Sp. Pl.: 813 (1753)
Scolymus paniculatus Ucria
Asteraceae
Cardogna macchiata, Scolimo maculato, Deutsch: Gefleckte Golddistel
English: Spotted golden thistle
Español: Cardo borriquero
Français: Scolyme taché
Forma Biologica: T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale, alta 30-90(150) cm, a portamento ramoso-corimboso, estremamente spinosa e provvista di 2-4 ali continue, irregolarmente dentate e decorrenti sul fusto, con margini spessi, bianco-cartilaginei e spinosi.
Foglie basali oblungo-lanceolate, pennatofide a lobi triangolari con poche spine; le cauline simili, ma sessili con margini e venature largamente bianco-cartilaginei e con lobi più profondi e spine robuste.
Capolini tutti terminali, raggruppati da 1 a 4 all'estremità delle ramificazioni e avvolti da 3-5 brattee pettinato-spinose, più lunghe dei capolini.
Fiori (15-17 mm) ermafroditi, tutti ligulati, di colore giallo oro, con tubo corollino munito in alto di peli neri; involucro con squame lanceolate, acuminate.
Ricettacolo con pagliette. Antere azzurro-nerastre.
Il frutto è una cipsela ovoide-compressa, priva di pappo, con piccola coroncina all'apice, ciascuna avvolta dalle pagliette del ricettacolo.
Impollinazione: entomogama
Numero cromosomico: 2n=20
Tipo corologico: S-Medit. - Coste meridionali atlantiche e mediterranee.
Habitat: Incolti aridi e sabbiosi, bordi stradali, campi, luoghi rocciosi, da 0 a 600 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Il genere comprende altre due specie molto simili presenti nel nostro territorio:
Scolymus hispanicus L.
Fusto con ali brevi ed interrotte; foglie appena bianco-scariose ai margini; capolini sia ascellari che terminali, generalmente a 3 brattee; antere gialle; cipsele con 2(4) setole rigide caduche.
Scolymus grandiflorus Desf.
Fusto generalmente semplice, poco ramificato, con ali continue (eccetto la base); capolini maggiori, terminali ed ascellari con fiori di 23-25 mm.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deriva dal gr. 'skolos', pungiglione, spina, aculeo, da cui 'scolymus', il nome con il quale gli antichi greci chiamavano un tipo di cardo con spine, la cui radice era commestibile.
L'epiteto specifico dal lat. 'maculatus, -a, um', macchiato, in riferimento ai margini bianco-cartilaginei delle ali e delle foglie.
Proprietà ed utilizzi:

Come in Scolymus hispanicus, le giovani foglie e le radici sono commestibili, anche se non in tutte le nostre regioni sono conosciute le sue qualità, esse non sono affatto trascurabili, forse la presenza di spine ispide ed insidiose non invita a raccoglierla.
La radice carnosa si usa bollita o stufata ed è eccellente, quale contorno per carni e pesci, mentre tostata viene usata quale succedanea del caffé. Le coste private doverosamente dalle spine e dalle foglie, si mangiano sia lesse che fritte ed hanno un sapore più intenso dei carciofi.
I fiori essiccati sono usati per la colorazione di alimenti ed in certi casi sostituisce lo zafferano, benché dia solo un bel colore, ma non altrettanto sapore.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Conti, F.; Abbate, G.; Alessandrini, A.; Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005
Jauzein, Ph.- Flore des champs cultivés, INRA Editions, Paris, 1995
Pignatti, S. -Flora d'Italia (vol. III), Edagricole, Bologna, 1982
Tutin T.G. et al., 1964-1980. Flora Europaea, Cambridge University Press
Zangheri, P. -flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Anja Michelucci