Sp. Pl.: 719 (1753)
Fabaceae
Vulneraria comune, Deutsch: Echter Wundklee, Tannenklee
English: Common kidneyvetch
Español: Vulneraria
Français: Anthylide vulnéraire
Forma Biologica: H bienn - Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea polimorfa, generalmente perenne o bienne, rizomatosa, i fusti prostrati o ascendenti, pelosi a volte bianchi e lanosi all' estremità. Alta da 5 a 40 cm.
Le foglie basali sono poco numerose e polimorfe, sono divise in 2-3 paia di foglioline, le cauline sono composte, imparipennate, disposte a coppie con elementi oblungo-lineari.
I fiori sono sessili o portati da brevi peduncoli, sono riuniti in capolini terminali circondati da brattee.
Calice ± peloso biancastro o giallastro a volte rosso all'apice, corolla giallo chiaro, giallo intenso, aranciata o rossastra (cfr. le subsp.)
I frutti sono piccoli legumi, gibbosi alla base, contenenti un solo seme ovoide o reniforme.
Tipo corologico: Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
Habitat: Prati aridi, pascoli, scarpate sassose su terreno preferibilmente calcareo, 0÷3000 m slm.
Sistematica e possibili confusioni: Estremamente polimorfa, si incrocia facilmente dando spesso origine ad ibridi. Sono state descritte diverse sottospecie, che presentano caratteri morfologici simili, rendendone difficile la determinazione. Singole popolazioni o gruppi di popolazioni appaiono con caratteri ben distinti, ma sono collegati tra loro da popolazioni intermedie, rendendo utopica ogni distinzione netta.
Probabilmente Anthyllis vulneraria, in condizioni naturali era formata da stirpi, degli ambienti rupestri, ben differenziate e isolate geograficamente dalle aree boschive. L'uomo distruggendo il bosco ha favorito ed esteso l'ambiente adatto alla diffusione e all'ibridazione di queste stirpi.
- Anthyllis vulneraria L. subsp. vulneraria
- Anthyllis vulneraria subsp. alpicola (Brügger) Gutermann: calice con denti ± simili tra loro, foglie cauline superiori, con segmento apicale, molto maggiore dei laterali, stirpi alpine con corolla gialla.
- Anthyllis vulneraria subsp. baldensis (A. Kern. ex Sagorski) Pignatti ex Kerguélen: calice particolarmente rigonfio e grigiastro dopo la fioritura; corolla biancastra o giallo pallida.
- Anthyllis vulneraria subsp. carpatica (Pant.) Nyman: simile alla subsp. alpestris, ma calice con pelosità serica appressata, corolla generalmente giallo più pallido e pianta spesso più robusta.
- Anthyllis vulneraria subsp. maura (Beck) Maire: fusti robusti, fogliosi sino in alto, calice con peli appressati e lucidi, corolla intensamente rossa.
- Anthyllis vulneraria subsp. sampaioana (Rothm.) Vasc.: fusto ascendente, foglie inferiori con 9-13 segmenti più meno uguali tra loro, corolla gialla.
- Anthyllis vulneraria subsp. polyphylla (DC.) Nyman: fusti legonis alla base, ascendenti, irsuti, foglie distribuite egualmente su tutto il fusto, corolla gialla all'apice screziata di bruno-aranciato.
- Anthyllis vulneraria subsp. pulchella (Vis.) Bornm.: foglie cauline inferiori con 1-5 segmenti, l'apicale molto maggiore dei laterali, corolla spesso arrossata.
- Anthyllis vulneraria subsp. rubriflora (DC.) Arcang. : simile alla subsp. maura, ma con fusto in alto nudo o con 1-2 foglie spaziate, calice con peli del tutto appressati di colore rosso intenso, come la corolla.
- Anthyllis vulneraria subsp. valesiaca (Beck) Guyot: simile alla subsp. alpestris, ma con corolla arrossata, spesso minore.
- Anthyllis vulneraria subsp. vulnerarioides (All.) Arcang.: fusti prostrati, foglie cauline con 5-9-11 segmenti poco differenti l'uno dall'altro, corolla roseo-vinosa.
- Anthyllis vulneraria subsp. weldeniana (Rchb.) Cullen: simile alla subsp maura, ma minore, calice con peli del tutto appressati, colorazione rosso intensa sia del calice che della corolla.
- Anthyllis vulneraria subsp. nana (Ten.) Tammaro
- Anthyllis vulneraria subsp. versicolor (Sagorski) Gutermann
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Etimologia: Il nome generico dal greco “anthòs”=”fiore” “iulus”= “peluria” a indicare l'aspetto lanoso, peloso del fiore, mentre il nome specifico deriva dal latino “vulnu”s = “ferita”, per le proprietà cicatrizzanti. Alla somiglianza delle foglie con quelle del genere Triflolium, si deve invece il nome volgare di Trifoglio vulnerario.
Proprietà ed utilizzi:

Costituenti principali: tannino, saponine, mucillagine, sostanze coloranti.
Per uso esterno è utile per lenire le piaghe, gli ascessi, piccole ulcere purulente, eczemi e come disinfettante nelle affezioni del cavo orofaringeo. Nella medicina popolare è talvolta impiegata in tisane lassative.
L'erba fresca schiacciata, può essere impiegata in uso esterno, per lavaggi per malattie cutanee, per ferite e gargarismi in caso di tonsilliti e infiammazioni gengivali.
Note e Curiosità: Nel Medioevo la Vulneraria era fra quelle “erbe miracolose” che si coglievano la notte di S. Giovanni, capace di accelerare la guarigione delle ferite di proteggere dal malocchio sia le persone che il bestiame
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia. Edagricole, Bologna.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005. An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma.
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D., THEURILLAT J.P., 2004. Flora alpina. Ediz. italiana: Zanichelli, Bologna.
TRISKA J. La flora d’Europa. Melita, La Spezia 1990.
AGRADI A., REGONDI S., ROTTI G., 2005. Conoscere le piante medicinali. Mediservice, Cologno Monzese (MI).
IPFI - Index Plantarum Florae Italicae
Scheda realizzata da Marinella Zepigi