Equisetum hyemale L. - Equiseto invernale
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Equisetum hyemale L. - Equiseto invernale
Equisetum hyemale L.
Sp. Pl.: 1062 (1753)
Hippochaete hyemalis (L.) Bruhin
Equisetaceae
Equiseto invernale, Deutsch: Überwinternder Schachtelhalm
English: Rough Horsetail, Dutch Rush
Español: Hierba castañera, Rabo de lagarto
Français: Prêle d'hiver, Jonc hollandais
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pteridofita perenne con rizoma nero, lungamente strisciante.
Fusti omomorfi (fertili e sterili simili), svernanti, verde-scuri, alti fino a 150 cm e di 4-6 mm Ø, eretti, rigidi e robusti, con scanalature (10-30) poco profonde e con cavità centrale di circa 2/3 del diametro.
I fusti sono generalmente semplici, mai ramosi (o poco ramosi nel caso che il fusto sia stato spezzato) e molto ruvidi per l'abbondanza di papille silicee sulle coste, e con internodi spesso rigonfi; guaine corte, cilindriche, lunghe 1-1,5 cm, appressate ai fusti, dapprima verdi, poi biancastre, con 10-25(30)denti precocemente caduchi e con bordi crenulati, cerchiate di nero alla base e all'apice.
Strobili terminali, ovoidi, bruni, lunghi fino a 15 mm, mucronati all'apice e brevemente peduncolati, formati da sporofilli ai quali sono inseriti gli sporangi a forma di piccoli scudi, dove si sviluppano le spore.
Spore sferoidali, aleti, fornite di quattro elateri (o amplessori).
Sporificazione: gennaio÷(aprile) maggio, secondo le latitudini. Spesso si trovano strobili anche dopo la sporificazione, e a volte questi permangono con gli sporangiofori chiusi.
Specie diploide (2n=216)
Tipo corologico: Circumbor. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica.
Habitat: Boschi umidi, luoghi paludosi, sponde di corsi d'acqua, praterie alluvionali, sabbie lacustri da 0 a 2500 m s.l.m.
Specie sciafila e microtermica che vegeta bene nelle depressioni boschive molto ombrose, forma spesso dense colonie.
Sistematica e possibili confusioni: Il genere comprende globalmente una trentina di specie di cui nove presenti in Italia. Gli equiseti formano facilmente degli ibridi quando le varie specie vengono a trovarsi a convivere.
Con Equisetum ramosissimum Desf. forma l'ibrido E. x moorei Newman, spesso confuso con E. hyemale, e con E. variegatum Schleich. ex Weber & D. Mohr forma l'ibrido E. x trachyodon A. Br.
Può essere confuso anche con Equisetum fluviatile L. (=E. limosum Ehrh.) quando esso non presenta ramificazioni. Si distingue principalmente per avere i fusti non svernanti con cavità centrale ampia (4/5 del diametro); guaine verdi con numerosi denti acuti e stretti, persistenti e senza cerchio nero alla base; strobilo ad apice ottuso, non mucronato, lungo fno a 30 mm, spesso parzialmente incluso dentro le guaine.
Specie piuttosto rara che cresce ugualmente in ambienti umidi.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: ll nome del genere deriva dal latino 'equus', cavallo, e 'saeta', seta, col significato di "crine di cavallo" per l'aspetto dei fusti sterili di quasi tutte le specie del genere.
L'epiteto specifico dal lat. 'hiemalis, -is, -e' (<'hiems', inverno), invernale, in riferimento ai fusti persistenti durante l'inverno.
Note e Curiosità: I fusti di questa specie furono un tempo utilizzati per la loro proprietà abrasiva per pulire il legno e il rame.
In Olanda, per il consolidamento delle dighe, si piantarono grandi quantità di equiseto invernale atto a trattenere il terreno con il fitto intreccio di rizomi e radici. Da cui il nome inglese, Dutch Rush, e il francese, Jonc hollandais.
Attenzione: Specie protetta a livello regionale (UMB)
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
Marchetti D.- Le Pteridofite d'Italia -Annali Museo Civico di Rovereto VOl. 19 (2003) - 71-213 2004
Conti, F.; Abbate, G.; Alessandrini, A.; Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005
Jahns, Hans Martin - Felci, Muschi, Licheni d'Europa, franco muzzio editore, Padova, 1992
Mossberg, B.; Stenberg, L. -Den nya nordiska floran, Wahlström & Widstrand, 2006
Pignatti, S. -Flora d'Italia (vol. I), Edagricole, Bologna, 1982
J.-C. Rameau; D. Mansion; G. Dumé; C. Gauberville -Flore forestière française (vol. 1), Institut pour le développement forestier, AgroParis Tech-ENGREF, 2008
Flora Iberica
Soster, M. -Identikit delle felci d'Italia, Valsesia Editrice, 2001
Zangheri, P. -flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
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Fusti omomorfi (fertili e sterili simili), svernanti, verde-scuri, alti fino a 150 cm e di 4-6 mm Ø, eretti, rigidi e robusti, con scanalature (10-30) poco profonde e con cavità centrale di circa 2/3 del diametro.
I fusti sono generalmente semplici, mai ramosi (o poco ramosi nel caso che il fusto sia stato spezzato) e molto ruvidi per l'abbondanza di papille silicee sulle coste, e con internodi spesso rigonfi; guaine corte, cilindriche, lunghe 1-1,5 cm, appressate ai fusti, dapprima verdi, poi biancastre, con 10-25(30)denti precocemente caduchi e con bordi crenulati, cerchiate di nero alla base e all'apice.
Strobili terminali, ovoidi, bruni, lunghi fino a 15 mm, mucronati all'apice e brevemente peduncolati, formati da sporofilli ai quali sono inseriti gli sporangi a forma di piccoli scudi, dove si sviluppano le spore.
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Habitat: Boschi umidi, luoghi paludosi, sponde di corsi d'acqua, praterie alluvionali, sabbie lacustri da 0 a 2500 m s.l.m.
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Sistematica e possibili confusioni: Il genere comprende globalmente una trentina di specie di cui nove presenti in Italia. Gli equiseti formano facilmente degli ibridi quando le varie specie vengono a trovarsi a convivere.
Con Equisetum ramosissimum Desf. forma l'ibrido E. x moorei Newman, spesso confuso con E. hyemale, e con E. variegatum Schleich. ex Weber & D. Mohr forma l'ibrido E. x trachyodon A. Br.
Può essere confuso anche con Equisetum fluviatile L. (=E. limosum Ehrh.) quando esso non presenta ramificazioni. Si distingue principalmente per avere i fusti non svernanti con cavità centrale ampia (4/5 del diametro); guaine verdi con numerosi denti acuti e stretti, persistenti e senza cerchio nero alla base; strobilo ad apice ottuso, non mucronato, lungo fno a 30 mm, spesso parzialmente incluso dentro le guaine.
Specie piuttosto rara che cresce ugualmente in ambienti umidi.
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Note e Curiosità: I fusti di questa specie furono un tempo utilizzati per la loro proprietà abrasiva per pulire il legno e il rame.
In Olanda, per il consolidamento delle dighe, si piantarono grandi quantità di equiseto invernale atto a trattenere il terreno con il fitto intreccio di rizomi e radici. Da cui il nome inglese, Dutch Rush, e il francese, Jonc hollandais.
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Principali Fonti
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Re: Equisetum hyemale L. - Equiseto invernale
Equisetum hyemale L.
Madonna di Campiglio (TN), giu 2002
Foto di Patrizia Ferrari
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Re: Equisetum hyemale L. - Equiseto invernale
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Ciampac (TN), 2000 m, lug 2011
Foto di Giancarlo Pasquali
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Re: Equisetum hyemale L. - Equiseto invernale
Equisetum hyemale L.
Equisetaceae: Equiseto invernale
Val Lavena (BS), 1550 m, set 2012
Foto di Alessandro Federici
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Foto di Alessandro Federici
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marinella
Viviamo e solleviamo onde, ma non siamo quasi mai coscienti della scia che ci lasciamo dietro. (Franco Giordana)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Equisetum hyemale L. - Equiseto invernale
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Castel Cabiaglio (VA), 510 m, nov 2010
Foto di Vincenzo Di Michele
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