Trifolium pratense L. - Trifoglio pratense
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Trifolium pratense L. - Trifoglio pratense
Trifolium pratense L.
Sp. Pl.: 768 (1753)
Trifolium baeticum Boiss., Trifolium sativum (Schreb.) Boenn., Trifolium pratense L. subsp. sativum (Schreb.) Schübl. & G. Martens
Fabaceae
Trifoglio pratense, Trifoglio violetto, Trifoglio rosso, Nome inglese: Red clover, Nome francese: Trèfle rouge, Nome tedesco: Rotklee, Nome spagnolo: Trébol violeta.
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne erbacea, anche se di longevità limitata, la sua durata, in genere, non supera i due anni; rizoma legnoso avvolto da guaine scure, sulle branche laterali sono inseriti numerosi tubercoli della lunghezza di qualche millimetro che sono in grado di fissare l'azoto atmosferico.
Fusti eretti, brevemente striscianti, semplici, altezza 10-60 cm.
Le foglie lungamente picciolate, sono trifogliate, ovali od ellittiche, stipole allungate, con resta terminale, la pagina superiore è caratterizzata da un disegno biancastro a forma di "V".
I fiori in capolini globosi, peduncolati o subsessili, all'ascella delle foglie superiori, rosso chiaro, carminio o lattiginosi.
I frutti sono legumi, detti camare, indeiscenti inclusi nel calice, con pericarpo membranoso ed un unico seme ovoidale, liscio, giallognolo o marrone.
Tipo corologico: Subcosmop. - In quasi tutte le zone del mondo, ma con lacune importanti: un continente, una zona climatica,...
Habitat: Prati, pascoli, incolti, resiste molto bene al freddo e preferisce i terreni argillosi: 0÷2.600 m.
Sistematica e possibili confusioni: Gruppo estremamente polimorfo di cui si riconoscono 3 subspecie:
Trifolium pratense L. subsp. pratense con corolla di colore roseo-violetto, pelosità ridotta o nulla, stipole lanceolate, con resta lunga 1/3 - 1/4 della parte espansa. Capolini generalmente solitari. Comune in quasi tutto il territorio.
Trifolium pratense subsp. nivale Ces. con corolla di colore lattiginoso, soffusa di roseo verso l’apice. Pianta robusta, densamente pelosa, stipole ovate con resta lunga ¼ - 1/6 della parte espansa. Capolini apicali spesso appaiati.
Trifolium pratense subsp. semipurpureum (Strobl) Pignatti con piccoli capolini di colore roseo-violetto. Pianta di dimensioni modeste (5-10 cm) con densa pelosità apressata, stipole ovate con resta lunga ¼ - 1/6 della parte espansa. Capolini sempre singoli.
Specie simile Trifolium medium L., diffusa soprattutto nelle zone centrosettentrionali, si distingue per i fusti a zigzag, per il calice con tubo glabro e per le foglie più strette e a volte prive della macula a “V”.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino “tri” = “tre” e “folium” = “foglia” con riferimento alle foglie ternate, il nome specifico si riferisce all'habitat.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Erba dolciastra, rinfrescante, antispasmodica, espettorante, detergente, diuretica.
Nel corso dei secoli coltivata come erba da foraggio, in particolare fin dall’epoca dei romani che ne apprezzavano anche le virtù terapeutiche. Dioscoride e Galeno, gli attribuivano la proprietà di guarire le ferite causate dal morso di serpenti velenosi.
La pianta in passato fu usata come febbrifugo, tonico, diuretico, stimolante del mestruo, espettorante, antispastica, antinfiammatoria, regolatrice delle secrezioni ghiandolari e antieczematosa.
Utile nella cura di tosse, bronchite, infezioni, purificatore del sangue; in India si impiega per favorire la lattazione delle puerpere e come tonico uterino: favorisce il ristabilimento dell'utero dopo il parto
Il Trifoglio pratense o violetto è senz'altro da tempo una delle leguminose foraggere più diffuse in Europa ed in alcuni paesi del vecchio continente raggiunge estensioni di alcune centinaia di migliaia di ettari.
In Italia, comunque, la coltura pura di questa leguminose da prato è andata progressivamente perdendo di interesse nel corso degli ultimi venti anni.
Consumato come foraggio verde, raramente come fieno, causa la perdita delle foglie che si sbriciolano con l'essicazione, è talmente apprezzato dal bestiame, da essersi meritato il nome di "pane del latte".
Oltre che importante pianta foraggera, il Trifoglio rosso è impiegato nella rotazione agraria per l'arricchimento del suolo infatti i Trifogli presentano, sulle radici, dei piccoli tubercoli,contenenti dei batteri "Rhizobium trifali", in grado di trasformare l'abbondante azoto presente nell'aria, che le piante non assorbono direttamente in ammonio organico, essenziale per la crescita delle stesse. Trifolium pratense è un'importante pianta mellifera, in alcuni luoghi l'unica fonte di nettare e di polline per le api nei mesi estivi, anche se i più affezionato impollinatori sembrano essere i bombi.
Dalla "Flora nettarifera" di Luigi Fossati.
"La fioritura del trifoglio rosso (T. pratense) è malamente frequentata dalle api, per la nota forma della corolla del fiore, troppo lunga in proporzione alla lingua degli insetti. Il trifoglio rosso, a semina primaverile, mostra a tarda estate una pianta ridotta nelle dimensioni; anche il fiore è piccolo ed allora vediamo le api frequentarlo normalmente; nella primavera successiva, quando la pianta presenta il massimo della sua robustezza, anche il fiore è più grande ed allora le api lo trascurano. Si vedono sempre volare su questi fiori bombi e farfalle.”
Viene impiegato anche scopo ornamentale per la composizione di tappeti erbosi, in associazione con altre piante.
Note e Curiosità: Il Trifoglio è sempre stato impiegato come motivo decorativo; nell’arte gotica le sue foglie erano raffigurate come simbolo della trinità.
La tradizione greca e romana assegnavano alla pianta il potere di guarire i morsi di serpenti e scorpioni, da sempre rappresentazioni del demonio.
Venerato dai Druidi, eletto a simbolo della Trinità e della Salvezza nell'iconografia cristiana, in Europa divenne segno di fortuna e prosperità.
Nel giorno di S. Giovanni, in Francia, le giovani fanciulle, erano solite cercare nei fiori di Trifoglio, la conferma dell’amore, come si fa con le margherite.
Negli erbari medievali veniva assegnata alla pianta la virtù terapeutica di sanare le macchie dell'occhio (leucomi) sarebbe bastato porvi sopra una polvere di foglie di trifoglio. Nello spazio di quindici giorni si era sicuri della guarigione, perché, come si può ancora leggere, "probatum est".
Vuole la leggenda, che Patrizio, il primo a portare la parola di Cristo in Irlanda fosse riuscito a illustrare il mistero della Trinità proprio grazie al paragone con il trifoglio. Quando Patrizio venne proclamato santo, s'incominciò a rappresentare il fondatore della Chiesa d’Irlanda con un trifoglio nella mano o ricamato sulle vesti episcopali.
All'epoca della dominazione inglese, Giorgio III, cercando di assicurarsi la collaborazione della nobiltà irlandese, istituì nel 1783, l'Ordine di San Patrizio, nel cui stemma faceva bella mostra il trifoglio. In questo modo, legato alla figura di San Patrizio, il trifoglio s'impose come uno dei simboli dell'Irlanda, tanto che il 17 marzo, festa del santo e della nazione, ancora oggi si possono vedere alcuni irlandesi portare sul vestito, come vuole la tradizione, uno o più mazzetti di trifoglio.
Di non antichissima coltivazione, il trifoglio pratense giunse in Europa probabilmente attraverso la Spagna e, di qui, si estese alla Francia, alla Germania ed ai Paesi Bassi.
Già conosciuto come pianta foraggera, il Trifoglio pratense non fu però mai estesamente coltivato e assurse a pianta di primaria importanza solamente quando, introdotto in Inghilterra verso la metà del 1600, venne inserito nell'avvicendamento in sostituzione del maggese nudo. Le conseguenze di tale accorgimento furono duplici: da un lato esso provocò un sensibile aumento delle disponibilità foraggere e, dall'altro, grazie alla sua capacità azotofissatrice ed al conseguente arricchimento del tenore in azoto del terreno, consentì un incremento di tutta la produzione agraria.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982 – Flora d'Italia. Bologna
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005 – Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
BOWN D., 1995 - RHS Encyclopedia of Herbs Dorling Kindersley Limited. Londra.
http://www.ipni.org/index.html
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Trifolium baeticum Boiss., Trifolium sativum (Schreb.) Boenn., Trifolium pratense L. subsp. sativum (Schreb.) Schübl. & G. Martens
Fabaceae
Trifoglio pratense, Trifoglio violetto, Trifoglio rosso, Nome inglese: Red clover, Nome francese: Trèfle rouge, Nome tedesco: Rotklee, Nome spagnolo: Trébol violeta.
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne erbacea, anche se di longevità limitata, la sua durata, in genere, non supera i due anni; rizoma legnoso avvolto da guaine scure, sulle branche laterali sono inseriti numerosi tubercoli della lunghezza di qualche millimetro che sono in grado di fissare l'azoto atmosferico.
Fusti eretti, brevemente striscianti, semplici, altezza 10-60 cm.
Le foglie lungamente picciolate, sono trifogliate, ovali od ellittiche, stipole allungate, con resta terminale, la pagina superiore è caratterizzata da un disegno biancastro a forma di "V".
I fiori in capolini globosi, peduncolati o subsessili, all'ascella delle foglie superiori, rosso chiaro, carminio o lattiginosi.
I frutti sono legumi, detti camare, indeiscenti inclusi nel calice, con pericarpo membranoso ed un unico seme ovoidale, liscio, giallognolo o marrone.
Tipo corologico: Subcosmop. - In quasi tutte le zone del mondo, ma con lacune importanti: un continente, una zona climatica,...
Habitat: Prati, pascoli, incolti, resiste molto bene al freddo e preferisce i terreni argillosi: 0÷2.600 m.
Sistematica e possibili confusioni: Gruppo estremamente polimorfo di cui si riconoscono 3 subspecie:
Trifolium pratense L. subsp. pratense con corolla di colore roseo-violetto, pelosità ridotta o nulla, stipole lanceolate, con resta lunga 1/3 - 1/4 della parte espansa. Capolini generalmente solitari. Comune in quasi tutto il territorio.
Trifolium pratense subsp. nivale Ces. con corolla di colore lattiginoso, soffusa di roseo verso l’apice. Pianta robusta, densamente pelosa, stipole ovate con resta lunga ¼ - 1/6 della parte espansa. Capolini apicali spesso appaiati.
Trifolium pratense subsp. semipurpureum (Strobl) Pignatti con piccoli capolini di colore roseo-violetto. Pianta di dimensioni modeste (5-10 cm) con densa pelosità apressata, stipole ovate con resta lunga ¼ - 1/6 della parte espansa. Capolini sempre singoli.
Specie simile Trifolium medium L., diffusa soprattutto nelle zone centrosettentrionali, si distingue per i fusti a zigzag, per il calice con tubo glabro e per le foglie più strette e a volte prive della macula a “V”.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino “tri” = “tre” e “folium” = “foglia” con riferimento alle foglie ternate, il nome specifico si riferisce all'habitat.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Erba dolciastra, rinfrescante, antispasmodica, espettorante, detergente, diuretica.
Nel corso dei secoli coltivata come erba da foraggio, in particolare fin dall’epoca dei romani che ne apprezzavano anche le virtù terapeutiche. Dioscoride e Galeno, gli attribuivano la proprietà di guarire le ferite causate dal morso di serpenti velenosi.
La pianta in passato fu usata come febbrifugo, tonico, diuretico, stimolante del mestruo, espettorante, antispastica, antinfiammatoria, regolatrice delle secrezioni ghiandolari e antieczematosa.
Utile nella cura di tosse, bronchite, infezioni, purificatore del sangue; in India si impiega per favorire la lattazione delle puerpere e come tonico uterino: favorisce il ristabilimento dell'utero dopo il parto
Il Trifoglio pratense o violetto è senz'altro da tempo una delle leguminose foraggere più diffuse in Europa ed in alcuni paesi del vecchio continente raggiunge estensioni di alcune centinaia di migliaia di ettari.
In Italia, comunque, la coltura pura di questa leguminose da prato è andata progressivamente perdendo di interesse nel corso degli ultimi venti anni.
Consumato come foraggio verde, raramente come fieno, causa la perdita delle foglie che si sbriciolano con l'essicazione, è talmente apprezzato dal bestiame, da essersi meritato il nome di "pane del latte".
Oltre che importante pianta foraggera, il Trifoglio rosso è impiegato nella rotazione agraria per l'arricchimento del suolo infatti i Trifogli presentano, sulle radici, dei piccoli tubercoli,contenenti dei batteri "Rhizobium trifali", in grado di trasformare l'abbondante azoto presente nell'aria, che le piante non assorbono direttamente in ammonio organico, essenziale per la crescita delle stesse. Trifolium pratense è un'importante pianta mellifera, in alcuni luoghi l'unica fonte di nettare e di polline per le api nei mesi estivi, anche se i più affezionato impollinatori sembrano essere i bombi.
Dalla "Flora nettarifera" di Luigi Fossati.
"La fioritura del trifoglio rosso (T. pratense) è malamente frequentata dalle api, per la nota forma della corolla del fiore, troppo lunga in proporzione alla lingua degli insetti. Il trifoglio rosso, a semina primaverile, mostra a tarda estate una pianta ridotta nelle dimensioni; anche il fiore è piccolo ed allora vediamo le api frequentarlo normalmente; nella primavera successiva, quando la pianta presenta il massimo della sua robustezza, anche il fiore è più grande ed allora le api lo trascurano. Si vedono sempre volare su questi fiori bombi e farfalle.”
Viene impiegato anche scopo ornamentale per la composizione di tappeti erbosi, in associazione con altre piante.
Note e Curiosità: Il Trifoglio è sempre stato impiegato come motivo decorativo; nell’arte gotica le sue foglie erano raffigurate come simbolo della trinità.
La tradizione greca e romana assegnavano alla pianta il potere di guarire i morsi di serpenti e scorpioni, da sempre rappresentazioni del demonio.
Venerato dai Druidi, eletto a simbolo della Trinità e della Salvezza nell'iconografia cristiana, in Europa divenne segno di fortuna e prosperità.
Nel giorno di S. Giovanni, in Francia, le giovani fanciulle, erano solite cercare nei fiori di Trifoglio, la conferma dell’amore, come si fa con le margherite.
Negli erbari medievali veniva assegnata alla pianta la virtù terapeutica di sanare le macchie dell'occhio (leucomi) sarebbe bastato porvi sopra una polvere di foglie di trifoglio. Nello spazio di quindici giorni si era sicuri della guarigione, perché, come si può ancora leggere, "probatum est".
Vuole la leggenda, che Patrizio, il primo a portare la parola di Cristo in Irlanda fosse riuscito a illustrare il mistero della Trinità proprio grazie al paragone con il trifoglio. Quando Patrizio venne proclamato santo, s'incominciò a rappresentare il fondatore della Chiesa d’Irlanda con un trifoglio nella mano o ricamato sulle vesti episcopali.
All'epoca della dominazione inglese, Giorgio III, cercando di assicurarsi la collaborazione della nobiltà irlandese, istituì nel 1783, l'Ordine di San Patrizio, nel cui stemma faceva bella mostra il trifoglio. In questo modo, legato alla figura di San Patrizio, il trifoglio s'impose come uno dei simboli dell'Irlanda, tanto che il 17 marzo, festa del santo e della nazione, ancora oggi si possono vedere alcuni irlandesi portare sul vestito, come vuole la tradizione, uno o più mazzetti di trifoglio.
Di non antichissima coltivazione, il trifoglio pratense giunse in Europa probabilmente attraverso la Spagna e, di qui, si estese alla Francia, alla Germania ed ai Paesi Bassi.
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"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Trifolium pratense L. - Trifoglio pratense
Trifolium pratense subsp. nivale Ces.
Passo Pordoi (BL / TN), 2350 m , ago 2008
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IPFI: la rassegna aggiornata della flora italiana
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama)
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Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama)
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Re: Trifolium pratense L. - Trifoglio pratense
Trifolium pratense L.
Foto di Giorgio Faggi
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Re: Trifolium pratense L. - Trifoglio pratense
Trifolium pratense subsp. semipurpureum (Strobl) Pignatti
Monte Nero degli Zappini Ragalna (CT), lug 2016
Foto di Alfonso La Rosa
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Re: Trifolium pratense L. - Trifoglio pratense
Trifolium pratense L. subsp. pratense
Osnago (LC), 260 m, apr 2015
Foto di Emma Silviana Mauri
Sviluppo
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