Ulmus glabra Huds. - Olmo montano

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Graziano Propetto
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Ulmus glabra Huds. - Olmo montano

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Ulmus glabra Huds.
Fl. Angl., ed. 2 95 (1762)

Ulmus montana With., Ulmus scabra Mill.

Ulmaceae

Olmo di montagna, Deutsch: Berg-Ulme
English: Scots elm, wych elm
Español: Olmo montano
Français: Orme glabre


Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.

Descrizione: E' una delle latifoglie nobili dei nostri boschi, specie decidua a rapido accrescimento, a differenza di altri olmi non emette naturalmente polloni radicali, può raggiungere in altezza i 35-(40) m ed è abbastanza longevo ma inferiore all'olmo campestre, ha portamento maestoso, ramoso con chioma non molto folta, ma strutturata su pochi grossi rami ascendenti.
La corteccia, da giovane è liscia, grigiastra, e con il tempo, forma un ritidoma fessurato longitudinalmente di poco spessore e diviso in piccole placche grigio brunastre.
I rametti giovani sono più grossi che negli altri olmi, mai distici (posti su uno stesso piano), quelli dell'anno sono pubescenti e bruno rossicci, portano gemme alterne, pluriperulate, appuntite, pubescenti e molto scure, quasi nere di 3-5 mm.
Ha crescita simpodiale di tipo monocasio.
Le foglie semplici obovato-ellittiche, alterne, asimmetriche con 12-18 paia di nervature secondarie acutamente dentate generalmente più grandi che negli altri olmi, 6-16 x 3,5-10 cm; hanno picciolo breve 5-8 mm normalmente coperto dalla dilatazione di un lobo alla base della foglia.
La pagina superiore è scabra e verde scuro, quella inferiore è più chiara ma con pubescenza diffusa e lungo le nervature; l'apice è acuminato e spesso, nelle foglie dei rami più robusti, è trifido.
I fiori ermafroditi, compaiono poco prima delle foglie (marzo-aprile), hanno perigonio verdastro, con 5 (6) stami porporini.
Il frutto è una samara ellittica di 20-25 x 15-20 mm glabra con peduncolo breve e con il seme centrale, matura molto presto in maggio giugno è a dispersione anemocora (tramite il vento).
Il seme non è dormiente e germina subito dopo la dispersione;(recalcitrante), la produzione è abbondante quasi tutti gli anni, ma la germinabilità è molto bassa
L'Olmo montano produce un legno differenziato a porosità anulare con duramen (massello) più scuro, bruno rossastro con alcune venature verdastre e alburno giallognolo, ma meno colorato di quello dell'olmo campestre e dunque meno pregiato, ma viene utilizzato per gli stessi scopi in ebanisteria.
Ha radici robuste ma non particolarmente profonde approfittando anche di suoli superficiali.

Tipo corologico: Europ.-Caucas. - Europa e Caucaso.

Distribuzione: E' specie Europeo-caucasica. E' diffuso nella zona mediterranea ma in Europa si espande maggiormente, dai Pirenei fino alle isole britanniche e tutta l'Europa orientale fino agli Urali, al Caucaso e l'Anatolia, al nord, nella gran parte della Finnoscandia, superando il circolo polare artico sulle coste norvegesi; al sud oltre all'Italia si trova in Corsica e nella penisola balcanica fino alla Grecia settentrionale.
In Italia si trova nel piano montano fino a 1600 m slm in quasi tutto il territorio, al nord è presente sporadico anche nei boschi planiziali e golenali.

Habitat: E' da considerarsi una specie miglioratrice del suolo per le foglie dotate di una buona percentuale di proteine e cresce sporadico o a piccoli gruppi negli orizzonti freschi delle latifoglie eliofile del Castanetum ma anche quello delle specie sciafile (ombrofile) del Fagetum sempre su suoli fertili, freschi ed aerati, mai in suoli compatti come in O. campestre, (ordine Querco-Fagetalia), preferisce un PH da neutro a sub alcalino.
E' specie caratterizzante il gruppo (Tp), Gruppo di Tilia platyphyllos, con Cystopteris fragilis, Gymnocarpium robertianum, Phyllitis scolopendrium e Tilia platyphyllos, appartenente all'alleanze Tilio-Acerion e Asperulo-Tilion cordatae che si edificano su suoli a mull fertile, fresco e umido ma ben areato anche con abbondante scheletro si che generalmente le si incontra su antichi depositi fluviali e torrentizi anche grossolani di montagna ma al nord anche in alta pianura generalmente di origine carbonatica; si trovano anche in forre su detrito in zone umide e ombrose.
Il Tilio-Acerion tipico è alleanza centroeuropea, al sud delle Alpi le specie differenziali che portano al Asperulo taurinae-Tilion cordatae sono, la consistenza delle specie del gruppo (Cb) Carpinus betulus nel sottogruppo a Primula vulgaris e del gruppo (Ac) Acer campestre in zone collinari e nelle alte pianure.

Immagine


Sistematica e possibili confusioni: Specie che non crea difficoltà di identificazione, per il portamento, per le foglie, i rametti, nella forma tipica ma ci si può imbattere non molto frequentemente, in olmi ibridi che possono avere caratteristiche intermedie.

Si differenzia dagli altri olmi per le foglie più grandi con picciolo molto corto e apice spesso trifido, per la mancanza di polloni radicali, per i rametti scuri, più grossi e tomentosi; dove si trova assieme ad altri olmi ci si può imbattere in olmi ibridi con caratteristiche intermedie.

Tassonomia filogenetica

Immagine


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Etimologia: l nome di genere "Ulmus" è lo stesso con il quale veniva chiamata la pianta in lingua latina; l'epiteto "glabra" si riferisce alla corteccia che rimane per molti anni liscia a differenza degli altri olmi.

Proprietà ed utilizzi: Immagine Specie officinale

Si usano corteccia mediana, foglie e galle delle foglie.
Costituenti, mucillagine, tannino, silice, potassio
Proprietà, astringente, cicatrizzante,depurativo, sudorifero, tonico.
Le foglie un tempo venivano usate, assieme agli altri olmi, come ottimo foraggio per il bestiame.
Il legno degli olmi è resistente e fibroso è quasi impossibile romperlo e un tempo si usava per la fabbricazione di sedie, mozzi di ruote e parti soggette a forti sollecitazione.
Oggi viene ancora impiegato in marineria per la sua durabilità se immerso in acqua, per chiglie di battelli, frangiflutti, bitte ecc.

Note e Curiosità: L'olmo montano è soggetto ad una grave malattia che dagli anni /50 del secolo scorso ha colpito gran parte degli olmi italiani la "Grafiosi dell'olmo" Ophiostoma ulmi Buisman Nannf. (dopo una seconda ondata negli anni /70 proveniente dal oriente viene chiamata O.nova ulmi )viene trasmessa da insetti scolitidi del genere Scolytus che sono i vettori del fungo che trasportano dalle piante ammalate ai rametti apicali delle piante sane dove scavano delle brevi gallerie di maturazione.
In breve il patogeno colonizza l'olmo con la forma conidica immessa direttamente nel flusso linfatico che determina una Tracheomicosi che, se i vasi sono sufficientemente grandi, vengono colonizzati dalle ife del fungo fino ad ostruirli provocandone il disseccamento.
Se la resistenza della pianta non è sufficiente, il fungo raggiunge le radici e tramite le anastomosi radicali, si trasmette ad altri individui.

L'olmo montano sembra essere meno soggetto alla grafiosi, rispetto all'olmo campestre, probabilmente solo per il fatto che non ha polloni radicali e non si presenta con individui ravvicinati, in quanto più sporadico, che formano anastomosi radicali e si passano le ife del fungo attraverso i vasi di queste anastomosi.
I casi di grafiosi su olmo montano sono sempre basipete in quanto partono dai rametti apicali che vengono attaccati dallo scolitide che porta le spore del fungo e la malattia prosegue dai rami apicali verso i vasi inferiori incontrando sempre più resistenza da parte della pianta, cosicché spesso riesce a guarire o in ogni caso la morte avviene dopo molti anni dall'attacco.
Mentre nell'olmo campestre la trasmissione avviene molto spesso dalle radici anastomizzate e dai vasi radicali penetra fino al fusto, cioè in senso acropeto, creando un crollo nel trasporto della linfa e la morte sopraggiunge, normalmente nel mese di giugno-luglio, nell'arco di pochi giorni e così in piena estate si vedono nelle nostre siepi di pianura questi improvvisi disseccamenti.
Caratteristico della malattia, è il disseccamento in piena stagione vegetativa con le foglie secche persistenti e i rametti che si piegano ad uncino.

C'è anche il sospetto, che l'olmo montano abbia acquisito una maggiore resistenza alla malattia per selezione in quanto si riproduce solo da seme, mentre l'olmo campestre si riproduce maggiormente per polloni.

Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
GELLINI R. e GROSSONI P. 1997"Botanica forestale” I e II, Cedam
PIGNATTI S. 1982"Flora d'Italia" Edagricole 1982
FERRARI M. e MEDICI D. 2003"Alberi e arbusti in Italia" Edagricole 2003
AUTORI VARI "Monti e boschi" Edagricole
UBALDI D. 2003 "Flora, fitocenosi e ambiente" Clueb
ABRAMO E. e MICHELUTTI G. 1998"Guida ai suoli forestali" Regione F.V.G. D.R.F.
PIROLA A. 1999 "Elementi di fitosociologia" Clueb
Del FAVERO R. e POLDINI L. 1998 "La vegetazione forestale e la selvicoltura nella regione Friuli.V.G." Regione F.V.G., D.R.F.
STERGULC F. e FRIGIMELICA G."Insetti e funghi dannosi ai nostri boschi nel Friuli.V.G.” Regione F.V.G.,D.R.F.e P.
BLASI C., BOITANI L., La POSTA L., MANES F., MARCHETTI M. 2005"Stato della biodiversità in Italia" Ministero dell' Ambiente della Tutela del Territorio, D.P.N. e S.B.I, Palombi
SCOPPOLA A.e BLASI C.,2005,"Stato delle conoscenze sulla Flora Vascolare d'Italia" Ministero dell' Ambiente della Tutela del Territorio, DPN e Dip. Agrobiologia e Agrochimica Università degli Studi della Tuscia, Palombi
CONTI F., ABBATE Giovanna, ALESSANDRINI A., BLASI C. 2005"An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora" Ministero dell' Ambiente della Tutela del Territorio, D.P.N. e Dip. di Biologia Vegetale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Palombi
UBALDI D. 2003 "la vegetazione boschiva d'Italia" Clueb
BERNETTI G.e PADULA M. 1984 “Le latifoglie nobili nei nostri boschi” Quaderni di Monti e Boschi, Edagricole


Scheda realizzata da Graziano Propetto
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