Acta Plantarum
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Glossario dei termini botanici
(a cura di Giuliano Salvai e Giovanni Dose)


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1
Sprovvisto di brattee.
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0
Colore dell'avorio, assegnato ad alcune specie botaniche e micologiche.
Vedi il relativo termine in Etimologia:
ebúrneus
Altri termini con la stessa base etimologica sono, ad esempio:
Eborinus; Eboreus; Eburneocanus; Eburneocremeus; Eburneolus
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0
Lontano dal centro.
1
Dicesi di un organo con molte sporgenze acute e sottili simili a spine più o meno divergenti.
1
Organo con sottili punte e piccole sporgenze (spora o seme).
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0
Dicesi di piante che vegetano in zone dove la temperatura annua media è inferiore a 0° e la stagione vegetativa è limitata a 2 o 3 mesi. (Erbe di alta montagna, piante delle tundre)
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Disciplina che studia l'ambiente in cui è presente la vita (biosfera) in relazione alla sua interazione con gli organismi viventi.
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0
In ecologia, sistema formato dall'insieme degli organismi vegetali e animali che popolano un dato luogo (componente biotica o biocenosi) e dai fattori ambientali (componente abiotica o biotopo).
In relazione alla loro estensione gli ecosistemi si disinguono:
macroecosistemi (oceani - deserti - grandi foreste - ecc.)
mesoecosistemi ( boschi - garighe - macchie - stagni - ecc.)
microecosistemi ( tronchi di alberi abbattuti - acquari - aiuole ecc.)
L'ecosistema si considera l'unità fondamentale dei sistemi ecologici e ne rappresenta il primo livello gerarchico, in cui si verifica l'interazione tra fattori abiotici e biotici; a livelli successivi, si trovano
il bioma, formato da più ecosistemi,e
la biosfera, composta da un insieme di biomi.
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0
Popolazione sottospecifica, specializzata per ambienti differenti avendo differenti esigenze o diversi adattamenti fisiologici nei riguardi della luce, della temperatura e di altri fattori. In botanica dicesi di una pianta che assume aspetti particolari in relazione al suo ambiente di sviluppo.
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0
Ambiente di transizione, naturale oppure antropizzato, interposto tra fra due o più comunità (associazioni) biologiche diverse. Nell'ecotono si ha generalmente una maggiore biodiversità rispetto agli altri ambienti confinanti.
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0
Unità spaziale elementare di un paesaggio. Possiede caratteristiche funzionali e strutturali omogenee al proprio interno rispetto all'esterno. Può coincidere con il concetto di biotopo, che però privilegia l'aspetto animale e vegetale.
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0
Primo elemento di parole composte con significato di fuori, esterno.
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Dicesi di un parassita che vive sul tessuto esterno o in cavità aperte all’esterno di vegetali.
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Associazione simbiontica tra la radice di alcuni alberi (latifoglie e conifere), e le ife di alcuni funghi filamentosi, che le avvolgono penetrando all'interno della corteccia tra le cellule radicali e formando un reticolo. Quando le ife penetrano all'interno delle cellule radicali di molte piante erbacee, ortive e da frutto si parla di endomicorriza
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0
Organismo che vive e si nutre di un altro essere vivente.
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0
Relativo al suolo in rapporto alla sua struttura chimica e fisica, importante per sua influenza sulla distribuzione e sviluppo della flora e degli esseri viventi.
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0
Complesso delle condizioni di un suolo (bio-fisiche, chimiche e meccaniche) in relazione alla vita di una pianta
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0
Mangereccio.
1
Dicesi di pianta effimera, a ciclo biologico molto corto.
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0
Aumento di incremento di singoli alberi che abbiano ricevuto beneficio da un diradamento o da una concimazione.
1
Di breve durata. Si dice di piante che compiono il loro ciclo vitale entro due mesi e di fiori che rimangono aperti poche ore e poi appassiscono.
1
Ampio, aperto, sparso (dicesi di inforescenze).
1
Impollinazione che avviene sopra l'acqua (es. Ruppia maritima).
Si distinghe da ipohidrogamia dove l'impollinazione avviene dentro l'acqua visto che i fiori sono sommersi.(es Ceratophyllum)
2
Frutto che si divide in tanti pezzi distinti quante sono le logge, riunite intorno alla columella centrale, che persiste dopo la caduta dei pezzi. Simile ad uno schizocarpo dal quale di differenzia per la sua particolare deiscenza. (Ricinus communis L.).
Altri frutti delle Euphorbiaceae presentano caratteristiche simili al elaterio (Ecbalium e Impatiens) che aprendosi bruscamente lanciano i semi a distanza (deiscenza esplosiva)
1
(o elaiosoma) Piccola appendice ricca di sostanze grasse di alcuni semi, utile per la dispersione, può essere caruncola o strofiolo.
Particolarmente apprezzata dalle formiche che trasportano i semi nel formicaio, e dopo aver consumato gli eleosomi, li abbandonano provvedendo in dal modo alla disseminazione.
2
Infiorescenza cimosa del tipo monocasio,con gli assi laterali che nascono alternativamente da un lato e dal altro lato dell’asse madre, tanto da assumere un aspetto ad elica
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0
E' la trasformazione di organi vegetativi durante lo sviluppo della pianta.
1
Specie che per svilupparsi predilige  ambienti luminosi e soleggiati.
Si contrappone a eliofoba.
1
Specie che si sviluppa in ambienti ombreggiati e scarsamente illuminati, come le piante del sottobosco. (Sin. eliosciafila, sciafila, eliofuga, lucifuga).
Si contrappone a eliofila.
1
E' la capacità delle piante di muoversi durante il giorno, orientandosi in relazione agli stimoli provocati dai raggi solari.
Si parla di:
diaeliotropismo quando le lamine delle foglie si orientano perpendicolari rispetto ai raggi solari (Helianthus annuus),
paraeliotropismo le lamine delle foglie si orientano parallelamente ai raggi solari (Lactuca serriola).
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0
Forma di un corpo solido che ha la sezione longitudinale ellittica e quella trasversale circolare, più ampio al centro, con i margini che si assottigliano in modo convesso e uniforme alle due estremità.
1
Riferito alla forma della foglia quando ha un perimetro simile ad una ellisse e cioè più lungo che largo e normalmente ristretto e rotondato alle due estremità. La larghezza massima si trova verso la metà della foglia e le due semilamine, assottigliate, apicale e basale, sono quasi sovrapponibili.
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0
Lacinie del perianzio che saldate o conniventi formano una specie di calotta o casco. (Aconito)
1
Piante che pur essendo radicate al suolo, vivono prevalentemente con le radici e le gemme ricoperte da acqua, mentre restano aeree foglie e fiori. Come il riso, il papiro, varie mangrovie, le specie dei generi phragmites e typha, ecc.
Secondo la classificazione di Raunkjaer per la forma biologica, il raggruppamento comprendente tali piante viene abbreviato con la sigla he
Le Elofite insieme con le Idrofite appartengono alle Macrofite acquatiche.
1
Dicesi dell' apice ampio di un organo, con incavo centrale, acuto, profondo, (piú profondo che in retuso).
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0
Vedi sin. imbricato.
1
(o Cotiledoni) sono le prime foglie differenziate dall’embrione (foglie embrionali), che in alcuni casi escono dal terreno svolgendo la funzione fotosintetica (faggio, pino) , mentre in altri (noce, quercia) non partecipano alla funzione clorofilliana o vi partecipano in modo limitato (fagiolo) diventando organi di riserva spesso rimanendo ipogei.
Il cotiledone delle graminacee è trasformato in un organo (scutello) che svolge funzione di secrezione di enzimi e di assorbimento delle sostanze nutritive dal seme.
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0
(o Sospensore) Struttura pluricellulare che nel sacco embrionale delle Fanerogame sostiene e tiene sospeso l'embrione e serve per la sua nutrizione.
1
Formazione dell’embrione animale o vegetale a partire dalla cellula uovo fecondata o non fecondata (partenogenesi), o da cellule somatiche.
In botanica l’embriogenesi riguarda lo sviluppo dell’individuo sporofita, che si forma in modo pressoché uguale nelle pteridofite e nelle spermatofite. In queste ultime la cellula uovo od oosfera dopo la fecondazione dà origine a due cellule, di cui una è destinata ad atrofizzarsi, mentre dall’altra deriva l’embrione. Questo emette 1, 2 o molti lobi, i cotiledoni o foglie embrionali, il suo apice dà origine al fusticino o piumetta, mentre dalla parte opposta si forma la radichetta.
L’embrione trae nutrimento dai tessuti dell’endosperma, primario o secondario, in cui è immerso e dai tessuti della nocella.
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L’insieme degli elementi che formano nel seme la parte essenziale della futura pianta.
Sin. plantula, gemma
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Abbreviazioni del termine latino emendavit, che nella nomenclatura trovasi tra il nome dell''autore che ha descritto la specie e quello di chi la ha emendata.
Es. Phyllanthus L. emend. Müll. Arg
1
Sporgenzea sulla superficie di un organo costituite dall'epidermide o da tessuti subepidermici.
(Es. aculei di Rosa, tentacoli di Drosera )
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Strategia adottata dalle piante per vegetare in ambienti molto disturbati e mutevoli, come la produzione di molti semi e la loro efficace dispersione.
Il grado di emerobia di una specie vegetale eprime il suo grado di adattamento al disturbo secondo una scala da 0 a 10 (KOWARIK 1990).
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0
Che provoca il vomito.
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0
Prefisso che nelle parole composte indica metà.
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Piante neofite che colonizzano ambienti poco disturbati.
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0
Pianta che vive in terreni con concentrazioni saline superiori alla media, ma inferiori a quelle marine.
1
Dicesi del fiore che ha parte dei pezzi fiorali disposti in verticillo e parte disposti a spirale.
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0
Piante terrestri le cui parti aeree, durante la stagione avversa, seccano fino al livello del suolo, dove restano in riposo le gemme perennanti.
Si distinguono:
h bienn emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
h caesp emicriptofite cespitose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con aspetto di ciuffi serrati.
h rept emicriptofite reptanti. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con fusti striscianti.
h ros emicriptofite rosulate. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con foglie disposte in rosetta basale.
h scand emicriptofite scandenti. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con portamento rampicante.
h scap emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allugato, spesso privo di foglie.
1
Pianta verde autotrofa, che si procura parte delle sostanze alimentari con la fotosintesi, ma che assorbe dalla pianta ospite acqua e sali minerali.
1
Funicolo posizionato a metà dell'ovulo in modo che la linea che collega micropilo e calaza forma un angolo retto col funicolo.
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0
Che regolarizza le mestruazioni.
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0
Escrescenze, omeoplasie crestiformi che si presentano come proliferazioni a forma di creste o di formazioni simili all'organo sul quale sono localizzate. (Es. lamine fogliari spesso in corrispondenza delle nervature della foglia, perigonio dei narcisi, ecc)
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0
Dicesi di elemento avente come baricentro il settore più interno di un sistema montuoso.
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0
Fenomeno per il quale una specie e’ caratteristica di un determinato ambiente geograficamente delimitato dove si è spontaneamente diffusa, restando rinchiusa in confini più o meno ristretti a causa di eventi naturali, geografici o catastrofici.
Si dice:
Paleoendemismo: quando specie antiche (paleo), isolate, monofiletiche, sopravvivono in un areale ristretto che spesso è un relitto di un areale pregresso molto più ampio.
Neoendemismo: quando invece e' sorto in epoca recente in seguito alla differenziazione di una varieta' o razza di una specie a piu' ampia area distributiva.
Schizoendemismo quando alcune specie, spesso a causa di un isolamento geografico si differenziano da quella primitive vegetando in zone diverse dell'areale originario.
Endemismo puntiforme riferito a quelle specie che occupano un areale di modeste dimensioni e difficilmente espandibile.
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(o Pianta endemica) Sostantivo che qualifica l'endemicità di una specie.
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0
Membrana interna sottile, incolore, permeabile, del granulo pollinico.
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Prefisso con significato di dentro, interno usato davanti a sostantivi ed aggettivi.
2
Tessuto che costituisce lo strato più interno del frutto (pericarpo), deriva dall'epidermide interna dell’ovario (originata dalla parete superiore della foglia carpellare), non sempre è distinto e può essere carnoso come nell’uva, duro e tenace come nel mandorlo, con peli rugosi come nel limone.
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Dispersione dei semi attraverso le feci dopo che sono stati ingeriti.
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Tessuto tegumentale tipico della radice o di organi ipogei (rizomi), costituito da cellule vive con pareti parzialmente suberificate è posto tra la corteccia e il cilindro centrale con funzione di filtro (impedisce l'accesso diretto di sostanze nocive nel sistema conduttore della pianta).
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0
Dicesi di un organismo che vive all'interno di un vegetale.
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0
Che si origina all'interno di un organo.
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0
Dicesi di una regione o di un bacino idrografico con acque che non si riversano nel mare.
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Tessuto parenchimatico del seme che contiene materiali di riserva, che l'embrione utilizza durante la fase di germinazione.

L'endosperma puo' assumere una forma convessa, concava o piana che si riflette sulla faccia del seme, conferendo al frutto una particolare denominazione che ad es. nelle Apiaceae puo' essere:
Ortospermo quando ha l'endosperma piano o convesso nella faccia commissurale.
Celospermo con l'endosperma che ha forma di barchetta, concavo sia trasversalmente che longitudinalmente.
Campilospermo con endosperma che ha un solco longitudinale pronunciato che puo' farlo diventare involuto.
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0
E' lo strato più interno della parete della spora. Corrisponde all'intina della parete del granulo pollinico.
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0
Strato di cellule grosse, con parete ispessita, posto al di sotto dell'epidermide dell'antera e delle sacche polliniche, che è responsabile della loro deiscenza.
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(o Esotecio) Cellule stratificate sotto l'epidermide della teca dell'antera nel lato rivolto verso l'esterno.
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0
Parte interna del tegumento dell'ovulo di alcune gimnosperme.
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Organismo che ottiene la sua nutrizione dall’interno di un altro. (cfr. ectotrofico)
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0
Che vive dentro o che passa attraverso il corpo di un animale.
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È la dispersione dei semi tramite gli escrementi o il rigurgito di animali.
1
Prive di nervature evidenti come le foglie del tulipano.
1
Gonfio, rigonfio, vescicoloso (è il contrario di appiattito)
1
Dicesi di un fiore con nove stami (es. Reseda).
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0
Medicinale a base vinosa, preparato per lenta macerazione dei fiori in vino rosso e successiva filtrazione.
1
Organo a forma di sciabola: con superficie appiattita, margine tagliente e acuminato all'apice.
(Es. Foglie del Gladiolus, Iris germanica)
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0
Dispersione dei semi tramite insetti.
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0
Piante che vengono impollinate da insetti. Sin. Entomogame.
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0
(Sin. Entomofilia) Dicesi dell'impollinazione che avviene con l'intervento di insetti pronubi.
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0
(o Marchantiophyta) è una delle classi delle Briofite, composta da circa 7.000 specie di piccolissime piante, con rizoidi unicellulari posti nella faccia inferiore che le fissano al substrato.
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0
Che facilita le funzioni del fegato.
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0
Prefisso usato per indicare la parte superiore, apicale, emergente
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0
Formazione laterale membranosa dell'embrione della Graminaceae, dalla parte opposta al cotiledone, considerato da molti come un secondo cotiledone.
1
Verticillo di piccole brattee sepaloidi(Malvaceae) o stipole (Fragaria vesca, Potentilla) posto all'esterno e immediatamente sotto il calice avvolgendolo in un involucro indipendente o parzialmente saldato allo stesso.
Viene anche chiamato calicetto o caliculo
2
Ha origine dall'epidermide esterna dell'ovario (proveniente dall’epidermide inferiore della foglia carpellare) e costituisce la parte esterna del frutto la cui superficie può assumere aspetti assai differenti, può essere
liscia come nella ciliegia (Prunus avium),
pruinosa come nell’uva (Vitis vinifera) e nella susina (Prunus domestica),
pelosa come nella pesca (Prunus persica),
membranosa e anche spinosa come nella noce di Datura stramonium,
carnosa come nella noce (Juglans regia)
1
Porzione apicale del labello di alcune orchidee (Cephalanthera, Epipactis, Serapias ecc).
Contrapposto a ipochilo (porzione basale o prossimale del labello).
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0
Organo (nettario) situato sul ricettacolo di un fiore. (Ruta, lamiacee).
1
Dispersione dei semi tramite animali detta anche Epizoocoria: che si verifica quando i frutti o i semi adericono alla superficie degli animali, con meccanismi di aggancio come peli uncinati (Xantium italicum, Cenchrus incertus), o superfici vischiose (bardana, avena, vischio), e possono venir trasportati anche a notevoli distanze.
1
Dicesi degli stami che sembrano inseriti e saldati sull'apice del tubo corollino.
1
Parte del fusticino (internodo) della plantula compreso tra i cotiledoni e la prima foglia o il primo verticillo di foglie.
1
E' la corteccia delle piante arboree
1
Strato di cellule esterno, chiamato tessuto tegumentale esterno primario, che riveste l’intera pianta erbacea a scopo protettivo.
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0
Dal greco epi = sopra; phyllon = foglia.
Termine che indica lo strato epidermico superficiale della foglia e gli organi e le formazioni poste su di essa (peli, galle, funghi.)
Ma anche (epifilla) la posizione di un foglia posta superiormente a qualsiasi parte della pianta.
1
Pianta che cresce su un’ altra generalmente senza parassitarla, ed utilizzandola solo come sostegno, è il caso di molti tipi di muschi e licheni,di moltissime orchidee tropicali e Bromeliaceae tropicali e di molte pteridofite tropicali.
Esistono tuttavia piante epifite e parassite, come il Vischio che dopo aver perforato la corteccia della pianta che lo ospita, ne sottrae il nutrimento con i suoi austori.

Semiepifita è una pianta che comincia la sua vita come epifita, ma poi la continua emettendo radici al suolo.
1
Che cresce al di sopra del terreno.
2
Dicesi del fiore con ovario infero concresciuto col ricettacolo in cui l'androceo e il perianzio appaiono inseriti sopra l’ovario (Iridaceae).
1
Vegetale che cresce sulle pietre (es. licheni crostosi)
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0
Fenomeno nastrico per il quale un organo con simmetria dorsoventrale, si piega verso il basso, dipendente da un anomalo accrescimento della parte superiore dello stesso rispetto a quella inferiore.
Si contrappone a iponastia.
1
Fiori notturni, che si aprono dopo il tramonto.
1
Dicesi di organi (stami, staminoidi, peli..) situato su un petalo.
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0
Situato sulla radice come gli austori di alcune piante parassite es. Orobanche).
1
Dicesi organi (stami, staminoidi, peli..) disposti sopra a un sepalo.
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0
Tessuto che riveste il seme.
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0
Epispermatium Spjut (nov.)
Seme delle Podocarpaceae sotteso o incluso in una appendice ricettacolare rigonfia.
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Lo strato più esterno dei tre che possono distinguersi nella della parete di certe spore (pteridofite).
1
Dicesi delle foglie (idrofite natanti) con gli stomi posti sulla faccia superiore.
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0
Tessuto epidermico che riveste petali, stami e pistilli o anche strato di cellule che tappezza un organo o una cavità.
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0
Tessuto situato sotto l’epidermide della foglia avente la funzione di eliminare acqua.
1
Dicesi di organi (stami, staminioid, peli..) disposti sopra a un tepalo.
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0
Tipo di ramificazione dovuto allo sviluppo delle gemme ascellari nella faccia superiore dei rami.
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0
Sviluppo più vigoroso del lato superiore di un organo.
Come succede nei rami per effetto della curvatura.(Quercia)
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Che vive sopra animali senza parassitarli, ma utilizzandoli solo come supporto, come certe alghe.
1
Dispersione effettuata da animali e dall'uomo di frutti o semi che con meccanismi di aggancio o superfici vischiose, aderendo ai loro corpi, possono venir trasportati anche a notevoli distanze.
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0
Piante neofite che si sviluppano in ambienti molto disturbati
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Prefisso che indica il numero 7
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Prefisso che indica uguaglianza
1
(o isolaterali o ortotrope)Dicesi delle foglie con due facce uguali, come quelle della maggior parte delle monocotiledoni che hanno il mesofillo con struttura simmetrica, con due strati periferici di parenchima a palizzata e il parenchima lacunoso spesso poco visibile posto tra questi.
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0
Dicesi di fiori che si aprono e si chiudono in un'ora determinata del giorno.
3
Dicesi di foglia unifacciale conduplicata (cioè a lamina ripiegata in due lungo la nervatura centrale) con i bordi connati che formano un unico margine opposto al fusto, come avviene in molte specie della famiglia Iridacee. Dette foglie sono disposte alternativamente e su uno stesso piano lungo il fusto, quelle inferiori più vecchie avvolgono alla base quelle successive superiori più giovani. Dicesi anche della prefogliazione con le foglie come sopra disposte.
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0
Di colore verde o di consistenza molle, contrapposto a colorato o a legnoso.
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0
Esplorare e raccogliere piante per studio in una determinata zona.
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Caratteri dei fiori ermafroditi, derivante dalla disposizione dei loro organi sessuali, atti ad escludere l'autoimpollinazione. (Orchidea)
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0
Abitante dei deserti. Dicesi di pianta che preferisce ambienti desertici.
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0
Dritto in posizione verticale o quasi a partire dalla base.
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0
Avvelenamento da farine inquinate da Claviceps purpurea
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Prefisso che significa simile alla lana, lanoso, fioccoso.
1
Da erion = lana e philos = amico.
Disseminazione di alcuni frutti o semi provvisti di setole ed uncini che si aggrappano al vello di animali.
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0
Piante con foglie molto vellutate per l'abbondante peluria.
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0
Sono piante fillopode con foglie basali che formano attorno al colletto un fitto intreccio di peli, tali da mascherarlo.
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0
Piante con foglie basali che formano un fitto intreccio di peli al colletto
1
Botanicamente è l'anomala colorazione rosso-purpurea che si verifica in alcune piante o in alcuni loro organi, dovuta a carenza di elementi nutritivi (fosforo e azoto) e/o all’abbondanza di altri elementi (nichel) che stimolano la produzione di pigmenti rossastri, generalmente causata dalla particolare composizione e struttura del terreno di crescita.
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0
(o Bisessuale, monoclino, perfetto) Fiore in cui coesistono gli organi sessuali maschili e femminili (androceo e gineceo).
I fiori ermafroditi rappresentano il 75%-78% delle angiosperme.
1
Dicesi di perianzio o di foglia con margine frastagliato, irregolarmente dentellato, o con piccole sinuosità disuguali, come se fosse stato rosicchiato.
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Prefisso col significato di 6.
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Dicesi di elemento distribuito lungo la fascia alpina.
1
Dicesi di un fiore con 6 stami (es. tulipano).
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0
Dicesi di pianta con il numero triplo di coppie di cromosomi.
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0
Che si sviluppa a partire dall'esterno. Si contrappone a endarco.
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Dicesi di spighe con sei file di granelli (Orzo)
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Dicesi di piante presenti in una sola associazione vegetale, e non in altre.
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Prolungamento di una nervatura oltre il margine fogliare.
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Accrescimento parziale e esterno limitato alla corteccia o all'epidermide di un organo vegetale, che non si sviluppa per formare un organo definito.
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0
Commestibile, che serve come alimento.
1
(o exerto) Dicesi di stame o stilo sporgente dal tubo corollino.
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Parete esterna resistente ed impermeabile del granulo pollinico.
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(Vedi Epicarpo)
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Tessuto tegumentale primario formato da cellule suberificate è la parte più esterna della corteccia o cilindro corticale nelle radici, ma si trova anche anche nei fusti ipogei, nei fusti sommersi di piante acquatiche, nelle foglie aghiformi, con funzione protettiva.
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In botanica dicesi di organo che nasce dalla zona esterna dell'organo che lo genera.( es. foglie esogene al caule).
Si contrappone a endogeno.
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Strato mediano della parete della spora, posto tra il perisporio e l'endosporio. Corrisponde all'Esina della parete del granulo pollinico.
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È l'epidermide, cioè la parte più esterna della capsula o anche del sacco pollinico dell'antera.
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Specie vegetale presente in un’area che non corrisponde al suo areale normale e che è stata ivi dislocata dall’uomo,volontariamente o accidentalmente, a partire dalla nascita e diffusione dell’agricoltura nel Neolitico.
All’interno di queste si distinguono le Neofite, giunte in Italia da dopo la scoperta dell’America (1.492 d.C.).
Sinonimi: alloctona, aliena, introdotta, non indigena, xenofita.
Si contrappone ad autoctona, indigena.
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Entità esotiche presenti allo stato spontaneo, ma che non formano popolamenti stabili e dipendono dal continuo apporto di nuovi propaguli (semi, bulbi, frammenti di fusto ecc.) per la loro persistenza.
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Entità esotiche presenti allo stato spontaneo che formano popolamenti stabili, indipendenti dall'apporto, volontario o accidentale, di nuovi propaguli da parte dell’uomo.
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Sono quelle specie esotiche naturalizzate che si riproducono e diffondono in modo massiccio e causano vari tipi di danni, in quanto entrano più o meno prepotentemente nelle cenosi vegetali, minacciando l’economia delle colture agrarie, la salute dell’uomo o la biodiversità.
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Parte o superficie che si estende, si allarga.
Dicesi anche del portamento di un albero i cui rami si dispongono in formazione aperta e in modo apparentemente casuale.
1
Hesperidium Desvaux
Frutto semplice, indeiscente, una sorta di bacca con epicarpo spesso, colorato e ricco di ghiandole oleifere (flavedo), mesocarpo bianco e spugnoso (albedo), endocarpo membranoso diviso in setti(spicchi)all'interno dei quali prendono inserzione parecchi peli succulenti che avvolgono i semi.
Deriva da ovario supero sincarpico.
E' il frutto delle rutacee del genere Citrus (limone, arancio, mandarino, pompelmo, ecc).
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0
Che fluidifica la secrezione del catarro ed aiuta ad espellerlo.
1
Dicesi di struttura (frutti, antere) che si apre bruscamente espellendo il contenuto con violenza, ad una certa distanza.
1
orientamento del terreno rispetto al percorso del sole. Solitamente terreni esposti a Sud godono del massimo irraggiamento solare, e quelli esposti a Nord ne hanno poco o nulla. L'esposizione determina spesso una forte selezione della vegetazione in grado di insediarsi e prosperare, a seconda che si tratti di piante eliofile o sciafile.
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0
Qualsiasi albero adatto per foreste, sia che rappresenti una specie o un entita’ sottospecifica.
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Fuoruscita di sostanze da piante, alberi o legname .
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Scomparsa permanente di un taxon o di una popolazione.
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Vedi preflorazione.
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( o tardivo) Dicesi del legno che nel fusto si forma verso la fine del periodo vegetativo.
1
Rivolto verso l’esterno. Dicesi della deiscenza dell’antera che sparge all’esterno il polline dalla parte opposta rispetto al centro del fiore. E’ opposto a introrso.
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Abbreviazione col significato di " <b>e altri</b> " che si pu?? usare nel nome di un taxon pubblicato congiuntamente da pi?? di 2 autori dopo il nome dell'autore principale, senza indicare quello degli altri.
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Presenza in un fiore di antere diverse per forma e funzione.
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Primo elemento di parole composte col significato di altro, diverso.
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Pianta che produce frutti di due o più forme differenti.(Calendula)
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Fiore con verticilli fiorali eteromeri (vedi lemma), cioè differenti l'uno dall'altro nel numero di pezzi.
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Presenza sulla stessa pianta di rami diversi per aspetto, misure e funzioni (macroblasti e brachiblasti)
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(vedi sin. Diclamidato) Fiore provvisto di perianzio composto da due cicli differenziati:
sepali che formano il calice e
petali che formano la corolla.
Se i due cicli sono identici (tepali) il fiore si dice omoclamidato.
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Pianta o fiore che presenta (vedi) impollinazione allogamica.
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Modificazione del colore di un organo vegetale dovuta a cause fisiologiche o patologiche.
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Produzione di tessuti o di organi normali in epoca anomala rispetto al normale periodo di sviluppo, come la seconda antesi di alcune piante.
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(o eterostemone). Con alcuni stami di lunghezza diversa rispetto agli altri.(Brassicaceae, Lamiaceae)
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Pianta con foglie a spirale sul fusto che cambiano repentinamente direzione.
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Presenza di foglie di forma diversa  sulla stessa pianta (edera, leccio),dovuto a cause di natura genetica o ambientale(ad es. alla diversa esposizione delle stesse alle radiazioni solari).
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Dicesi di:
Popolazione, pianta che ha fiori di piu' tipi (ad es. ermafroditi e unisessuali o carpellati e staminati) sullo stesso individuo.
Impollinazione (vedi allogamia), quando avviene tra due fiori diversi della stessa specie o di specie diverse (sin. impollinazione incrociata).
Gametogamia quando la fusione avviene tra due gameti con dimensioni leggermente diverse (micro e macrogameti).
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Dicesi di verticilli fiorali che hanno un numero di elementi differente da quello degli altri verticilli. Se al contrario portano lo stesso numero di pezzi sono detti isomeri o omomeri.
I verticilli eteromeri sono detti:
pleomeri o pleiomeri se hanno più elementi del normale,
meiomeri o oligomeri se hanno meno elementi di quelli isomeri.
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Caratteri di alcuni frutti che a maturazione si scindono in articoli tra loro morfologicamente e ecologicamente diversi.
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Con differente forma. Si dice delle foglie primarie se diverse da quelle definitive.
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Dicesi della produzione di un organo in posizione anomala.
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Semi tra loro nettamente differenti per forma e struttura sullo stesso frutto.
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Produzione di due tipi di spore sun una stessa pianta o su piante diverse della stessa specie,
microspore che germinano per dare un gametofito maschile e
megaspore che germinano per dare un gametofito femminile.
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L' Eterostilia viene interpretata come un modo per favorire la fecondazione incrociata si verifica quanto in una medesima specie appaiono individui con stili di lunghezza differente mentre varia anche quella degli stami e l'altezza della loro inserzione. Si conoscono
Eterostilia dimorfa (es. Primula vulgaris):
fenomeno presente in alcune specie che mostrano individui
con fiori longistili con stami corti inseriti a metà del tubo corollino e stilo allungato con stimma visibile e sporgente oltre questo, e individui
con fiori brevistili con stami inseriti e visibili all’apice del tubo corollino e stilo lungo circa la metà di questo.
Eterostilia trimorfa: (es. Lythrum salicaria): con individui longistili, brevistili e mesostili presenti nella stessa specie.
Quando i fiori hanno stili della medesima lunghezza si parla di omostilia,
se nella stessa specie compaiono fiori omostili e eterostili si parla di omoeterostilia (es. Menyanthes trifoliata)
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Fenomeno per cui alcuni organi fiorali si dispongono in modo anomalo o invertito, rispetto alla loro posizione classica.
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Dicesi di infiorescenza composta risultante dalla combinazione di infiorescenze di tipo diverso.
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Sviluppo di un organo o un tessuto in una sede che non gli è propria.
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Dicesi di organismo che non può vivere senza una fonte esterna di alimenti organici non essendo in grado di sintetizzarli a partire da sostanze inorganiche.
Sono eterotrofi la grande maggioranza dei tipi di organismi presenti sulla terra: tutti gli animali, la maggior parte dei batteri, i protozoi e i funghi.
Sono invece autotrofe la maggior parte delle piante che riescono a sintetizzare sostanze organiche a partire dalle inorganiche con l'ausilio della funzione clorofilliana.
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Dicesi del legno delle dicotiledoni costituito da diversi tipi di cellule (vasi conduttori, fibre di sostegno e cellule parenchimatiche).
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Individuo diploide che possiede nel proprio patrimonio genetico due alleli diversi dello stesso gene.
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Gas incolore, di gradevole odore, che partecipa a diversi processi della vita di organi vegetali quali: maturazione dei frutti carnosi, sviluppo dei germogli, caduta delle foglie ecc.
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Dicesi di un fiore con 7 stami (es: castagna d’india).
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Prefisso che nella terminologia botanica è usato col significato di vero
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Termine che secondo Hickey, L. J. 1973, definisce la nervatura delle foglie pennate Camptodrome,con i nervi secondari incurvati, che diminuiscono gradualmente verso l'alto vicino al margine, diventando indistinti.
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Dicesi di un organismo o delle sue cellule quando queste sono dotate di un nucleo ben definito e delimitato da una membrana (involucro nucleare) che lo isola dal citoplasma. Nel nucleo è racchiuso il materiale genetico (DNA) che controlla le funzioni vitali della cellula.
Gli eucarioti sono uno dei due domini in cui si dividono i viventi del quale fanno parte protisti, piante, funghi e animali.
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Sono i frutti delle Angiosperme.
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Fiore che ha lo stesso numero di pezzi per ogni ciclo (Liliaceae)
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Piante con fiori che hanno antesi breve e quasi contemporanea.
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Si dice di foglia che orienta la lamina in modo tale da ricevere il massimo della luce diffusa come le foglie della parte interna della chioma di un albero latifoglio.
Confronta con
Fotometriche che si orientano per ricevere la massima luce possibile o per evitare la luce troppo forte.
Afotometriche che non hanno la possibilità di orientare la lamina.
Panfotometriche che si orientano per ricevere la luce solare diffusa e diretta, ma protette contro l'eccesso di questa.
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Prefisso che nelle parole composte ha il significato di vasto, largo, ampio.
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Organismo che ben sopporta notevoli variazioni di temperatura dell'ambiente.
Si contrappone a stenotermo.
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Che ha distribuzione mediterranea con inclusione di gran parte dell’Europa.
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Dicesi di distribuzione di specie diffuse in Europa e in W Asia e Africa settentrionale.
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Pistillo formato da 2 o più carpelli saldati e conniventi, con altrettanti loculi e placente centrali, divisi tra loro da una membrana detta setto.
Ovario pluriloculare. (Linum sp., Tulipa sp.)
Vedi eucarpico s.l.
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Gruppo di felci con sporangio formato da 2 o più strati di cellule.
Si distingue da quelle Leptosporangiate che hanno la parete dello sporangio composta da un solo strato di cellule.
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Dicesi di habitat, in particolare di suoli o di acque, che sono ricchi di sali minerali o adeguatamente forniti di sostanze nutritive.
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Progressivo aumento di elementi nutritivi in un ambiente, che in ambito acquatico provoca un abnorme sviluppo di alghe, con conseguenze spesso deleterie per l’ambiente stesso.
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Sviluppo progressivo o passaggio graduale di una specie vivente (animale o vegetale) da una forma più semplice ad una più complessa, a causa dell'influenza di circostanze ambientali e di vita (teoria di j. B. Lamarck) o a causa di una selezione naturale .
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Dicesi di stipola inserita sul fusto o sul ramo anziché sul picciolo della foglia.
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Organo (gemma, ramo, fiore, infiorescenza, frutto) posto fuori dell'ascella di una foglia.
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Dicesi di vegetazione che si sviluppa in una determinata zona di un territorio grazie alla presenza di particolari condizioni climatiche (microclima), differenti da quelle generali del territorio in oggetto.
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Fenomeno che si manifesta nelle piante, per insufficienza o mancanza di luce, che a causa della ridotta o assente attività fotosintetica, presentano schiarimento e imbianchimento delle parti verdi, crescita ridotta, allungamento degli internodi e scarsi tessuti meccanici di sostegno.


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