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Verbena officinalis L. - Verbena

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Verbena officinalis L.
Sp. Pl.: 20 (1753)


Verbenaceae

Verbena comune, Deutsch: Gewöhnliches Eisenkraut
English: Common vervain
Español: Verbena común, hierba sagrada
Français: Verveine officinale


Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Descrizione: Pianta perenne, erbacea, ascendente, con radice fusiforme; fusti ruvidi, pubescenti sugli spigoli, quadrangolari, legnosi alla base ramificati nella parte superiore. Altezza sino a 15÷100 cm.
Le foglie inferiori sono opposte, oblunghe, si restringono in un corto picciolo. Le mediane sono più grandi, trilobate, con il segmento centrale più sviluppato dei 2 laterali, questi ultimi sono oblunghi lineari e dentati. Le foglie cauline sono sessili, lanceolate, dentate o intere, si riducono progressivamente. Tutte le foglie sono coriacee, di colore grigio-verde, pelose e rugose e hanno nervature sporgenti sulla pagina inferirore.
I fiori lillacini, sono riuniti in sottili spighe terminali lunghe 3÷6 cm all'antesi, 10÷25 cm alla fruttificazione, le spighe si formano all’ascella di piccole brattee lanceolato acuminate. Il calice è tubuloso, glanduloso, diviso in 4÷5 denti. La corolla a 5 lobi leggermenti bilabiati.
Il frutto è un tetrachenio, formato da 4 mericarpi cilindrici, con 4-5 coste longitudinali, ogni loggia contiene un seme.

Tipo corologico: Cosmop. - In tutte le zone del mondo, senza lacune importanti.
Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Paleotemp. - Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel Nordafrica.

Distribuzione: Specie comune, presente in tutto il territorio.

Habitat: Specie sinantropica che cresce nei luoghi incolti, ai margini delle strade e dei sentieri, zone ruderali; 0÷1.200 m s.l.m.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: Simile è Verbena supina L.- Verbena minore, annuale, prostrata, che si differenzia per avere una sola spiga apicale e per avere dimensioni minori; vegeta nelle regioni meridionali, isole comprese.

Tassonomia filogenetica

Immagine


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Etimologia: Il nome del genere parrebbe derivare dal Celtico “ferfaen” parola composta da “fer” = scacciare via e da “faen” = pietra, poiché la pianta era usata per curare problemi della vescica, in particolare i calcoli. Altra supposta origine del nome da “Herba veneris”, per le qualità afrodisiache attribuite alla pianta. Verbena era il nome classico romano per le “ piante d'altare” in generale e, per questa specie in particolare, la usavano per sacrifici, da cui il nome volgare di “Herba Sacra”.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie officinale

Costituenti principali: Glicoside, verbenalina, tannini, adenosina, olio essenziale, acido silicico.

Erba molto amara, aromatica, rinfrescante, diuretica, antinfiammatoria e analgesica: calma i nervi, aumenta la sudorazione e la secrezione lattea, frena le emorragie, migliora il funzionamento di fegato e cistifellea, stimola l'utero. Antinevralgica utile per alleviare i dolori mestruali; emmenagoga, stimola il flusso mestruale se scarso.
In caso di sinusite, si possono effettuare inalazioni respirando direttamente i vapori di un decotto di verbena caldo.
Grazie alle sue proprietà astringenti si può assumere in caso di diarrea o coliche intestinali. Nell'uso interno, essa stimola la produzione di succo gastrico e favorisce gli scambi metabolici.
Tranquillante naturale, utile nell'ansia, nell'insonnia e nella tensione nervosa.
Dal punto di vista chimico la verbena è assai diversa dall'aspirina, ma studi condotti in Germania e in Giappone indicano che l'azione dei 2 rimendi è analoga, in quanto combina un lieve effetto analgesico a proprietà antinfiammatorie.
Questa scoperta conferma il tradizionale uso dell'erba nel trattamento di cefalea, mal di denti, ferite e calcoli renali.
L'infusione costituisce un eccellente gargarismo per le infiammazioni della cavità orale e per le piccole emorragie delle gengive, ottimo rimedio anche per detergere le piccole lesioni e infiammazioni della pelle.
In cosmesi l'infuso può essere per usato come decongestionante per gli occhi.
Un tempo impegata nella medicina popolare oggi è usata solo di rado come diuretico, in caso di disturbi mestruali e per uso esterno nel trattamento di ferite ed eczemi.

Note e Curiosità: Erba che appartiene al gruppo di "erbe magiche" di cui si consigliava la raccolta nella notte di S.Giovanni.
Nella mitologia egiziana cresceva dalle lacrime versate da Iside, la dea della fertilità.
Circa un migliaio d'anni dopo, la Verbena entrò a far parte della mitologia cristiana con il nome di "louzaouenn-ar-groaz" = "erba croce", si riteneva infatti fosse stata impiegata sulle ferite di Cristo crocifisso per fermarne il sangue e da qui la credenza che chi raccoglie questa pianta deve prima benedirla.
Ippocrate la raccomandava per la peste e le febbri.
Il medico di corte dell'imperatore Teodosio il Grande, la prescriveva per i tumori alla gola ( probabilmente il gozzo da ipertiroidismo). In questa prescrizione bizzarra si consigliava di tagliare la radice in 2 parti, legandone una parte alla gola del paziente, ponendo l'altra appesa sul fuoco. Il raggrinzimento dovuto al calore e al fuoco doveva corrispondere al restringimento del tumore.
Non ha un bell'aspetto, ma presso i romani il primo giorno dell'anno, vigeva l'usanza di scambiarsi mazzolini di Verbena in segno di buon auspicio; la tenevano in grade considerazione e la destinarono a cingere il capo degli ambasciatori, a conferma riporto la traduzione di un antico testo latino "Santo chiamasi tutto ciò ch'è protetto e difeso contro l'ingiuria degli uomini.
La parola santo è derivata dalla voce sagem che significa verbena. Le verbene sono certe erbe che i legati del popolo romano portar sogliono per rendere le loro persone inviolabili, come i legati della Grecia portano quelle si chiamano cerycia.
" (Marcianus, lib. 4 Regularum)
I romani diffusero la Verbena in tutta Europa, dove divenne popolare soprattuto presso i druidi dell'Inghilterra precristiana, che la usavano nelle formule magiche, da ui il nome di "erba del mago".
Plinio la riteneva utile per "estrarre sorti e predire l'avvenire".
Per gli antichi greci, la Verbena era in grado di alleviare la pene amorose.
Macinata e racchiusa in piccoli contenitori, era indossata intorno al collo come talismano contro mal di testa, a anche contro morsi di serpente e altri animali velenosi, e come portafortuna in generale.
Nei secoli, le credenze magiche e religiose si confondono e persistono presso molti popoli, i druidi, sacerdoti celtici, lavavano gli altari con infusi di verbena. Per i celti, la verbena era pianta sacra, usata per i sacrifici, durante le cerimonie religiose e come simbolo di pace.
La badessa ed erborista tedesca Hildegard von Bingen prescriveva un decotto di Verbena e vermut per curare”sangue intossicato, mal di denti e essudazioni dal cervello ai denti”.
Tutti concordavano nel ritenere la pianta una panacea contro tutti i mali: nel XVI secolo era utilizzata contro la peste, mal di denti e di cuore, per facilitare il parto ( proprietà poi confermata), le si attribuivano anche proprietà afrodisiache e ebbe un ampio uso medicinale come cicatrizzante e per combattere l'anemia, ai malati di foruncolosi veniva prescritto un curioso trattamento: il soggetto doveva passare la notte fuori casa tenendo una manciata di verbena avvolta in un panno e avvistata una stella cadente si doveva sfregare il panno sui foruncoli.
Nel medioevo le erbe officinali erano spesso chiamate “semplici” e gli erboristi erano detti “semplicisti”. La Verbena era prescritta così frequntemente e per uno spettro così vasto di applicazioni, da esserte definita “la gioia dei semplicisti”
L'erborista Nicholas Culpeper scriveva che “le foglie sbriciolate, oppure unito il succo ad aceto, purificano prodigiosamente la pelle e allontanano la forfora” e affermava che “usata con grasso di maiale, giova alle tumefazioni e al dolore delle parti segrete(genitali)”.
Nelle regioni della Francia settentrionale, veniva definita come "erba della doppia vista" pare favorisse la divinazione, la veggenza ed il sogno.
I coloni introdussero la Verbena europea in America settentrionale, dove la pianta si spontaneizzò con grande rapidità. Durante la Guerra d'indipendenza americana, i medici dell'esercito fecero largo uso della pianta come analgesico, espettorante ed erba vomica.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia.Edagricole, Bologna.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005. An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma.
BOWN. D., 1995 . Encyclopaedia of Herbs and their Uses. Dorling Kindersley, London.
AGRADI A., REGONDI S., ROTTI G., 2005. Conoscere le piante medicinali. Mediservice, Cologno Monzese (MI).
PRIHODA A., 1993. Le piante della salute. Melita, La Spezia.
CASTELMAN M., 2001. The New Healting Herbs. Rodale Inc. Emmaus, PA, U.S.A.
CORPUS JURIS CIVILIS II QUO JUSTINIANI ISTITUTIONES, DIGESTA, SIVE PANDECTAE, CODEX AUTHENTICAE, SEU NOVELLAE COSTITUTIONES ET EDICTA.


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Cesiomaggiore (BL), 500 m, lug 2008
Foto di Aldo De Bastiani

Fusti legnosi alla base
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Gravina (BA), 300 m, gou 2013
Foto di Vito Buono
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Foto di Giancarlo Pasquali - Riccardo Luciano
{F 884}
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