Sp. Pl., ed. 2, 1: 435 (1762)
Githago segetum Link, Lychnis githago (L.) Scop.
Caryophyllaceae
Gittaione comune, Gittaione, Mazzettone, Deutsch: Kornrade
English: Common corn-cockle
Español: Neguilla
Français: Nielle des blés
Forma Biologica: T scap - Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea annuale, eretta, poco ramosa, alta 30-100 cm, rivestita di peli biancastri.
Foglie opposte, sessili, lineari o strettamente lanceolate (3-10 cm x 0,3-0,1 cm), con margine intero, percorse da una robusta nervatura centrale, prive di stipole, tomentose, di colore verde-azzurrognolo.
Fiori ermafroditi, solitari, di 3-4 cm di diametro, portati da un peduncolo fiorale lungo 5-20 cm, peloso. Calice ricoperto di peli ruvidi, formato da 5 sepali saldati in un tubo ovale-campanulato, ristretto superiormente, con 10 nervature, diviso superiormente in 5 lacinie lineari acute, lunghe 3-5 cm, raggianti. Corolla a 5 petali violetti tendenti al roseo, più chiari verso il centro e con sottili striature brunastre verso l'esterno, più corti delle lacinie calicine, obovati, e leggermente smarginati, glabri. Stami 10 alternativamente brevi e lunghi, con antere oblunghe; ovario cilindrico, uniloculare con 5 stili lineari alterni ai segmenti del calice, pelosi alla base.
Il frutto è una capsula ellissoidale, polisperma, lunga 3-4 cm, deiscente per 5 denti terminali; semi numerosi, bruno-violacei, cuneiformi, tubercolati.
2n=48
Tipo corologico: Europ.-Caucas. - Europa e Caucaso.
Eurosiber. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
Distribuzione: Presente in tutte le regioni italiane.
Il gittaione, come altre infestanti del frumento, sarebbe originario delle steppe aralo-caspiche e dell'Iran da dove arrivò nelle nostre regioni in epoca preistorica insieme alle prime coltivazioni di cereali provenienti da quelle regioni. Attualmente è presente in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale e anche Nord America dove è stato introdotto negli ultimi secoli con le sementi provenienti dal Vecchio Mondo.
Habitat: Dalla pianura a 1300-1400 m.s.l.m., infestante nei campi di grano e di altri cereali, ambiente ideale per il suo sviluppo, predilige terreni argillosi e ricchi di elementi nutritivi. Difficilmente questa specie esce dai coltivi, nel qual caso scompare rapidamente da un anno all'altro.
Un tempo era un elemento comune delle messi, insieme al fiordaliso, allo specchio di venere ecc., ma negli ultimi decenni il gittaione, soprattutto a causa del sempre maggior impiego di diserbanti chimici selettivi e anche per una più accurata pulitura delle sementi, è divenuto piuttosto raro ed è completamente scomparso in parecchie località.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome generico deriva dal greco agros= campo, e stemma= corona, ossia "corona dei campi", mentre meno certa è l'origine dell'epiteto specifico: deriverebbe dalla voce esotica "gith", di significato incerto oppure dal latino git, antico nome del coriandolo nero ( Nigella sativa),che ha semi molto simili a quelli del gittaione.
Proprietà ed utilizzi:

Nella medicina popolare si utilizzava la radice contusa per preparare cataplasmi utili nelle eruzioni cutanee, e i semi come espettoranti e diuretici. Per quest'ultimo uso, la farmacopea ne sconsiglia vivamente da tempo l'utilizzo, in quanto i semi del gittaione contengono saponine velenose (gitagina, gitagenina). A causa dei semi velenosi, un tempo, questa infestante delle messi era temuta, poichè i semi maturi mescolati e macinati nelle farine insieme a quelli dei cereali causavano gravi avvelenamenti alimentari, noti con il nome di "gitagismo", caratterizzato da nausee, vomito, cefalea, febbre, contrazioni muscolari, delirio.
Note e Curiosità: I semi del gittaione germinano in autunno, ma si sviluppano nella primavera successiva, seguendo il ciclo biologico dei cereali vernini. L'impollinazione è effettuata da farfalle notturne e la disseminazione avviene spontaneamente prima della mietitura oppure tramite l'uomo che lo reintroduce involontariamente durante le semine dei cereali.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005 - Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
NEGRI G.-Nuovo Erbario Figurato-Hoepli ed. Milano
PIGNATTI S., 1982 - Flora d'Italia. Bologna
ZANGHERI P., 1976 - Flora italica. Padova
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Patrizia Ferrari