Juglans regia L. - Noce
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Juglans regia L. - Noce
Juglans regia L.
Sp. Pl.: 997 (1753)
Juglandaceae
Noce comune, Noce, Deutsch: Echte Walnuss
English: Common walnut
Español: Nogal común
Français: Noyer commun
Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Albero piuttosto longevo, alto fino a 25 m, con diametro massimo del fusto di oltre 1 m.
Fusto diritto e vigoroso, con corteccia grigio chiara e liscia in soggetti giovani, quindi, a maturità, scura e fessurata longitudinalmente.
Rami grossi patenti, inseriti a non grande altezza, da giovani grigio-rossastri, poi anch'essi grigi chiari. Chioma ampia e globosa, alquanto densa.
Ramicelli grossolani e tozzi, portanti all'apice vistose gemme fogliari grigie scagliose e tomentose, accompagnate da due laterali più ridotte e, più in basso, gemme fiorali maschili coniche a piccole squame verdi-grigiastre, unitamente ad altre gemme fogliari piccole a schiusura più tardiva.
Foglie grandi di odore fragrante, imparipennate composte da 5-9 segmenti subsessili, ellittico-lanceolati od obovati, a margine intero, i 3 apicali di 2-5 x 5-10 cm, con pagina superiore verde scuro ed inferiore verde nettamente più chiaro; nervature secondarie molto evidenti, che raggiungono quasi il margine.
Fiori unisessuati: amenti maschili penduli (1 x 5-8 cm), di colore verde-bruno, a perigonio con 5-6 lobi e numerosi stami; fiori femminili, all'apice dei rametti dell'anno in gruppi di 1-5, ad ovario infero e con due tipici stimmi ricciuti voluminosi, bianco-giallastri e ricurvi all'infuori.
I frutti, solitari o a gruppi, sono caratteristiche drupe, ovali o globose (3-4 x 4-6 cm) con epicarpo carnoso verde ricchissimo di tannino (mallo), che copre un endocarpo legnoso marrone chiaro leggermente solcato (noce), proteggente a sua volta il seme (gheriglio) a 4 lobi, meandriforme, oleoso e commestibile.
Tipo corologico: SW-Asiat. - Asia occidentale e meridionale
Distribuzione: Pianta che si ipotizza originaria dell'Asia centro-occidentale, secondo alcuni nativa anche dell'Estremo Oriente e della penisola balcanica, non della penisola italica. E' comunque stata diffusa da epoca antichissima in tutta l'Europa sud-occidentale, Italia compresa. Qui è stata largamente coltivata fino all'abbandono agrario delle campagne negli anni 60 del '900.
E' presente e naturalizzata in quasi tutte le regioni italiane, dalla pianura fino a 1200 m.
Habitat: Preferisce terreni silicei, freschi e profondi. Teme le temperature molto basse e dunque predilige le esposizioni soleggiate, soprattutto alle quote superiori in cui vegeta; non tollera altresì l'eccessivo calore e l'aridità e rifugge i terreni eccessivamente impregnati d'acqua. Non è specie gregaria ed è dunque difficilissimo ritrovarla in formazioni boschive, salvo ai margini e nelle radure.
Sistematica e possibili confusioni: Si distingue dal noce americano (Juglans nigra L.), introdotto in piantagioni in epoca relativamente più recente, perché quest'ultimo ha corteccia scura fessurata anche in età giovanile, foglie imparipennate con più di 9 segmenti, frutto globoso grande con epicarpo prima giallo-verdastro chiaro un po' rugoso, poi bruno-nerastro ed endocarpo profondamente solcato, tondeggiante e bruno.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome del genere dal latino "Jupiter" = Giove e "glans" = ghianda, quindi "ghianda di Giove", poiché presso gli antichi il noce era sacro a Giove; l'epiteto specifico regia è sempre riferito al re degli dei, cioè allo stesso Giove.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Albero molto apprezzato e noto, economicamente importante sia per il valore del legno sia per il frutto.
Il legno, ad alburno grigio chiaro e durame bruno scuro, talora venato, è semiduro e pesante, facilmente lavorabile e dall'antichità fino ad oggi è stato impiegato, sia massiccio sia come sfogliato o tranciato, nella fabbricazione di mobili di pregio e di lusso. Raffinatissime sono le marezzature presenti nelle radiche e nelle capitozze, adatte per intarsi. In anni recenti, grazie a finanziamenti erogati da Regolamenti dell'Unione Europea, molti impianti da legno di noce comune sono stati realizzati nel nostro paese, soprattutto in zone di pianura e collina.
I frutti si consumano allo stato fresco (in realtà necessitano di un periodo di essiccazione) oppure si destinano all'industria dolciaria; le noci sono apprezzate anche in cucina, per varie ricette. Le noci non ancora mature sono usate per la preparazione di un particolare liquore - il nocino - tradizionale nel Trentino. Particolarmente ricercate sono le noci di Sorrento (SA), una delle migliori varietà del mercato. L'olio di noci, presente al 25% circa nei semi, è di gran valore ed è impiegato nell'industria alimentare, farmacologica e cosmetica. Mallo, foglie e gemme hanno proprietà astringenti, depurative, ipotensive, digestive, antinfiammatorie, antisettiche.
Infine merita ricordare che la pianta è stata spesso impiegata in passato per alberature stradali, ancor oggi visibili soprattutto nell'Italia meridionale ed in paesi di montagna.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
Fenaroli L. - Gli alberi d'Italia - 1967 Ed. Martello
Morandini R. - Monti e Boschi - 1957 T.C.I.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Silvano Radivo
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Juglandaceae
Noce comune, Noce, Deutsch: Echte Walnuss
English: Common walnut
Español: Nogal común
Français: Noyer commun
Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Albero piuttosto longevo, alto fino a 25 m, con diametro massimo del fusto di oltre 1 m.
Fusto diritto e vigoroso, con corteccia grigio chiara e liscia in soggetti giovani, quindi, a maturità, scura e fessurata longitudinalmente.
Rami grossi patenti, inseriti a non grande altezza, da giovani grigio-rossastri, poi anch'essi grigi chiari. Chioma ampia e globosa, alquanto densa.
Ramicelli grossolani e tozzi, portanti all'apice vistose gemme fogliari grigie scagliose e tomentose, accompagnate da due laterali più ridotte e, più in basso, gemme fiorali maschili coniche a piccole squame verdi-grigiastre, unitamente ad altre gemme fogliari piccole a schiusura più tardiva.
Foglie grandi di odore fragrante, imparipennate composte da 5-9 segmenti subsessili, ellittico-lanceolati od obovati, a margine intero, i 3 apicali di 2-5 x 5-10 cm, con pagina superiore verde scuro ed inferiore verde nettamente più chiaro; nervature secondarie molto evidenti, che raggiungono quasi il margine.
Fiori unisessuati: amenti maschili penduli (1 x 5-8 cm), di colore verde-bruno, a perigonio con 5-6 lobi e numerosi stami; fiori femminili, all'apice dei rametti dell'anno in gruppi di 1-5, ad ovario infero e con due tipici stimmi ricciuti voluminosi, bianco-giallastri e ricurvi all'infuori.
I frutti, solitari o a gruppi, sono caratteristiche drupe, ovali o globose (3-4 x 4-6 cm) con epicarpo carnoso verde ricchissimo di tannino (mallo), che copre un endocarpo legnoso marrone chiaro leggermente solcato (noce), proteggente a sua volta il seme (gheriglio) a 4 lobi, meandriforme, oleoso e commestibile.
Tipo corologico: SW-Asiat. - Asia occidentale e meridionale
Distribuzione: Pianta che si ipotizza originaria dell'Asia centro-occidentale, secondo alcuni nativa anche dell'Estremo Oriente e della penisola balcanica, non della penisola italica. E' comunque stata diffusa da epoca antichissima in tutta l'Europa sud-occidentale, Italia compresa. Qui è stata largamente coltivata fino all'abbandono agrario delle campagne negli anni 60 del '900.
E' presente e naturalizzata in quasi tutte le regioni italiane, dalla pianura fino a 1200 m.
Habitat: Preferisce terreni silicei, freschi e profondi. Teme le temperature molto basse e dunque predilige le esposizioni soleggiate, soprattutto alle quote superiori in cui vegeta; non tollera altresì l'eccessivo calore e l'aridità e rifugge i terreni eccessivamente impregnati d'acqua. Non è specie gregaria ed è dunque difficilissimo ritrovarla in formazioni boschive, salvo ai margini e nelle radure.
Sistematica e possibili confusioni: Si distingue dal noce americano (Juglans nigra L.), introdotto in piantagioni in epoca relativamente più recente, perché quest'ultimo ha corteccia scura fessurata anche in età giovanile, foglie imparipennate con più di 9 segmenti, frutto globoso grande con epicarpo prima giallo-verdastro chiaro un po' rugoso, poi bruno-nerastro ed endocarpo profondamente solcato, tondeggiante e bruno.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere dal latino "Jupiter" = Giove e "glans" = ghianda, quindi "ghianda di Giove", poiché presso gli antichi il noce era sacro a Giove; l'epiteto specifico regia è sempre riferito al re degli dei, cioè allo stesso Giove.
Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile officinale
Albero molto apprezzato e noto, economicamente importante sia per il valore del legno sia per il frutto.
Il legno, ad alburno grigio chiaro e durame bruno scuro, talora venato, è semiduro e pesante, facilmente lavorabile e dall'antichità fino ad oggi è stato impiegato, sia massiccio sia come sfogliato o tranciato, nella fabbricazione di mobili di pregio e di lusso. Raffinatissime sono le marezzature presenti nelle radiche e nelle capitozze, adatte per intarsi. In anni recenti, grazie a finanziamenti erogati da Regolamenti dell'Unione Europea, molti impianti da legno di noce comune sono stati realizzati nel nostro paese, soprattutto in zone di pianura e collina.
I frutti si consumano allo stato fresco (in realtà necessitano di un periodo di essiccazione) oppure si destinano all'industria dolciaria; le noci sono apprezzate anche in cucina, per varie ricette. Le noci non ancora mature sono usate per la preparazione di un particolare liquore - il nocino - tradizionale nel Trentino. Particolarmente ricercate sono le noci di Sorrento (SA), una delle migliori varietà del mercato. L'olio di noci, presente al 25% circa nei semi, è di gran valore ed è impiegato nell'industria alimentare, farmacologica e cosmetica. Mallo, foglie e gemme hanno proprietà astringenti, depurative, ipotensive, digestive, antinfiammatorie, antisettiche.
Infine merita ricordare che la pianta è stata spesso impiegata in passato per alberature stradali, ancor oggi visibili soprattutto nell'Italia meridionale ed in paesi di montagna.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
Fenaroli L. - Gli alberi d'Italia - 1967 Ed. Martello
Morandini R. - Monti e Boschi - 1957 T.C.I.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore
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Re: Juglans regia L. - Noce
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Albero isolato
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Re: Juglans regia L. - Noce
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Fusto di pianta matura
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Re: Juglans regia L. - Noce
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Gemme
Val Pellice (TO), 500 m , apr 2013
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Amenti maschili e foglie in evoluzione
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Amenti maschili, particolare
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Fiori femminili
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Fruttificazione immatura
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Re: Juglans regia L. - Noce
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Marzabotto (BO), 410 m, apr 2010
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Infiorescenze maschili immature
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Bari (BA), 15 m, ott 2010
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Crema (CR), 70 m, giu 2013
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Formazione della plantula
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