Oxytropis neglecta J.Gay ex Ten. - Astragalo dei Pirenei
Inviato: 09 set 2010, 12:32
Oxytropis neglecta J.Gay ex Ten.
Syll. Fl. Neap. 368 (1831)
Oxytropis carniolica A. Kern., Oxytropis generosa Brügger, Oxytropis huteri Rchb. f., Oxytropis pyrenaica Godr. & Gren., Oxytropis samnitica (Arcang.) Vierh.
Fabaceae
Astragalo dei Pirenei, Astragalo negletto, Deutsch: Pyrenäen-Spitzkiel
English: Samnitic milkvetch (incerto)
Français: Oxytropis négligée
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne acaule o quasi, con scapi robusti (5-30 cm) fogliosi alla base, densamente pelosa per peli patenti ±lunghi ed anche stellati.
Foglie imparipennate composte da (17)21-41 foglioline >7 mm, con peli diritti setosi per lo più sparsi, stipole brevemente concresciute alla base col picciolo.
Infiorescenza in racemi globosi o poco allungati con (6)8-10(20) fiori brevemente pedicellati; calice con denti irsuti sottili, lunghi da metà alla stessa lunghezza del tubo; corolla purpurea o blu-violetta, vessillo di 10-13 mm e carena con dente acuto all'apice.
Legume di 5-7 x 15-20 mm, non diviso in logge e con lunghi peli patenti; carpoforo 1/2 del tubo calicino.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Prati e pascoli, per lo più aridi, subalpini ed alpini, generalmente su calcare; da (800)1500 a 2400 m.
Sistematica e possibili confusioni: Il genere Oxytropis è simile ad Astragalus, dal quale si differenzia per avere corolla con carena provvista di un mucrone apicale.
Molto simili, con fiori bluastri, purpurei o blu-violetti, sono le congeneri:
Oxytropis montana (L.) DC., che differisce per il fusto ben sviluppato, la pelosità appressata, le foglie sparsamente pelose, ma anche glabre, il calice a denti triangolari brevi (<1/3 del tubo), il legume più grande, glabrescente, con carpoforo >=tubo calicino;
Oxytropis helvetica Scheele (= O. gaudinii Bunge, O parvopassuae Parl., O. cyanea Auct., O. neglecta Auct. p.p.) è acaule, ha scapi fiorali molto sottili con pubescenza appressata grigio-setosa, racemi ovali, calice con denti lunghi 1/2 del tubo, corolla latteo-bluastra-lillacina, legume patente o pendulo con peli allungati chiari; presente solo in PIE, VDA e LIG su calcescisti;
Oxytropis lapponica (Wahlenb.) J. Gay, è alta 5-10 cm, ha scapi gracili, pelosità appressata, stipole saldate tra loro almeno fino a metà, racemi pauciflori (4-7), fiori penduli dopo l'antesi, legume sottile con breve pelosità appressata;
Oxytropis halleri Bunge ex W.D.J. Koch ed Oxytropis campestris (L.) DC. (quest'ultima presente anche in zona appenninica) sono piante acauli, con legume quasi completamente diviso in 2 logge da un setto, senza carpoforo.
Nella zona alpina orientale di contatto tra O. montana ed O. neglecta, si trova un'entità con caratteri morfologici intermedi, interpretata come ibrido tra le due e denominata O. x carinthiaca Fisch.-Oost.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico è composto da due parole greche "ocsùs" = "acuto" e "tròpis" = "carena" per la forma acuta di questa parte della corolla; l'attributo specifico, in latino, significa "trascurata, dimenticata", indicando che si tratta di una piantina umile e non molto appariscente.
Note e Curiosità: Si è scoperto che alcune specie del genere, indigene dell'America settentrionale, sono risultate tossiche, dopo prolungata ingestione, per gli animali al pascolo, in particolare pecore e cavalli (ma anche cervi, caprioli e daini), agendo soprattutto sul sistema circolatorio e nervoso e causando allucinazioni, alterazioni nel comportamento, dimagrimento e stress, fino anche ad esiti letali.
Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Mainardis G. - Flora del Parco delle Prealpi giulie - 2005 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - Integrazioni alla checklist della flora vascolare italiana - 2006 Quaderno n. 10 del Museo Naturalistico Archeologico Natura vicentina di Vicenza
Scheda realizzata da Silvano Radivo
Syll. Fl. Neap. 368 (1831)
Oxytropis carniolica A. Kern., Oxytropis generosa Brügger, Oxytropis huteri Rchb. f., Oxytropis pyrenaica Godr. & Gren., Oxytropis samnitica (Arcang.) Vierh.
Fabaceae
Astragalo dei Pirenei, Astragalo negletto, Deutsch: Pyrenäen-Spitzkiel
English: Samnitic milkvetch (incerto)
Français: Oxytropis négligée
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne acaule o quasi, con scapi robusti (5-30 cm) fogliosi alla base, densamente pelosa per peli patenti ±lunghi ed anche stellati.
Foglie imparipennate composte da (17)21-41 foglioline >7 mm, con peli diritti setosi per lo più sparsi, stipole brevemente concresciute alla base col picciolo.
Infiorescenza in racemi globosi o poco allungati con (6)8-10(20) fiori brevemente pedicellati; calice con denti irsuti sottili, lunghi da metà alla stessa lunghezza del tubo; corolla purpurea o blu-violetta, vessillo di 10-13 mm e carena con dente acuto all'apice.
Legume di 5-7 x 15-20 mm, non diviso in logge e con lunghi peli patenti; carpoforo 1/2 del tubo calicino.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Prati e pascoli, per lo più aridi, subalpini ed alpini, generalmente su calcare; da (800)1500 a 2400 m.
Sistematica e possibili confusioni: Il genere Oxytropis è simile ad Astragalus, dal quale si differenzia per avere corolla con carena provvista di un mucrone apicale.
Molto simili, con fiori bluastri, purpurei o blu-violetti, sono le congeneri:
Oxytropis montana (L.) DC., che differisce per il fusto ben sviluppato, la pelosità appressata, le foglie sparsamente pelose, ma anche glabre, il calice a denti triangolari brevi (<1/3 del tubo), il legume più grande, glabrescente, con carpoforo >=tubo calicino;
Oxytropis helvetica Scheele (= O. gaudinii Bunge, O parvopassuae Parl., O. cyanea Auct., O. neglecta Auct. p.p.) è acaule, ha scapi fiorali molto sottili con pubescenza appressata grigio-setosa, racemi ovali, calice con denti lunghi 1/2 del tubo, corolla latteo-bluastra-lillacina, legume patente o pendulo con peli allungati chiari; presente solo in PIE, VDA e LIG su calcescisti;
Oxytropis lapponica (Wahlenb.) J. Gay, è alta 5-10 cm, ha scapi gracili, pelosità appressata, stipole saldate tra loro almeno fino a metà, racemi pauciflori (4-7), fiori penduli dopo l'antesi, legume sottile con breve pelosità appressata;
Oxytropis halleri Bunge ex W.D.J. Koch ed Oxytropis campestris (L.) DC. (quest'ultima presente anche in zona appenninica) sono piante acauli, con legume quasi completamente diviso in 2 logge da un setto, senza carpoforo.
Nella zona alpina orientale di contatto tra O. montana ed O. neglecta, si trova un'entità con caratteri morfologici intermedi, interpretata come ibrido tra le due e denominata O. x carinthiaca Fisch.-Oost.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome generico è composto da due parole greche "ocsùs" = "acuto" e "tròpis" = "carena" per la forma acuta di questa parte della corolla; l'attributo specifico, in latino, significa "trascurata, dimenticata", indicando che si tratta di una piantina umile e non molto appariscente.
Note e Curiosità: Si è scoperto che alcune specie del genere, indigene dell'America settentrionale, sono risultate tossiche, dopo prolungata ingestione, per gli animali al pascolo, in particolare pecore e cavalli (ma anche cervi, caprioli e daini), agendo soprattutto sul sistema circolatorio e nervoso e causando allucinazioni, alterazioni nel comportamento, dimagrimento e stress, fino anche ad esiti letali.
Principali Fonti
Pignatti S. - Flora d'Italia - 1982 Edagricole
Mainardis G. - Flora del Parco delle Prealpi giulie - 2005 Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - An annotated checklist of the Italian vascular flora - 2005 Palombi Editori
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C. (a cura di) - Integrazioni alla checklist della flora vascolare italiana - 2006 Quaderno n. 10 del Museo Naturalistico Archeologico Natura vicentina di Vicenza
Scheda realizzata da Silvano Radivo