Sp. Pl.: 25 (1753)
Salvia bertolonii Vis., Salvia scabrida Bertol., nom. illeg., Salvia pratensis L. V nicaeensis Briq.
Lamiaceae
Salvia comune, Salvia di Bertoloni, Deutsch: Wiesen-Salbei
English: Meadow Clary
Español: Gallocresta, salvia de prados
Français: Sauge des prés
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne erbacea, non vischiosa, con radice a fittone ingrossato; fusti eretti, tetragoni, pubescenti per peli riflessi, legnosi e ramificati in alto; altezza fino a 70 cm.
Le foglie consistenti, bollose, le basali picciolate, disposte in rosetta, caratterizzate da una nervatura reticolare, margine leggermente crenato o inciso lobato; le cauline, più piccole, sessili sovente semiabbraccianti il fusto. La pagina superiore rugosa, quella inferiore irsuta.
I fiori portati da un breve pedicello, sono azzurro-violetti, raramente rosa o biancastri, 4÷5 verticillastri situati all'ascella di brattee verdi; l'insieme forma una spiga chiusa. Calice bilabiato, irsuto per peli mai bianchi; il tubo calicino più lungo delle 5 lacinie calicine.
Corolla con labbro superiore falcato: sporge lo stilo bifido; labbro l'inferiore patente o riflesso, a margine denticolato.
Gli stami, si comportano come piccole leve: quando un insetto, in cerca di nettare, penetra nel fiore, aziona un meccanismo a bilanciere, che gli ribalta sul dorso il braccio dello stame che porta l'antera: il polline si rovescia allora sul dorso dell'insetto.
I frutti sono tetracheni formati da 4 mericarpi, con semi tondeggianti e brunastri.
Tipo corologico: Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
Habitat: Nei pascoli magri, nei prati, nei luoghi sassosi, nelle radure, frequente nei luoghi asciutti e soleggiati. 0÷1.600 m s.l.m.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino “sàlvus” = salvo, con riferimento alle proprietà medicinali di queste piante; oppure sempre dal latino “salvere” = star bene, con la medesima radice il nome tedesco “salbe”,= unguento medicamentoso. Il nome specifico dal latino ''pratensis''= dei prati, indica l'habitat
Proprietà ed utilizzi:

Salvia pratensis possiede proprietà simili a Salvia officinalis
Note e Curiosità: La Salvia era conosciuta sin dall'antichità e pare che persino Cleopatra, la usasse per preparare filtri afrodisiaci.
I Galli la consideravano una panacea, in grado di guarire tutti i mali. I druidi la usavano contro febbre, tosse, paralisi, epilessia, ma anche per favorire il concepimento e il conseguente parto. Le era attribuito anche il potere di resuscitare i morti ed entrava come ingrediente in numerosi incantesimi.
Ippocrate ne consigliava l'uso nelle piaghe, gli egiziani la usavano per imbalsamare i morti. I romani la impiegavano per conservare la carne e credevano che rendesse immortali; la chiamavano” erba sacra” e le attribuivano capacità di curare il morso dei serpenti, a condizione che non fosse stata infettata dall'alito venefico dei rospi e per questo pensavano che potessero raccoglierla solo pochi fortunati, abbigliati in modo particolare e dopo avere fatto particolari sacrifici.
Ritroviamo questa credenza nel “Decameron”.
I medici della scuola salernitana si chiedevano:”perché dovrebbe morire l'uomo nel cui giardino cresce la salvia?”
Nei secoli successivi si attribuirono a questa pianta diverse proprietà: quella di far restare incinta la donna che ne avesse bevuto l'infuso per 4 giorni di fila, o quella di curare le affezioni del cavo orale, perché la forma delle foglie ricorderebbe una lingua, oppure il potere di spezzare malie e incantesimi.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D.M., THEURILLAT J.P., 2004. Flora alpina, Zanichelli editore, Bologna
BOWN D., 1995. Encyclopaedia of Herbs and their Uses, Dorling Kindersley, London
CATTABIANI A., 1996. Florario, Arnoldo Mondadori Editore, Milano
PIGNATTI S., Flora d'Italia.Edagricole, Bologna. 1982
The International Plant Names Index (IPNI)
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da: Marinella Zepigi