in Vorles. Churpfälz. Phys.-Okon. Ges. 2: 363 (1787)
Cytisus laburnum L., Laburnum vulgare Bercht. & J. Presl
Fabaceae
Maggiociondolo comune, Laburno, Cantamaggio, Deutsch: Gemeiner Goldregen
English: Common laburnum, golden rain
Español: Lluvia de oro, falso ébano
Français: Cytise faux ébénier, Cytise aubour
Forma Biologica: P caesp - Fanerofite cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso.
P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Arbusto o piccolo albero, 5÷10 m di altezza, con chioma irregolare e dal portamento espanso tendenzialmente in verticale, con fogliame deciduo; tronco eretto con rami ascendenti con corteccia verde-marrone, liscia, i rami giovani sono penduli, tomentosi, di colore grigio-verde-argentato, biancastri all'estremità, mentre quelli vecchi sono brunastri.
Le gemme sono alterne, disposte a spirale, ricoperte di scaglie argentee.
Le foglie sono lungamente picciolate, lunghe sino a 6 cm, alterne, trifogliate, ellittiche, a margine intero, la pagina superiore è glabra, quella inferiore è pelosa e verde-argentata.
I fiori ermafroditi e simmetrici, sono riuniti in racemi penduli, lunghi sino a 25 cm, hanno calice campanulato verde con 5 denti, la corolla giallo-oro ha il petalo superiore di dimensioni maggiori screziato di colore rosso-brunastro; ampio vessillo smarginato e carena fortemente curvata-rostrata, 10 stami con antere arancio; il pistillo bianco e tomentoso.
I frutti sono legumi piatti, pubescenti, deiscenti che contengono molti semi bruni e velenosi.
Tipo corologico: S-Europ. - Europa meridionale.
Habitat: Boschi di latifoglie particolarmente nelle formazioni a roverella, rovere, farnia, cerrro; specie eliofila che predilige i terreni calcarei; 0÷800 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Sottospecie presenti in Italia:
Laburnum anagyroides subsp. alschingeri (Vis.) Hayek , che si distingue per denti inferiori del calice + allungati dei superiori. Presente in FVG.
Laburnum anagyroides Medik. subsp. anagyroides.
Specie simile è Laburnun alpinum (Mill.) Bercht. & J. Presl - Maggiociondolo alpino, che si distingue per ramuli glabri o sparsamente pelosi; foglie glabre di dimensioni minori con apice acuto: fiori con vessillo di colore uniforme, in racemi molto lassi lunghi sino a 40÷45 cm; legumi glabri che presentano la sutura dorsale espansa in un'ala. Presente ad un dislivello altitudinale superiore rispetto a L. anagyroides.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere "labúrnum" = sorta di citiso; il nome specifico da "Anagyris" carrubazzo (Anagyris foetida), un genere delle fabacee e dal greco “εἷδος eidos” aspetto: simile al carrubazzo.
Proprietà ed utilizzi:

Specie tossica di cui si sconsiglia l'uso per automedicazione. La presenza di citisina, un alcaloide tossico che provoca convulsioni dei centri vasomotori e respiratori, può causare gravi avvelenamenti, con esiti anche mortali. I semi in particolare, sono velenosissimi, ma in realtà tutta la pianta è tossica.
La medicina popolare un tempo si serviva di questa pianta, per la cura delle malattie nervose, contro l'isteria, contro l'asma e le malattie del fegato, impiegata anche come antidoto contro gli avvelenamenti da arsenico.
Il Maggiociondolo è specie pioniera impiegata per il consolidamento di scarpate e pendii.
Il legno, combustibile di ottima qualità, è molto duro e si conserva bene anche a contatto con il suolo, è quindi usato per pali da vite, per recinzioni e per piccoli lavori al tornio. La corteccia fibrosa può essere utilizzata come il salice per legare la vite.
Il legno trova impiego in liuteria, soprattutto nella realizzazione di strumenti a fiato.
L'albero è noto anche come "falso ebano" in quanto il legno molto duro e bruno scuro, viene impiegato in sostituzione dell'ebano nella fabbricazione di strumenti e arredi.
Note e Curiosità: Vuole la leggenda che nei tempi passati le streghe usassero il Maggiociondolo per preparare bevande psicoattive che davano loro senso di leggerezza e di inconsistenza del peso corporeo. Questo stato di alterazione psichica può essere inteso come il "volo della strega". Durante i loro sabba le streghe come segno disitntivo, utilizzavano un bastone di Maggiociondolo, sul quale si dice calvalcassero durante i loro viaggi e divenuto per questo simbolo del volo.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia.Edagricole, Bologna.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005. An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma.
Banfi E. Consolino F. 2008. Alberi. Istituto Geografico De Agostini Novara.
IPFI - Index Plantarum Florae Italicae
Scheda realizzata da Marinella Zepigi