Rumex acetosa L. subsp. acetosa - Erba brusca
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Rumex acetosa L. subsp. acetosa - Erba brusca
Rumex acetosa L. subsp. acetosa
Sp. Pl.: 337 (1753)
Rumex hispanicus C.C. Gmel.
Polygonaceae
Romice acetosa, Acetosa, Erba brusca, Rómice, Deutsch: Wiesensauerampfer
English: Garden sorrel
Español: Acederilla, acetosilla
Français: Oseille commune, grande oseille
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne, erbacea, con sottile rizoma orizzontale, fusti eretti, scanalati, arrossati in basso, fogliosi fin sotto l'infiorescenza, ramosi all'infiorescenza. Altezza 40÷110 cm.
Le foglie basali con picciolo 1,5 volte la lamina, che è 2÷3 volte più lunga che larga, astato-lanceolate; le cauline lunghe 3÷6 volte la loro larghezza, superiormente sessili, con lobi divergenti, acuti o arrotondati, diretti verso il basso ma non amplessicauli.
L'infiorescenza è compatta, costituita da piccoli fiori dal perianzio verde formato da 6 elementi di cui i 4 esterni rotondo-ovoidali, con escrescenze dure, rotonde o tetragonali. I sepali interni si arrotolano al momento della fruttificazione.
I futti sono acheni neri e lucenti, protetti da tepali persistenti che assumono colore rosso ruggine.
Tipo corologico: Circumbor. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica.
Eurosiber. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
Habitat: Prati fertili e concimati, lungo i fossati e nei pascoli, predilige terreno argilloso e ricco. Diffusione altitudinale da 0÷2.000 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Specie simile è Rumex thyrsiflorus Fingerh., che si distingue per le foglie più strette e lunghe e per l'infiorescenza maggiormente ramificata.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino “rumex” = asta, lancia, con riferimento alla forma appuntita delle foglie di molte specie. Non ha consistenza la presunta derivazione da “rumen” riferita alla pratica che i Latini avevano di masticare le foglie della pianta. Il nome specifico si riferisce al sapore acidulo delle foglie.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Erba acida, antiscorbutica, astringente, rinfrescante, depurativa, diuretica, lassativa. La pianta contiene vitamina C, ossalato di potassio e acido ossalico, ferro.
La maggior parte delle specie di Rumex, contiene ossalati simili a quelli dello spinacio e del rabarbaro, queste sostanze in eccesso sono velenose. Qundo si trova nel foraggio fresco, in dosi eccessive, può causare distrubi digestivi, specialmente ai cavalli e alle pecore.
In passato i bimbi che abitavano in campagna, staccavano le cime del Romice per masticarle e per gustarne il succo leggermente acidulo che ricorda la buccia delle prugne. Dalle mie parti, nella bergamasca, veniva chiamata “erba cicia”, proprio a indicare questa abitudine.
Impiegata, grazie alle proprietà depurative e drenanti, nella cura delle malattie cutanee, quali l'acne, le pelli grasse e le punture degli insetti, in caso di eccessiva sudorazione e alitosi.
Le foglie fresche, sminuzzate e applicate sul viso, hanno effetto astringente sui pori dilatati.
In cucina le foglie giovani e fresche, possono essere impiegate per insaporire insalate, minestre, formaggi molli, frittate, per acidificare e dare colore alla maionese o alle pastelle per fritture.
Ridotte a purèe, possono essere impiegate nella preparazione di salse, da accompagnare a pollame e pesce.
Era cibo comune presso egizi, greci e romani. Ancor oggi in Egitto, in Francia è coltivata ed appare spesso sulle tavole.
Le foglie si usano fresche, raccolte quando la pianta è ancora tenera onde evitare il sapore acre che assumono in seguito.
Il succo può essere efficacemente impiegato per togliere la ruggine, la muffa e le macchie d'inchiostro da lino, lana, argento e vimini.
Pianta tintoria: le foglie forniscono colorante giallo, il rizoma rosso.
Note e Curiosità: Una particolarità di questa pianta è che è incompatibile con le acque minerali e i contenitori in rame e in metallo in genere. In passato in mancanza di pentole in acciaio inossidabile, smaltate e in vetro, si raccomandava di non tagliarla o cuocerla con utensili di ferro per non farle prendere sgradevole sapore metallico.
In Vallecamonica a Corteno, i mandriani consumavano sul posto le foglie raccolte e consumate crude, accompagnate da pane di segale.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
PIGNATTI S., Flora d'Italia.Edagricole, Bologna. 1982
ARIETTI N., La flora economica e popolare del territorio bresciano. Geroldi. Brescia 1974.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma. 2005
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Polygonaceae
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Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne, erbacea, con sottile rizoma orizzontale, fusti eretti, scanalati, arrossati in basso, fogliosi fin sotto l'infiorescenza, ramosi all'infiorescenza. Altezza 40÷110 cm.
Le foglie basali con picciolo 1,5 volte la lamina, che è 2÷3 volte più lunga che larga, astato-lanceolate; le cauline lunghe 3÷6 volte la loro larghezza, superiormente sessili, con lobi divergenti, acuti o arrotondati, diretti verso il basso ma non amplessicauli.
L'infiorescenza è compatta, costituita da piccoli fiori dal perianzio verde formato da 6 elementi di cui i 4 esterni rotondo-ovoidali, con escrescenze dure, rotonde o tetragonali. I sepali interni si arrotolano al momento della fruttificazione.
I futti sono acheni neri e lucenti, protetti da tepali persistenti che assumono colore rosso ruggine.
Tipo corologico: Circumbor. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica.
Eurosiber. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
Habitat: Prati fertili e concimati, lungo i fossati e nei pascoli, predilige terreno argilloso e ricco. Diffusione altitudinale da 0÷2.000 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Specie simile è Rumex thyrsiflorus Fingerh., che si distingue per le foglie più strette e lunghe e per l'infiorescenza maggiormente ramificata.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere deriva dal latino “rumex” = asta, lancia, con riferimento alla forma appuntita delle foglie di molte specie. Non ha consistenza la presunta derivazione da “rumen” riferita alla pratica che i Latini avevano di masticare le foglie della pianta. Il nome specifico si riferisce al sapore acidulo delle foglie.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Erba acida, antiscorbutica, astringente, rinfrescante, depurativa, diuretica, lassativa. La pianta contiene vitamina C, ossalato di potassio e acido ossalico, ferro.
La maggior parte delle specie di Rumex, contiene ossalati simili a quelli dello spinacio e del rabarbaro, queste sostanze in eccesso sono velenose. Qundo si trova nel foraggio fresco, in dosi eccessive, può causare distrubi digestivi, specialmente ai cavalli e alle pecore.
In passato i bimbi che abitavano in campagna, staccavano le cime del Romice per masticarle e per gustarne il succo leggermente acidulo che ricorda la buccia delle prugne. Dalle mie parti, nella bergamasca, veniva chiamata “erba cicia”, proprio a indicare questa abitudine.
Impiegata, grazie alle proprietà depurative e drenanti, nella cura delle malattie cutanee, quali l'acne, le pelli grasse e le punture degli insetti, in caso di eccessiva sudorazione e alitosi.
Le foglie fresche, sminuzzate e applicate sul viso, hanno effetto astringente sui pori dilatati.
In cucina le foglie giovani e fresche, possono essere impiegate per insaporire insalate, minestre, formaggi molli, frittate, per acidificare e dare colore alla maionese o alle pastelle per fritture.
Ridotte a purèe, possono essere impiegate nella preparazione di salse, da accompagnare a pollame e pesce.
Era cibo comune presso egizi, greci e romani. Ancor oggi in Egitto, in Francia è coltivata ed appare spesso sulle tavole.
Le foglie si usano fresche, raccolte quando la pianta è ancora tenera onde evitare il sapore acre che assumono in seguito.
Il succo può essere efficacemente impiegato per togliere la ruggine, la muffa e le macchie d'inchiostro da lino, lana, argento e vimini.
Pianta tintoria: le foglie forniscono colorante giallo, il rizoma rosso.
Note e Curiosità: Una particolarità di questa pianta è che è incompatibile con le acque minerali e i contenitori in rame e in metallo in genere. In passato in mancanza di pentole in acciaio inossidabile, smaltate e in vetro, si raccomandava di non tagliarla o cuocerla con utensili di ferro per non farle prendere sgradevole sapore metallico.
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Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., Flora d'Italia.Edagricole, Bologna. 1982
ARIETTI N., La flora economica e popolare del territorio bresciano. Geroldi. Brescia 1974.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., Checklist of the Italian Vascular Flora. Palombi, Roma. 2005
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frutti maturi.
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Rocca di Mezzo (AQ), 1300m, giu 2008
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