Oryza sativa L. subsp. sativa - Riso
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- Nome: Giovanni
- Cognome: Buccomino
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Oryza sativa L. subsp. sativa - Riso
Oryza sativa L. subsp. sativa
Sp. Pl.: 333 (1753)
Poaceae
Riso, Deutsch: Reis
English: Asian rice
Español: Arroz
Français: Riz asiatique
Forma Biologica: T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: E' una pianta erbacea annuale, fino a 1,5 m di altezza (può raggiungere anche i 5 metri) con radici avventizie e embrionali, le quali hanno la caratteristica di sviluppare dei parenchimi aeriferi, che permettono al riso di vivere in ambiente acquatico.
Il fusto eretto (detto culmo), costituito da nodi pieni ispessiti distanziati da internodi cavi più o meno lunghi, si sviluppa in maniera simile al frumento. Radice fascicolata chiare, con numerose ramificazioni secondarie o seminali molto sottili; endoderma con numerosi canali aeriferi che conferiscono a questa specie un’elevata adattabilità alle condizioni di asfissia radicale in terreni sommersi dall’acqua.
Le foglie alternate e in numero uguale a quello degli internodi, lamina di colore variabile dal verde al rosso-violaceo con guaina allungata, cilindrica, abbraccia per un certo tratto l’internodo superiore fino a staccarsi in modo netto ad angolo. Nella giuntura ad angolo tra la lamina e la guaina è inserita una ligula bifida, normalmente ialina, e due auricole o orecchiette falcate e pelose. La lamina è lunga 30-50 cm e larga 1,5 cm o poco più con nervature parallele e una ben distinta nervatura centrale.
Infiorescenza all'apice del culmo in una pannocchia racemosa terminale (a panicolo), a maturità pendente, costituita da spighette uniflore ovali con fiori ermafroditi, compresse lateralmente, aristate o mutiche: androceo con sei stami con filamenti sottile e gineceo con ovario monocarpellare ovoide con due stimmi piumosi.
Il frutto è una cariosside ellittica o sferica costituita da un frutto secco monospermo indeiscente rivestito da due glumelle indurite (lolla) comunemente detto “risone”. L’aspetto, la forma e la dimensione (rapporto tra lunghezza e larghezza) sono peculiari delle differenti varietà coltivate.
Tipo corologico: Asiatica - Pianta del continente asiatico.
Distribuzione: In Italia si rinviene nei luoghi di coltivazione del riso, di cui è una temuta infestante.
Habitat: frammista alle varietà orticole nelle risaie, in campi inondati con acque ferme.
Sistematica e possibili confusioni: La classificazione del riso è stata per un lungo periodo di tempo oggetto di dibattito a causa dell’ampia variabilità morfologica e dalla frequente presenza di piante con caratteri intermedi tra varie specie appartenenti a questo genere e per la notevole distribuzione geografica operata dall’uomo.
Le specie coltivate non tendono a riprodursi spontaneamente al contrario della var. sylvatica (Riso crodo) e dell'affine Leersia oryzoides (L.) Sw. (Asperella, riso selvatico).
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome Oryza è probabilmente di antica origine indoeuropea, nell’antico Iran era brizi, affermato in seguito nell’afgano vrize, a sua volta derivato dal sanscrito wrihi o potrebbe aver preso origine nel Sud-Asia da orìya, vocabolo della lingua neoariana d’origine sanscrita, parlata nella provincia indiana di Orissa (golfo del Bengala).
Il nome riso ha origine dall’aferesi del termine latino oryza (o oriza), utilizzato da Linneo, e a sua volta derivato senza modifiche dal greco.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
La coltura del riso venne iniziata, secondo gli antichi testi cinesi dal mitico e longevo imperatore Chin-Nong (3330 al 3080 a.C.) che spargeva personalmente le sementi del riso; però è dubbio se essa sia stata effettivamente iniziata in Cina, o piuttosto nell’area indo-cinese. Comunque già dall’antichità il riso è alla base dell’alimentazione dei popoli indiani, indo-cinesi, indonesiani ed in Giappone. I risultati di recenti ricerche archeologiche (1973-1986) hanno evidenziato che la risicoltura era praticata nel bacini inferiore dello Yangtze già da 5000 o 6000 anni, recuperando alcuni reperti necrotizzati di piante di riso, come pure a Pengloushan furono trovati grani di riso grezzo in ciotole attribuibili agli anni 8200-7800 a.C.
I Greci conobbero il riso soprattutto dopo le imprese di Alessandro in India ed a quanto sembra questa pianta all’inizio dell’era volgare era coltivata anche in Mesopotania. In Italia la coltura è stata introdotta alla fine del Medioevo, probabilmente attraverso gli Arabi (però il riso era già noto, e pregiatissimo, agli antichi Romani); le prime colture, avviate attorno a Pavia, erano molto redditizie e mantenute come monopolio della famiglia granducale milanese (Visconti e poi Sforza), colture minori si avevano già nel secolo XV presso Lucca e nel Pisano. Oggi l’area di coltura intensiva si estende da Pavia a Vercelli e Chivasso. Le risaie hanno carattere permanente (cioè vengono utilizzate solamente per la coltura del riso, restando inondate per gran parte dell’anno) oppure una stessa superficie viene utilizzata dapprima per frumento a maturazione precoce, la cui mietitura si svolge nella seconda metà di giugno, quindi sommersa, ed ai primi di luglio vengono trapiantate le plantule di riso, che arrivano a dare un secondo raccolto entro ottobre. Le risaie non rappresentano un ambiente colturale qualsiasi, ma piuttosto una nicchia ecologica di grande interesse naturalistico, che riproduce da noi aspetti caratteristici dei paesi tropicali e subtropicali: vi abbondano le specie esotiche avventizie (Rotala ramosior (L.) Koehne, Ammania auricolata Willd. e A. coccinea Rottb., Murdannia keisak (Hassk.) Hand.-Mazz., Commelina communis L., Eclipta prostrata (L.) L., Lindernia dubia (L.) Pennell, Blyxa japonica (Miq.) Maxim., Ottelia alismoides (L.) Pers., Heteranthera rotundufolia (Kunth) Griseb., ecc.) e alcune alghe (Idrodictyon reticulatum, Spaeroplea annulina, Spirogyra sp., Chara foetida).
Principali Fonti
AA.VV., 2008 – Il riso. Ed. Script, Bologna.
Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C., (Eds.) 2005 – An annoted checklist of Italian vascular flora. Palombi Editori, Roma.
Pignatti S., 1982 – Flora d’Italia. Edagricole, Bologna.
Siti internet
agraria.org
Ente nazionale risi
Wikipedia.org
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Arianna Buccomino & Giovanni Buccomino (aggiornata 2012) aggiornata da Marinella Zepigi (2015)
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Il fusto eretto (detto culmo), costituito da nodi pieni ispessiti distanziati da internodi cavi più o meno lunghi, si sviluppa in maniera simile al frumento. Radice fascicolata chiare, con numerose ramificazioni secondarie o seminali molto sottili; endoderma con numerosi canali aeriferi che conferiscono a questa specie un’elevata adattabilità alle condizioni di asfissia radicale in terreni sommersi dall’acqua.
Le foglie alternate e in numero uguale a quello degli internodi, lamina di colore variabile dal verde al rosso-violaceo con guaina allungata, cilindrica, abbraccia per un certo tratto l’internodo superiore fino a staccarsi in modo netto ad angolo. Nella giuntura ad angolo tra la lamina e la guaina è inserita una ligula bifida, normalmente ialina, e due auricole o orecchiette falcate e pelose. La lamina è lunga 30-50 cm e larga 1,5 cm o poco più con nervature parallele e una ben distinta nervatura centrale.
Infiorescenza all'apice del culmo in una pannocchia racemosa terminale (a panicolo), a maturità pendente, costituita da spighette uniflore ovali con fiori ermafroditi, compresse lateralmente, aristate o mutiche: androceo con sei stami con filamenti sottile e gineceo con ovario monocarpellare ovoide con due stimmi piumosi.
Il frutto è una cariosside ellittica o sferica costituita da un frutto secco monospermo indeiscente rivestito da due glumelle indurite (lolla) comunemente detto “risone”. L’aspetto, la forma e la dimensione (rapporto tra lunghezza e larghezza) sono peculiari delle differenti varietà coltivate.
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Habitat: frammista alle varietà orticole nelle risaie, in campi inondati con acque ferme.
Sistematica e possibili confusioni: La classificazione del riso è stata per un lungo periodo di tempo oggetto di dibattito a causa dell’ampia variabilità morfologica e dalla frequente presenza di piante con caratteri intermedi tra varie specie appartenenti a questo genere e per la notevole distribuzione geografica operata dall’uomo.
Le specie coltivate non tendono a riprodursi spontaneamente al contrario della var. sylvatica (Riso crodo) e dell'affine Leersia oryzoides (L.) Sw. (Asperella, riso selvatico).
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Il nome riso ha origine dall’aferesi del termine latino oryza (o oriza), utilizzato da Linneo, e a sua volta derivato senza modifiche dal greco.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
La coltura del riso venne iniziata, secondo gli antichi testi cinesi dal mitico e longevo imperatore Chin-Nong (3330 al 3080 a.C.) che spargeva personalmente le sementi del riso; però è dubbio se essa sia stata effettivamente iniziata in Cina, o piuttosto nell’area indo-cinese. Comunque già dall’antichità il riso è alla base dell’alimentazione dei popoli indiani, indo-cinesi, indonesiani ed in Giappone. I risultati di recenti ricerche archeologiche (1973-1986) hanno evidenziato che la risicoltura era praticata nel bacini inferiore dello Yangtze già da 5000 o 6000 anni, recuperando alcuni reperti necrotizzati di piante di riso, come pure a Pengloushan furono trovati grani di riso grezzo in ciotole attribuibili agli anni 8200-7800 a.C.
I Greci conobbero il riso soprattutto dopo le imprese di Alessandro in India ed a quanto sembra questa pianta all’inizio dell’era volgare era coltivata anche in Mesopotania. In Italia la coltura è stata introdotta alla fine del Medioevo, probabilmente attraverso gli Arabi (però il riso era già noto, e pregiatissimo, agli antichi Romani); le prime colture, avviate attorno a Pavia, erano molto redditizie e mantenute come monopolio della famiglia granducale milanese (Visconti e poi Sforza), colture minori si avevano già nel secolo XV presso Lucca e nel Pisano. Oggi l’area di coltura intensiva si estende da Pavia a Vercelli e Chivasso. Le risaie hanno carattere permanente (cioè vengono utilizzate solamente per la coltura del riso, restando inondate per gran parte dell’anno) oppure una stessa superficie viene utilizzata dapprima per frumento a maturazione precoce, la cui mietitura si svolge nella seconda metà di giugno, quindi sommersa, ed ai primi di luglio vengono trapiantate le plantule di riso, che arrivano a dare un secondo raccolto entro ottobre. Le risaie non rappresentano un ambiente colturale qualsiasi, ma piuttosto una nicchia ecologica di grande interesse naturalistico, che riproduce da noi aspetti caratteristici dei paesi tropicali e subtropicali: vi abbondano le specie esotiche avventizie (Rotala ramosior (L.) Koehne, Ammania auricolata Willd. e A. coccinea Rottb., Murdannia keisak (Hassk.) Hand.-Mazz., Commelina communis L., Eclipta prostrata (L.) L., Lindernia dubia (L.) Pennell, Blyxa japonica (Miq.) Maxim., Ottelia alismoides (L.) Pers., Heteranthera rotundufolia (Kunth) Griseb., ecc.) e alcune alghe (Idrodictyon reticulatum, Spaeroplea annulina, Spirogyra sp., Chara foetida).
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Re: Oryza sativa L. subsp. sativa - Riso
Oryza sativa L.
Poaceae: Riso, Riso crodo
Lodigiano (LO), ott 2005
Foto di Franco Giordana
Poaceae: Riso, Riso crodo
Lodigiano (LO), ott 2005
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marinella
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"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Re: Oryza sativa L. subsp. sativa - Riso
Oryza sativa L.
Poaceae: Riso, Riso crodo
Lodigiano (LO), set 2007
Foto di Franco Giordana
Poaceae: Riso, Riso crodo
Lodigiano (LO), set 2007
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Re: Oryza sativa L. subsp. sativa - Riso
Oryza sativa L.
Poaceae: Riso, Riso crodo
Lodigiano (LO), set 2007
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Poaceae: Riso, Riso crodo
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Re: Oryza sativa L. subsp. sativa - Riso
Oryza sativa L.
Autore Franz Eugen Köhler,1897, Köhler's Medizinal-Pflanzen
Fonte: List of Koehler Images
Questa immagine è nel pubblico dominio perché il relativo copyright è scaduto.
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Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama)
Natura non facit saltus (Linneo)
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