Sp. Pl.: 256 (1753)
Apiaceae
Acicula comune, Pettine di Venere, Deusch: Venuskamm, Nadelkerbel
English: Venus’ comb, shepherd’s needle
Español: Peine de Venus
Français: Peigne de Venus
Forma Biologica: T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale di 15-40 cm di altezza con fusto eretto molto ramificato, con scanalature verticali, corimboso nella parte superiore.
Foglie composte munite di picciolo allungato alla base da una guaina, leggermente barbata, avvolgente il fusto, tripennatosette, a lamina fogliare divisa in lacinie lineari a contorno ovato.
Infiorescenze ad ombrella a 1 -3 raggi, prive di involucro, ombrellette formate da 5-6 fiori , involucretto con brattee generalmente trifide + lunghe dei raggi delle ombrellette.
Corolle bianche con 5 petali di circa 4 mm, quelli centrali fertili, quelli esterni più grandi, sterili, a funzione vessillare. Fiori ermafroditi.
Frutti : acheni lunghi di ca. 1 cm, irsuti sul bordo, prolungati da un rostro di ca. 4-5 cm, terminanti con 2 stili all’apice di 1-2,5 mm. Becco fortemente compresso, lungo 3-4 volte la parte includente il seme.
Impollinazione: entomogama
Tipo corologico: Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
Subcosmop. - In quasi tutte le zone del mondo, ma con lacune importanti: un continente, una zona climatica,...
Habitat: Attualmente cresce maggiormente su terreni disturbati quali: carraie, sentieri, margine di strade, luoghi incolti, dal piano fino a 1200 metri di altitudine, raramente sino a 1900 m s.l.m.
È il tipico esempio di quelle piante che un tempo erano considerate infestanti, comuni nei campi coltivati a cereali di tutta Italia, ma che a seguito dell’uso continuo di diserbanti ed alle sementi sempre più selezionate, sono drasticamente diminuite in questi ultimi decenni, tanto da divenire rare in certe zone. Tra queste piante, una volta così comuni e che stanno scomparendo per lo stesso motivo, citiamo anche l’Agrostemma githago L., il Melampyrum arvense L. e la Legousia speculum-veneris( (L.) Chaix.
Sistematica e possibili confusioni: Oltre alla subspecie nominale, sopra descritta, è presente nel nostro territorio:
Scandix pecten-veneris subsp. brachycarpa (Guss.) Thell., che si distingue per frutto di 1, 5 cm, con becco lungo meno di 2 volte la parte includente il seme; stilo < di 0,5 mm.
Specie congenere è:
Prima subspecie ora specie, Scandix macrorhynca C.A. Mey., si distingue per stilo di 0,4-0,75 mm, becco poco compresso, lungo 2-3 volte la parte includente il seme; involucretto a brattee intere, raramente trifide, lunghe quanto i raggi delle ombrellette e presto caduche.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere Scandix dal greco σκανδιξ scandix cerfoglio, scandice, una pianta citata da Dioscoride
pecten-veneris: da pecten pettine e dal genitivo di Venus, Veneris Venere: pettine di Venere
Proprietà ed utilizzi:

Gambi e foglie delle giovani piante vengono usati nelle insalate miste.
In erboristeria viene impiegata la radice essiccata, ritenuta stimolante dell’appetito e della digestione. Considerata diuretica ed antinfiammatoria, è usata nelle cistiti e gastroenteriti.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
LAUBER K. e WAGNER G., 2001. Flora Helvetica, Berna
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
The International Plant Names Index (IPNI)
Scheda realizzata da Mirna Medri