Plantago altissima L. - Piantaggine palustre
Moderatori: Anja, Marinella Zepigi
- Silvano Radivo
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- Nome: Silvano
- Cognome: Radivo
- Residenza(Prov): Udine (UD)
- Località: Udine
Plantago altissima L. - Piantaggine palustre
Plantago altissima L.
Sp. Pl., ed. 2: 164 (1762)
Plantaginaceae
Piantaggine palustre, Français: Plantain très élevé
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Descrizione: Pianta perenne alta 50-90(120) cm, con scapo/i (1 o più raggruppati) eretto/i profondamente solcato/i, rizoma grosso brevemente suborizzontale, provvisto di radichette secondarie ±parallele caratteristicamente ingrossate (diam. >=1 mm).
Foglie tutte basali in rosetta, mancanti in inverno, glabre e lucide, lineari-lanceolate, lar. 2-4 cm ed allungatissime (fino a 40 cm), alla base ristrette, con 3-5 nervature parallele; margine a seghettatura rada, ma evidente.
Infiorescenza a spiga cilindrica lunga fino a 6 cm; singoli fiori tetrameri protetti da brattee ovato-acuminate di 6-7 mm; calice con 4 sepali, di cui gli anteriori saldati in unica lamina biloba ed i posteriori liberi; corolla tubolare membranosa con 4 lobi lanceolati bruni; 4 stami con filamenti sporgenti ed antere (1,8 mm) cuoriformi giallastre; ovario supero bicarpellare; fioritura che tipicamente procede gradualmente dal basso verso l'alto sulla spiga.
Frutto a capsula (pissidio) con deiscenza trasversale, con (1)-2 semi ellittici lunghi 3 mm.
Tipo corologico: SE-Europ. - Soprattutto nella regione Carpatico-Danubiana.
Habitat: Prati umidi in pianura e bassa collina su suoli minerali oligotrofici, ma anche torbosi, spesso disseccati in estate; praterie costiere salmastre. Nello stesso ambiente vegetano spesso Allium suaveolens e Molinia caerulea; in FVG la condivisione di habitat con quest'ultima è regolare, con esclusione dei suoli a lungo allagati. Da 0 a 400 m.
Specie di lista rossa nazionale, minacciata per distruzione dei biotopi in cui vive.
Sistematica e possibili confusioni: La specie, in accordo con PIGNATTI, fa parte di un gruppo che ne comprende altre due, molto affini:
Plantago lanceolata L., la principale del raggruppamento, presente in tutto il territorio italiano, molto comune e generalmente sinantropica, difficilmente supera l'altezza di 50 cm; si differenzia per avere la radice principale rizomatosa disposta non orizzontalmente e le radici secondarie contorte e molto sottili, spiga di regola più breve (al massimo 5 cm), con brattee fiorali di 4-5 mm; si presenta in varietà che possiedono diverso grado di tomentosità e varia dimensione delle foglie;
Plantago argentea Chaix (= P. victorialis Poiret), presente con due sottospecie, è alta 20-50 cm, ha rizoma verticale od obliquo con radichette secondarie ingrossate, scapo solcato solo in alto e debolmente, foglie pubescenti argentino-sericee strette (0,5-1 cm), spiga lunga 1-1,5 cm, con brattee fiorali <5 mm, antere bianche.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Plantago: dal latino "plánta" = "pianta del piede", per la forma delle foglie di certe specie;
altissima: superlativo di "altus" = "alto", in latino.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Tutte le specie del genere Plantago condividono le medesime proprietà medicinali. Della pianta si utilizzano radici, parti aeree e semi.
Le radici possiedono proprietà astringenti, mentre le parti aeree sono usate come antinfiammatori, antibatterici ed antiallergici, sia nelle affezioni dell'apparato respiratorio sia in quelle dell'apparato gastroenterico ed urinario; ai semi sono attribuite facoltà emollienti e rinfrescanti.
In particolare si impiega:
- il decotto di radici contro la diarrea (uso interno) e per impacchi esterni su ferite, ulcere e piaghe;
- l'infuso di parti aeree come antinfiammatorio ed antibiotico e per curare dermatosi ed allergie;
- il decotto di semi nelle infiammazioni intestinali e, esternamente, per infiammazioni e dermatiti;
- l'impiastro di foglie fresche stropicciate o pestate contro punture d'insetti, piaghe e ferite (antiemorragico);
- la tintura madre alcolica (uso interno) come antinfiammatorio, antibatterico ed antiallergico (apparato respiratorio, gastroenterico ed urinario) e, per uso esterno, applicandola localmente nelle dermatiti ed allergie cutanee.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore
ZENARI S., 1956. Flora escursionistica, Zannoni Editore, Padova
http://flora.uniud.it/
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Silvano Radivo
Sp. Pl., ed. 2: 164 (1762)
Plantaginaceae
Piantaggine palustre, Français: Plantain très élevé
Forma Biologica: H ros - Emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
Descrizione: Pianta perenne alta 50-90(120) cm, con scapo/i (1 o più raggruppati) eretto/i profondamente solcato/i, rizoma grosso brevemente suborizzontale, provvisto di radichette secondarie ±parallele caratteristicamente ingrossate (diam. >=1 mm).
Foglie tutte basali in rosetta, mancanti in inverno, glabre e lucide, lineari-lanceolate, lar. 2-4 cm ed allungatissime (fino a 40 cm), alla base ristrette, con 3-5 nervature parallele; margine a seghettatura rada, ma evidente.
Infiorescenza a spiga cilindrica lunga fino a 6 cm; singoli fiori tetrameri protetti da brattee ovato-acuminate di 6-7 mm; calice con 4 sepali, di cui gli anteriori saldati in unica lamina biloba ed i posteriori liberi; corolla tubolare membranosa con 4 lobi lanceolati bruni; 4 stami con filamenti sporgenti ed antere (1,8 mm) cuoriformi giallastre; ovario supero bicarpellare; fioritura che tipicamente procede gradualmente dal basso verso l'alto sulla spiga.
Frutto a capsula (pissidio) con deiscenza trasversale, con (1)-2 semi ellittici lunghi 3 mm.
Tipo corologico: SE-Europ. - Soprattutto nella regione Carpatico-Danubiana.
Habitat: Prati umidi in pianura e bassa collina su suoli minerali oligotrofici, ma anche torbosi, spesso disseccati in estate; praterie costiere salmastre. Nello stesso ambiente vegetano spesso Allium suaveolens e Molinia caerulea; in FVG la condivisione di habitat con quest'ultima è regolare, con esclusione dei suoli a lungo allagati. Da 0 a 400 m.
Specie di lista rossa nazionale, minacciata per distruzione dei biotopi in cui vive.
Sistematica e possibili confusioni: La specie, in accordo con PIGNATTI, fa parte di un gruppo che ne comprende altre due, molto affini:
Plantago lanceolata L., la principale del raggruppamento, presente in tutto il territorio italiano, molto comune e generalmente sinantropica, difficilmente supera l'altezza di 50 cm; si differenzia per avere la radice principale rizomatosa disposta non orizzontalmente e le radici secondarie contorte e molto sottili, spiga di regola più breve (al massimo 5 cm), con brattee fiorali di 4-5 mm; si presenta in varietà che possiedono diverso grado di tomentosità e varia dimensione delle foglie;
Plantago argentea Chaix (= P. victorialis Poiret), presente con due sottospecie, è alta 20-50 cm, ha rizoma verticale od obliquo con radichette secondarie ingrossate, scapo solcato solo in alto e debolmente, foglie pubescenti argentino-sericee strette (0,5-1 cm), spiga lunga 1-1,5 cm, con brattee fiorali <5 mm, antere bianche.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Plantago: dal latino "plánta" = "pianta del piede", per la forma delle foglie di certe specie;
altissima: superlativo di "altus" = "alto", in latino.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Tutte le specie del genere Plantago condividono le medesime proprietà medicinali. Della pianta si utilizzano radici, parti aeree e semi.
Le radici possiedono proprietà astringenti, mentre le parti aeree sono usate come antinfiammatori, antibatterici ed antiallergici, sia nelle affezioni dell'apparato respiratorio sia in quelle dell'apparato gastroenterico ed urinario; ai semi sono attribuite facoltà emollienti e rinfrescanti.
In particolare si impiega:
- il decotto di radici contro la diarrea (uso interno) e per impacchi esterni su ferite, ulcere e piaghe;
- l'infuso di parti aeree come antinfiammatorio ed antibiotico e per curare dermatosi ed allergie;
- il decotto di semi nelle infiammazioni intestinali e, esternamente, per infiammazioni e dermatiti;
- l'impiastro di foglie fresche stropicciate o pestate contro punture d'insetti, piaghe e ferite (antiemorragico);
- la tintura madre alcolica (uso interno) come antinfiammatorio, antibatterico ed antiallergico (apparato respiratorio, gastroenterico ed urinario) e, per uso esterno, applicandola localmente nelle dermatiti ed allergie cutanee.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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culmi striato-scanalati, foglie con seghettatura rada, ma evidente
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