Tozzia alpina L. subsp. alpina - Tozzia
Inviato: 24 giu 2008, 16:44
Tozzia alpina L. subsp. alpina
Sp. Pl.: 607 (1753)
Orobanchaceae
Tozzia, Tozzia alpina, Deutsch: Alpenrachen
Français: Tozzie des Alpes
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Piccola pianta erbacea perenne con rizoma a squame carnose, alta da 15-40 cm, molto delicata, provvista di fusti fragili, prostrati, quadrangolari, ramosi sin dalla base e muniti di peli riflessi sugli angoli.
Foglie di un verde tenue, ovate, opposte, sessili gen. lunghe 1-2 cm, che abbracciano leggermente il fusto, le inferiori glabre, le superiori presentano da 1 a 3 piccoli denti per lato.
Infiorescenza singola o a piccoli racemi posti all'ascella delle foglie superiori provvista di un pedicello filiforme.
Corolla gialla dorata lunga ca 5-9 mm costituita da un tubo gracile, svasato ed un pò rigonfio nella parte superiore, bilabiata, col labbro superiore bilobo, quello inferiore trilobo, chiazzato di porpora all'interno. Calice tuboloso-campanulato è formato da sepali corti ovali ed ottusi.
Stami 4, didinami ( filamenti degli stami 2 + corti e 2 + lunghi), incurvati all'apice, ad antere biloculari, glabre, a logge mucronate alla base. Ovario con 2 ovuli per loggia, stilo flessuoso.
Frutti presentano delle piccolissime capsule subglobose di 1-2 mm col pericarpo un po' carnoso e l'endocarpo crostaceo, bivalve, ma che contegono un solo seme ovale.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Cresce sulle fasce montane da 1200 a 2100 m su suoli umidi ed ombrosi, sotto cespuglieti subalpini, in prossimità delle sponde di ruscelli e sorgenti, ama luoghi a microclima fresco.
Sistematica e possibili confusioni: Specie molto rara, che trova il suo limite più meridionale di distribuzione proprio nell'Appennino Romagnolo. Rimasto l'unico sito appenninico, poichè nel versante Toscano non è stata più ritrovata. Il suo areale all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi si è ridotto notevolmente forse a causa degli interventi di sistemazione di alcune scarpate.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere Tozzia fu dato in onore a Bruno Tozzi (1656 -1743), insigne botanico e monaco di Vallombrosa che insieme a Pier Antonio Micheli fondò nel 1717 la Società Botanica e fu nominato anche socio della Royal Society di Londra. Il nome specifico in riferimento al luogo di crescita.
Principali Fonti
Pignatti S. 1982 -Flora d'Italia. Bologna
Zangheri P. 1976- Flora Italica. Padova
Lauber K. e Wagner G., 2001 -Flora Helvetica. Berna
Conti F., Abbate G. ,Alessandrini A., Blasi C., 2005 -An Annoted Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
http://www.ipni.org/index.html
Scheda realizzata da Mirna Medri
Un ringraziamento speciale ai Sig. E. Contarini, F. Semprini e Gigi che ci hanno fatto conoscere l'areale di questa rara entità.
Sp. Pl.: 607 (1753)
Orobanchaceae
Tozzia, Tozzia alpina, Deutsch: Alpenrachen
Français: Tozzie des Alpes
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Piccola pianta erbacea perenne con rizoma a squame carnose, alta da 15-40 cm, molto delicata, provvista di fusti fragili, prostrati, quadrangolari, ramosi sin dalla base e muniti di peli riflessi sugli angoli.
Foglie di un verde tenue, ovate, opposte, sessili gen. lunghe 1-2 cm, che abbracciano leggermente il fusto, le inferiori glabre, le superiori presentano da 1 a 3 piccoli denti per lato.
Infiorescenza singola o a piccoli racemi posti all'ascella delle foglie superiori provvista di un pedicello filiforme.
Corolla gialla dorata lunga ca 5-9 mm costituita da un tubo gracile, svasato ed un pò rigonfio nella parte superiore, bilabiata, col labbro superiore bilobo, quello inferiore trilobo, chiazzato di porpora all'interno. Calice tuboloso-campanulato è formato da sepali corti ovali ed ottusi.
Stami 4, didinami ( filamenti degli stami 2 + corti e 2 + lunghi), incurvati all'apice, ad antere biloculari, glabre, a logge mucronate alla base. Ovario con 2 ovuli per loggia, stilo flessuoso.
Frutti presentano delle piccolissime capsule subglobose di 1-2 mm col pericarpo un po' carnoso e l'endocarpo crostaceo, bivalve, ma che contegono un solo seme ovale.
Tipo corologico: Orof. S-Europ. - Orofita sud-europea (catene dell'Europa meridionale, dalla Penisola Iberica, Alpi, ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia).
Habitat: Cresce sulle fasce montane da 1200 a 2100 m su suoli umidi ed ombrosi, sotto cespuglieti subalpini, in prossimità delle sponde di ruscelli e sorgenti, ama luoghi a microclima fresco.
Sistematica e possibili confusioni: Specie molto rara, che trova il suo limite più meridionale di distribuzione proprio nell'Appennino Romagnolo. Rimasto l'unico sito appenninico, poichè nel versante Toscano non è stata più ritrovata. Il suo areale all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi si è ridotto notevolmente forse a causa degli interventi di sistemazione di alcune scarpate.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere Tozzia fu dato in onore a Bruno Tozzi (1656 -1743), insigne botanico e monaco di Vallombrosa che insieme a Pier Antonio Micheli fondò nel 1717 la Società Botanica e fu nominato anche socio della Royal Society di Londra. Il nome specifico in riferimento al luogo di crescita.
Principali Fonti
Pignatti S. 1982 -Flora d'Italia. Bologna
Zangheri P. 1976- Flora Italica. Padova
Lauber K. e Wagner G., 2001 -Flora Helvetica. Berna
Conti F., Abbate G. ,Alessandrini A., Blasi C., 2005 -An Annoted Checklist of the Italian Vascular Flora. Roma
http://www.ipni.org/index.html
Scheda realizzata da Mirna Medri
Un ringraziamento speciale ai Sig. E. Contarini, F. Semprini e Gigi che ci hanno fatto conoscere l'areale di questa rara entità.