Petasites albus (L.) Gaertn. - Farfaraccio bianco
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Petasites albus (L.) Gaertn. - Farfaraccio bianco
Petasites albus (L.) Gaertn.
Fruct. Sem. Pl. 2: 406 (1791)
Basionimo: Tussilago alba L. - Sp. Pl.: 866 (1753)
Asteraceae
Farfaraccio bianco, Deutsch: Weiße Pestwurz
English: White Butterbur
Français: Pétasite blanc
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta perenne, erbacea, con sottile rizoma biancastro, strisciante; fusti eretti a sezione rotonda, cavi, semplici, di colore bianco-verdastro. Queste piante hanno un'altezza normalmente compresa fra 10÷40 cm all'epoca della fioritura, che alla fruttificazione arriva a 80 cm.
Le foglie basali, che compaiono verso la fine della fioritura hanno Ø generalmente compreso fra 10÷20 cm, ma possono arrivare anche a 45 cm; sono lungamente picciolate, arrotondate cordate, pubescenti ragnatelose e con evidenti nervature sulla pagina inferiore, il margine è doppiamente dentato. Il picciolo che è lievemente scanalato, dapprima è tomentoso poi diviene glabro. Le foglie cauline sono sessili e abbraccianti il caule, lanceolate, di dimensioni minori, verso l'infiorescenza divengono pallide brattee verde-giallastre.
I capolini di colore bianco giallastro, sono peduncolati; nelle piante femminili sono riuniti in larghe infiorescenze a pannocchia, mentre nelle piante maschili, che presentano capolini meno numerosi, sono riuniti in infiorescenze racemose; tutte le infiorescenze sono terminali. I capolini hanno involucro verde-giallognolo, campanulato, composto da 12÷15 squame lineari, disuguali, la superficie è solcata con 1÷5 nervi, il bordo è scarioso. La corolla di tutti i fiori è tubulare a 5 denti, i fiori ligulati sono assenti; solo quelli femminili in posizione radiale hanno la corolla lievemente ligulata. Gli stami sono 5 con filamenti liberi; le antere sono saldate fra loro e circondano lo stilo; gli stimmi sono filiformi, pubescenti, allungati e ben sporgenti dal tubo corollino.
I frutti sono acheni subcilindrici di 2-3 mm, scabri, con pappo a setole biancastre.
Tipo corologico: Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Orof. Eurasiat. - Orofita dei rilievi montani dell'Europa e dell'Asia
Habitat: Specie nitrofila, comune nei boschi umidi, radure boschive, scarpate, vellecole umide e fresche; 400÷2000 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Specie congeneri presenti nel nostro territorio:
Petasites hybridus (L.) G. Gaertn., B. Mey. & Scherb. subsp. hybridus. - Farfaraccio maggiore, che si distingue per dimensioni maggiori della pianta; fusto rosso-bruno; fiori rosati; foglie ovato-cordate con una insenatura all'inserto del picciolo; fiori tubulosi rossastri; la pianta emana un odore fetido che ricorda quello delle cimici.
Petasites paradoxus (Retz.) Baumg. - Farfaraccio niveo, che si distingue per fusto rosso-bruno; squame dello scapo arrossate; fiori rosati riuniti in l'infiorescenza lassa; foglie di forma triangolare.
Petasites fragrans (Vill.) C. Presl - Farfaraccio vaniglione, che si distingue per fusto rosso-bruno; capolini formati da pochi fiori rosati riuniti in infiorescenza contratta, fiori periferici ligulati; foglie di forma rotondeggiante.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico deriva dal greco "petàsos" = cappello a grandi falde, indica la forma delle foglie; il nome specifico deriva dal latino "albus" = bianco per il colore dei fiori.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Costituenti principali:
petasina, olio essenziale, mucillagini, tannini.
Ha proprietà emmenagoghe, vulnerarie, sedative, bechiche.
Le foglie vengono usate in infuso per calmare la tosse. Le foglie fresche, contuse si possono applicare fra 2 garze sulle ulcere o sugli ascessi per risolverli rapidamente
Il rizoma triturato e applicato sviluppa azione detergente e cicatrizzante.
I piccioli carnosi sono utilizzati in cucina come una specie di asparagi.
Un tempo il burro veniva conservato avvolto nelle sue foglie.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia.Edagricole, Bologna.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005. An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma.
TRISKA J. La flora d'Europa. Melita, La Spezia 1990
PROSSER F., BERTOLLI A. & FESTI F. 2009. Flora illustrata del Monte Baldo . Museo Civico di Rovereto.
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D., THEURILLAT J.P., 2004. Flora alpina. Ediz. italiana: Bologna, Zanichellihttp://www.actaplantarum.org/flora/flora.php
Scheda realizzata da: Marinella Zepigi
Fruct. Sem. Pl. 2: 406 (1791)
Basionimo: Tussilago alba L. - Sp. Pl.: 866 (1753)
Asteraceae
Farfaraccio bianco, Deutsch: Weiße Pestwurz
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Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pianta perenne, erbacea, con sottile rizoma biancastro, strisciante; fusti eretti a sezione rotonda, cavi, semplici, di colore bianco-verdastro. Queste piante hanno un'altezza normalmente compresa fra 10÷40 cm all'epoca della fioritura, che alla fruttificazione arriva a 80 cm.
Le foglie basali, che compaiono verso la fine della fioritura hanno Ø generalmente compreso fra 10÷20 cm, ma possono arrivare anche a 45 cm; sono lungamente picciolate, arrotondate cordate, pubescenti ragnatelose e con evidenti nervature sulla pagina inferiore, il margine è doppiamente dentato. Il picciolo che è lievemente scanalato, dapprima è tomentoso poi diviene glabro. Le foglie cauline sono sessili e abbraccianti il caule, lanceolate, di dimensioni minori, verso l'infiorescenza divengono pallide brattee verde-giallastre.
I capolini di colore bianco giallastro, sono peduncolati; nelle piante femminili sono riuniti in larghe infiorescenze a pannocchia, mentre nelle piante maschili, che presentano capolini meno numerosi, sono riuniti in infiorescenze racemose; tutte le infiorescenze sono terminali. I capolini hanno involucro verde-giallognolo, campanulato, composto da 12÷15 squame lineari, disuguali, la superficie è solcata con 1÷5 nervi, il bordo è scarioso. La corolla di tutti i fiori è tubulare a 5 denti, i fiori ligulati sono assenti; solo quelli femminili in posizione radiale hanno la corolla lievemente ligulata. Gli stami sono 5 con filamenti liberi; le antere sono saldate fra loro e circondano lo stilo; gli stimmi sono filiformi, pubescenti, allungati e ben sporgenti dal tubo corollino.
I frutti sono acheni subcilindrici di 2-3 mm, scabri, con pappo a setole biancastre.
Tipo corologico: Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Orof. Eurasiat. - Orofita dei rilievi montani dell'Europa e dell'Asia
Habitat: Specie nitrofila, comune nei boschi umidi, radure boschive, scarpate, vellecole umide e fresche; 400÷2000 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Specie congeneri presenti nel nostro territorio:
Petasites hybridus (L.) G. Gaertn., B. Mey. & Scherb. subsp. hybridus. - Farfaraccio maggiore, che si distingue per dimensioni maggiori della pianta; fusto rosso-bruno; fiori rosati; foglie ovato-cordate con una insenatura all'inserto del picciolo; fiori tubulosi rossastri; la pianta emana un odore fetido che ricorda quello delle cimici.
Petasites paradoxus (Retz.) Baumg. - Farfaraccio niveo, che si distingue per fusto rosso-bruno; squame dello scapo arrossate; fiori rosati riuniti in l'infiorescenza lassa; foglie di forma triangolare.
Petasites fragrans (Vill.) C. Presl - Farfaraccio vaniglione, che si distingue per fusto rosso-bruno; capolini formati da pochi fiori rosati riuniti in infiorescenza contratta, fiori periferici ligulati; foglie di forma rotondeggiante.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome generico deriva dal greco "petàsos" = cappello a grandi falde, indica la forma delle foglie; il nome specifico deriva dal latino "albus" = bianco per il colore dei fiori.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Costituenti principali:
petasina, olio essenziale, mucillagini, tannini.
Ha proprietà emmenagoghe, vulnerarie, sedative, bechiche.
Le foglie vengono usate in infuso per calmare la tosse. Le foglie fresche, contuse si possono applicare fra 2 garze sulle ulcere o sugli ascessi per risolverli rapidamente
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Un tempo il burro veniva conservato avvolto nelle sue foglie.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia.Edagricole, Bologna.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005. An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma.
TRISKA J. La flora d'Europa. Melita, La Spezia 1990
PROSSER F., BERTOLLI A. & FESTI F. 2009. Flora illustrata del Monte Baldo . Museo Civico di Rovereto.
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D., THEURILLAT J.P., 2004. Flora alpina. Ediz. italiana: Bologna, Zanichellihttp://www.actaplantarum.org/flora/flora.php
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"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Passo del Fajallo (GE), mar 2008
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