Sp. Pl.: 408 (1753)
Caryophyllaceae
Saponaria comune, Deutsch: Echtes Seifenkraut
English: Common soapwort
Español: Hierba de bataneros
Français: Saponaire officinale
Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta perenne, erbacea, provvista di rizoma strisciante, ramificato di colore bruno rossastro; fusti eretti o ascendenti, glabri o leggermente pubescenti, talvolta legnosi alla base. Alta sino a 1 m.
Gli steli sterili o semplici hanno foglie opposte, ovali, oblunghe e ricurve, le inferiori brevemente picciolate , le superiori sessili e opposte ai nodi, ricoperte di peli corti o glabre, rugose sugli orli, con 3(5) nervature rilevate.
I fiori di colore rosa più o meno intenso, con 5 petali appena smarginati, calice violaceo, tubuloso e pubescente, sono riuniti in cime compatte all'apice degli steli. Emanano un delicato profumo, soprattutto verso sera.
I frutti sono capsule oblungo-piriformi, deiscenti per 4 denti apicali, contengono numerosi semi reniformi, neri, con superficie tubercolata.
Tipo corologico: Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Eurosiber. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia.
Distribuzione: Diffusa in tutta l'Europa continentale, in Italia è molto comune ed è presente in tutto il territorio.
Habitat: Ama i terreni freschi e umidi, le rive dei corsi d'acqua, gli ambienti ruderali, campi e aree antropizzate. 0÷1.000 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Specie congeneri presenti nel nostro territorio:
Saponaria bellidifolia Sm. - Saponaria con foglie di pratolina, che si distingue per infiorescenza globosa, con fiori gialli e filamenti anche gialli, ampiamente sporgenti dai petali, rosetta di foglie basali e una sola coppia di foglie superiori.
Saponaria lutea L. - Saponaria gialla, che si distingue per stelo non ramificato, foglie basali lineari, appuntite, ciliate sui bordi, fiori gialli in infiorescenza pauciflora.
Saponaria ocymoides L. subsp. ocymoides - Saponaria rossa, pianta perenne che si distingue per fusti prostrati ramosissimi pubescenti su tutta la lunghezza, che si espandono formando cespugli fitti, tappezzanti e densamente fioriti di colore rosa-fucsia; foglie lanceolate, sessili; fiori portati da brevi peduncoli, raccolti in infiorescenze multiflore, lasse all’ascella delle foglie superiori, calice cilindrico pubescente-glanduloso di colore rosso-violaceo dentato all’apice, corolla formata da 5 petali spatolati di colore rosa-violetto.
Saponaria ocymoides subsp. alsinoides (Viv.) Arcang., assai somigliante alla subsp. nominale, ma più esile con infiorescenze più povere. Presente in SAR.
Saponaria calabrica Guss. - Saponaria calabrese, simile a S. ocymoides L., ma pianta annua con fusti glabri nella parte bassa.
Saponaria pumila Janch. - Saponaria minore, che si distingue per essere pianta con fusti legnosi, formante pulvini emisferici brevissimi e densi; fiori rosei, solitari portati da brevi rametti fogliosi.
Saponaria sicula Raf. - Saponaria sicula, che si distingue per fusti striati, cespugliosi densamente fogliosi e vischiosi in alto; foglie uninervie, infiorescenza contratta, pauciflora con fiori rosei, con lembo diviso quasi fino a metà in 2 lobi. Presente in SIC e SAR.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere driva dal latino”sapo” = “sapone e si riferisce all'alto contenuto di saponine di queste piante, che fanno schiuma come il sapone, il nome specifico dal latino "offícina"= laboratorio: usabile in farmaceutica, erboristeria, liquoristica, profumeria e simili.
Proprietà ed utilizzi:

Principali costituenti: saponina, resina e vitamina C.
Le sue proprietà sono principalmente depurative, diuretiche, espettoranti, sudorifere e toniche.
In medicina per uso interno in caso di gotta e dermatiti, congestioni bronchiali e ittero.
Oggi è usata raramente per il suo effetto irritante sull'apparato digerente. In eccesso distrugge i globuli rossi, provoca paralisi dei centri vasomotori.
Per uso esterno il decotto è utile in caso di dermatiti e per pelle colpita da acne o da psoriasi.
Sebbene talvolta venga consigliata come shampoo, può causare gravi irritazioni agli occhi.
La radice e le foglie essiccate venivano impiegate, prima che fosse avviata la produzione commerciale del sapone, intorno ai primi dell'Ottocento, come detergente per lavare capi delicati.
Un decotto ottenuto facendo bollire le diverse parti della pianta in acqua piovana è indicato per ridare splendore a tessuti antichi in seta, pizzi e ricami, i cui colori siano stati offuscati dalla polvere.
Note e Curiosità: Già usata come sapone dagli Assiri nell'VIII secolo a.C., cinque secoli prima di Cristo si parlava della saponaria per sgrassare la lana che le popolazioni nomadi dell'Asia impiegavano per tessere i loro famosi tappeti.
Attorno al 400 a. C., il grande medico Ippocrate citava le possibilità terapeutiche attribuite alle radici di saponaria "capace di depurare il corpo e donare alle donne una pelle rosata, degna di quella di Venere".
Usata dagli antichi romani nei bagni termali, in tempi passati medici arabi la impiegavano nella cura della lebbra.
In The English Physitian Enlarged ( 1653) Nicholas Culpeper afferma che questa pianta "è una cura eccellente contro la sifilide". Il suo impiego nel curare i sintomi di questa malattia e di altre malattie veneree era consigliato anche dalla Greve ( A Modern Herbal 1931), in particolar modo nei casi in cui aveva fallito il trattamento con mercurio, utilizzato per circa 400 anni.
Le specie appartenenti al genere Saponaria, per quanto riguarda l'area europea, sono state importate anticamente per portare una nota di colore nei giardini dei castelli, negli negli orti conventuali e nei chiostri dei monasteri; solo in seguito si sono diffuse e naturalizzate. Saponaria officinalis si rinviene sovente allo stato selvatico nei siti dei vecchi opifici lanieri, dove veniva un tempo coltivata per lavare il tessuto.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (a cura di), 2005. An annotated checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editore
AESCHIMANN D., LAUBER K., MOSER D.M., THEURILLAT J.P., 2004. Flora alpina, Zanichelli editore, Bologna
BOWN D., 1995. Encyclopaedia of Herbs and their Uses, Dorling Kindersley, London
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Marinella Zepigi.