Sp. Pl.: 457 (1753)
Tithymalus lathyris (L.) Hill
Euphorbiaceae
Euforbia catapuzia, Deutsch: Kreuzblättrige Wolfsmilch
English: Caper spurge, gopher plant, mole plant
Español: Tártago
Français: Épurge, euphorbe épurge
Forma Biologica: H bienn - Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
Descrizione: pianta biennale alta 20-120 cm con fusto eretto, glauco, vigoroso, pruinoso, densamente foglioso.
Foglie del caule opposte decussate,( solo questa specie) lanceolate lineari, a bordi paralleli a lamina intera, lunghe 5-12 cm, larghe 5-15 mm, sessili, glabre, le superiori cuoriformi alla base.
Infiorescenza molto grande ad ombrella a 2-4 raggi più volte biforcati, con brattee lunghe 3-10 cm triangolari. Il ciazio è formato da un involucro a forma di coppetta che contiene un fiore femminile centrale attorniato da molti fiori maschili e sull'orlo superiore della coppetta presenta 4 ghiandole giallognole a mezzaluna.
Frutti capsule rugose profondamente trisolcate di 12-20 mm con semi rugosi di color marrone-castano. ( i semi di euforbia sono provvisti di una appendice zuccherina detta arillo, di cui si cibano gli insetti che ne sono molto ghiotti, trascinando così il seme lungo il loro percorso, favorendo poi la diffusione della specie.)
Tipo corologico: Cosmop. - In tutte le zone del mondo, senza lacune importanti.
Habitat: Incolti, aree antropizzate, orti e giardini. Specie poco comune come infestante, molto usata come pianta ornamentale o negli orti famigliari quale deterrente contro le talpe. Da 0 a 1000 m.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Euphorbia deriva da Euforbo, famoso medico del re Giuba, mentre il nome della specie sembra di derivazione greca “lathyros” = pisello, forse con allusione alla forma dei frutti
Proprietà ed utilizzi:

Nella medicina popolare si usava il lattice della pianta fresca per eliminare duroni, calli e verruche, sostituendolo al lattice della celidonia o del fico. Veniva anche coltivata negli orti per raccoglierne i semi, dai quali si estraeva un'olio e venivano entrambi usati quale lassativo. Già nel I sec. d.c. l'illustre medico e botanico greco Dioscoride ne raccomandava l'uso. E' stata infatti usata per centinaia di anni quale purgante drastico, tanto energico che oggi non viene più impiegato, poiché estremamente tossico ed irritante. Sono sufficienti 6-7 semi per ottenere un effetto purgativo violento, correndo anche il rischio di emettere feci sanguinolenti e dolorose
Veniva anche impiegata la polvere delle radici, ( erano sufficienti 4 0 5 grammi),che oltre all' effetto purgativo causava un vomito violento.
Il lattice e le foglie fresche venivano impiegate nella cure delle artriti e delle sciatiche, provocando ulcere ed irritazioni cutanee profonde da determinare conseguenze ben più gravi del male curato. L'azione irritante viene oggi attribuita al contenuto di principi attivi dell'euforbone e del forbolesteri.(Roth 1994)
L'uso di questa pianta sia interno, che esterno è sconsigliato. Tutta la pianta è da considerarsi altamente tossica e bandita dall'uso famigliare.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Flora d'Italia di S. Pignatti
An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora - F.Conti, G.Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi
Flora Helvetica di K. Lauber e G.Wagner
Dicotiledoni spontanee ed infestanti di P. Viggiani e R. Angelini
Fiori e Piante Medicinali di Aldo Poletti
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Acta Plantarum - Semi ed altre unità primarie di dispersione
Scheda realizzata da Mirna Medri.