Myocastor coypus (Molina, 1782)-Cuccioli
Rodentia-Myocastoridae
Casier (TV), 10 m, dic 2012
Foto di Pino Perino
Rodentia-Myocastoridae: Myocastor coypus (Molina, 1782) - nutria (cuccioli)
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Rodentia-Myocastoridae: Myocastor coypus (Molina, 1782) - nutria (cuccioli)
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Re: Rodentia-Myocastoridae: Myocastor coypus (Molina, 1782) - nutria (cuccioli)
ARCHIVIO de “IL CORRIERE DELLA SERA”
Le nutrie sono animali pericolosi per l' ambiente in quanto hanno soppiantato i nostri piccoli mammiferi fluviali, mettendoli in pericolo di estinzione. Sono animali cileni della famiglia dei castori, aggressivi, anche verso l' uomo e portatori di una malattia trasmissibile all' uomo, la leptospirosi. Tale patologia batterica infetta l' ospite attraverso la cute e, colonizzando fegato e reni, porta alla morte. L' infezione avviene attraverso le urine lasciate nell' acqua dalla nutria. Un recente studio svolto nella zona del Brenta in proposito afferma che «per le nutrie, è stata trovata una positività sierologica del 50%. L' animale, diffondendosi, può costituire un pericolo per l' uomo».
La nutria è un animale erbivoro che si nutre soprattutto di piante acquatiche. È stata introdotta dalle nostre parti in modo abusivo - probabilmente arriva dagli allevamenti chiusi per le pellicce di castorino - e da qualche tempo si sta riproducendo a ritmi elevatissimi. «Parliamo di decine di migliaia di esemplari - spiega Mauro Belardi del Wwf - che stanno creando non pochi problemi, soprattutto agli agricoltori. Scavano nel terreno, danneggiano gli argini delle risaie e i canneti».
Le nutrie sono animali pericolosi per l' ambiente in quanto hanno soppiantato i nostri piccoli mammiferi fluviali, mettendoli in pericolo di estinzione. Sono animali cileni della famiglia dei castori, aggressivi, anche verso l' uomo e portatori di una malattia trasmissibile all' uomo, la leptospirosi. Tale patologia batterica infetta l' ospite attraverso la cute e, colonizzando fegato e reni, porta alla morte. L' infezione avviene attraverso le urine lasciate nell' acqua dalla nutria. Un recente studio svolto nella zona del Brenta in proposito afferma che «per le nutrie, è stata trovata una positività sierologica del 50%. L' animale, diffondendosi, può costituire un pericolo per l' uomo».
La nutria è un animale erbivoro che si nutre soprattutto di piante acquatiche. È stata introdotta dalle nostre parti in modo abusivo - probabilmente arriva dagli allevamenti chiusi per le pellicce di castorino - e da qualche tempo si sta riproducendo a ritmi elevatissimi. «Parliamo di decine di migliaia di esemplari - spiega Mauro Belardi del Wwf - che stanno creando non pochi problemi, soprattutto agli agricoltori. Scavano nel terreno, danneggiano gli argini delle risaie e i canneti».
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Re: Rodentia-Myocastoridae: Myocastor coypus (Molina, 1782) - nutria (cuccioli)
Da un pò di tempo sono arrivati sul Sile; sulla Piavesella li ho visti quest'anno per la prima volta. Che facciano dei danni non faccio fatica a crederlo e che possano trasmettere la leptospirosi anche, come tanti altri roditori che popolano i corsi dei fiumi e gli stessi ambienti urbani. Ormai ho una certa età e ricordo quando 60 anni fa, la scuola ci accompagnava a vedere come novità, l'allevamento di "castorini" che un caseificio aveva messo in piedi per guadagnare sulle loro pelli. Già allora, lungo il Brenta, se ne potevano vedere perchè sfuggiti a questi allevamenti e poi perchè lasciati andare non essendo più remunerativi. Che dire? ....che quei piccoletti a me sono simpatici; e come evito l'immondizia lasciata in gran quantità dentro ai corsi d'acqua e le rive, cerco di evitare di entrare nelle acque dove ci sono i "castorini" e gli altri "toponi".
E' la fatica del nostro tempo un pò troppo distratto alle conseguenze di certe scelte.
Ciao, Pino
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Re: Rodentia-Myocastoridae: Myocastor coypus (Molina, 1782) - nutria (cuccioli)
Ragazzi, il fatto che la nutria, espressione storica della bioglobalizzazione del nostro tempo, rappresenti uno dei peggiori portatori di danni bioambientali, igienici, medico-sanitari ed economici, è fuori discussione. Però bisogna anche pensare questo: d'ora in avanti nessuno sarà mai in grado (e la cosa, sinceramente, non avrebbe senso) di estirparla dai territori invasi e, dunque, bene o male ci si deve fare una ragione di convivenza, anche, ahimè, nei riguardi degli autoctoni spodestati. Quando Rattus norvegicus divenne un flagello, fu all'incirca la stessa cosa, specialmente sul piano igienico-sanitario e oggi, giustamente, ratto = schifo + degrado. Ma è anche vero che si rimane disarmati quando si verificano incontri ravvicinati come quello capitatomi lo scorso settembre, percorrendo a piedi via Rombon (periferia E di Milano). Un grosso esemplare, nero e bellissimo, mi ha sbarrato la strada a circa 2 m dai miei piedi, io mi sono fermato e mi sono accosciato rimanendo fermo a guardarlo; lui, guardandomi, si è avvicinato piano piano fino ad annusarmi una scarpa e io a quel punto ho azzardato una carezza sulla testa della bestiola, la quale si è dimostrata contentissima dell'attenzione, senza un briciolo di paura, esponendosi (come un gatto) a ulteriori carezze e vezzeggiamenti. Quando mi sono alzato per riprendere il cammino, l'ho scavalcato per proseguire verso casa. Dopo 200 m mi sono rigirato indietro accorgendomi che mi stava ancora seguendo a pochi cm!!! Conclusione -io dico- questi lanzichenecchi invasori sono comunque animali curiosi, ingegnosi e intelligenti, che all'occasione dimostrano di sapersi relazionare egregiamente anche con il loro più acerrimo nemico, l'uomo (come osserva Danilo Mainardi). Diamogli atto di buona volontà e intelligenza e ingegnamoci anche noi a limitare i loro danni, ma amiamoli come tutto sommato amiamo Ailanthus altissima, Buddleja davidii e Phytolacca americana!
Enrico
Enrico

Σκιᾶϛ ὄναρ ἄνθροπος (Pindaro, Pitiche VIII)