Handb. Angew. Bot. 2: 447 (1835)
Rosmarinus officinalis L., Salvia rosmarinus Schleid., isonym
Lamiaceae
Rosmarino, Osmarino, Usmarino, Smarino, Ramerino, Trasmarino, Deutsch: Rosmarin
English: Rosemary
Español: Romerino
Français: Romarin
Forma Biologica: NP - Nano-Fanerofite. Piante legnose con gemme perennanti poste tra 20 cm e 2 m dal suolo.
P caesp - Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.
Descrizione: Arbusto legnoso perenne sempreverde, ramosissimo con portamento a volte ascendente a volte prostrato, mai veramente eretto, alto fino a 2 metri, con corteccia bruno chiara.
Foglie lineari larghe 2-3 mm e lunghe 15-30 mm, revolute sul bordo, sessili, verde scure e lucide di sopra, bianco tomentose di sotto, opposte lungo i rami ed in fascetti ascellari.
Fiori raccolti in racemi ascellari brevi, generalmente nella parte superiore dei rami, ciascuno con 4-16 fiori. Calice campanulato bilabiato tomentoso di 5-6 mm diviso fino ad un terzo della lunghezza. Corolla azzurro-chiara o lilla, a volte rosea o bianca bilabiata a tubo sporgente, gonfia alla fauce, con labbro superiore dritto formato da due lobi connati e labbro inferiore trifido con lobo centrale più grande e concave e lobi laterali oblunghi e più o meno rivoluti. I due stami superiori sono assenti, i due inferiori sono ascendenti e superanti la corolla. Stilo semplice a stimma bifido.
Frutto schizocarpico con 4 mericarpi (acheni) oblunghi, di color castano chiaro.
Tipo corologico: Steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Distribuzione: Lungo tutte le coste tirreniche e ioniche; sulle coste adriatiche fino al Molise; su tutte le isole; anche sulle rive occidentali del Garda. Coltivato e talvolta subspontaneo su quasi tutto il territorio.
Habitat: Macchie e garighe, preferibilmente su calcare, dal livello del mare fino a 800 metri. E' componente diffuso e caratteristico della macchia bassa mediterranea.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il termine Salvia deriva dal latino "salus" o "salveo" = "star bene - sano" o "salvare" sicuramente per le virtù medicamentose che gli sono state riconosciute fin dall'antichità.
Il nome specifico Rosmarinus deriva il suo nome dalla combinazione dei due termini latini “ros” (rugiada) e “marinus” (del mare), denominazione nata nell'intento di descrivere la delicata tinta bluastra dei fiori, paragonandola all'increspatura delle onde marine.
Proprietà ed utilizzi:

Coltivato negli orti e nei giardini fin dalla più remota antichità, i Greci e i Romani lo bruciavano come incenso e fu sacro ad Afrodite fino a che non venne soppiantato dal mirto. Fu circondato da un alone fantastico e creduto in possesso di poteri magici ed afrodisiaci entrando nei più svariati filtri d'amore e ricette propiziatorie: sono famose l'“Acqua Celeste” di Caterina Sforza e l' “Acqua della Regina d'Ungheria”, un liquore a base di rosmarino ideato da Isabella d'Ungheria. Il rosmarino compare quindi nell'uso comune con il duplice apporto del delicato aroma e della presunta facoltà di allontanare la malasorte, simboleggiando inoltre l'immortalità e la fedeltà coniugale.
Dai litorali mediterranei il Salvia rosmarinus passò nei giardini e nelle giare dei conventi del Medio Evo, in quegli “hortuli” nei quali si coltivavano le 16 piante benefiche che hanno fatto la ricchezza terapeutica dell'Occidente medioevale: 16 piante che, oltre al Rosmarino comprendevano l'Assenzio, il Crescione, il Finocchio, la Malva, il Fienogreco, il Giglio, il Ligustro, la Lunaria selvatica, il Melone, la Menta dalle foglie rotonde, il Pulegio, la Ruta, la Salvia, il Tanaceto e la Santoreggia, tutte piante della flora spontanea italiana.
Vennero individuate varie proprietà terapeutiche e soprattutto i medici arabi lo utilizzarono frequentemente, ben coscienti però che ad alte dosi può provocare spasmi e vertigini. L'imponente serie di applicazioni mediche basata sul Rosmarinus officinalis (stimolante nelle malattie dei nervi e nell'amenorrea, curativo di tumori, diarree croniche, cancrena, prolasso del retto e della vagina), certamente preziose in epoche prive di moderne ed efficaci terapie, risulta oggi ridimensionata.
Attualmente gli si riconoscono proprietà aromatizzanti, aperitive, digestive, antispasmodiche, diuretiche, balsamiche, antisettiche, rubefacenti, stimolanti.
Dal Rosmarino si ottengono un olio essenziale ed estratti utilissimi in profumeria e cosmesi, in liquoreria e in farmacia. Per uso interno il Rosmarino ha proprietà digestive, antispasmodiche e carminative; stimola la diuresi e la sudorazione, regola il ciclo mestruale, fluidifica la secrezione bronchiale, seda le tossi convulse. Per uso esterno è soprattutto un buon antisettico.
L' olio essenziale ha ancora localmente proprietà stimolanti e rubefacenti utili per il trattamento di contusioni, dolori articolari e muscolari, reumatismi e torcicollo.
In cosmesi le lozioni e i bagni deodorano e purificano la pelle, le tinture rivitalizzano il cuoio capelluto, i dentifrici e i colluttori al Rosmarino rinforzano le gengive.
Prosegue invece incontrastato il successo del rosmarino nella cucina, dove insieme alla Salvia, al Timo e all'Alloro fornisce ininterrottamente da secoli il tipico aroma non solo a piatti di carne, pesce e selvaggina, ma anche a dolci semplici e popolari come il castagnaccio.
I fiori del rosmarino, infine, attirano in gran numero le api, che ne producono un miele dalle proprietà e dal sapore eccellente.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
http://dryades.units.it/floritaly/index ... ll&id=4659
Pignatti - Flora d'Italia - Edagricole
Nicolini, Moreschi - Fiori di Liguria - SIAG Genova
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C.(a cura di), 2005 - An annotated checklist of the Italian vascular flora-Palombi Editori
Scheda realizzata da Daniela Longo