Le fioriture di Castelluccio e del Vettore (Monti Sibillini)

[gianleonardo]

Quando penso a un luogo di straordinaria bellezza, gli occhi si riempiono subito della tavolozza di colori dei Piani di Castelluccio e delle vedute aeree che si godono dal Monte Vettore.
Siamo nel cuore dei Monti Sibillini, a cavallo tra Marche ed Umbria, in uno dei paesaggi più belli e noti dell’Italia centrale.

Frequento lo straordinario altopiano di Castelluccio di Norcia (formato dal Piano Grande, dal Piano Piccolo e dal Piano Perduto) da quando ero ragazzo. L’ho visto e vissuto in tutte le stagioni, una più bella e affascinante dell’altra, ma certamente il periodo più emozionante è quello dell’inizio dell’estate, quando l’altopiano, con la complicità dell’Uomo, offre uno degli spettacoli cromatici più incredibili del nostro Paese: la fioritura di Castelluccio.

Per merito di una manciata di specie così dette “infestanti”, i campi di legumi e di cereali vengono “spennellati” di rosso, di blu, di giallo e di rosa, in un tripudio inebriante di tinte e di colori.

L’itinerario che vi propongo si ispira ad una giornata, il 23 giu 2012, quando, con il favore della luce, ho percorso, in mattinata, i Piani di Castelluccio e poi, dal pomeriggio al tramonto, la lunga dorsale che da Forca di Presta porta in vetta al Vettore, la cima più alta dei Sibillini. Il percorso inizia in provincia di Macerata, percorre un lungo tratto in Umbria per poi tornare nelle Marche, in provincia di Ascoli Piceno. Lo inserirei, solo per questo motivo, negli itinerari marchigiani.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

L’itinerario inizia dal Piano Perduto, così chiamato in seguito alla battaglia tra norcini e vissani tenutasi sul posto il 20 luglio 1522 per questioni di confine e terminata con la sconfitta dei norcini, che persero, appunto, il controllo di questa porzione di altopiano, una volta chiamata Pian de Canetre.

Foto di Gianleonardo Allasia

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Qui facciamo conoscenza con una delle “infestanti” protagoniste dell’esplosione cromatica dei Piani, il Cyanus segetum Hill.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Spostandoci leggermente a ovest, si può fare una remunerativa deviazione nella Valle Canetra, lungo la quale ai primi di giugno è tutto un fiorire di magnifiche peonie (Paeonia officinalis L.).

Foto di Gianleonardo Allasia

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Ai margini della valle, lungo i pendii più assolati, spunta dall’erba la prorompente corolla aranciata del Lilium bulbiferum subsp. croceum (Chaix) Jan.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Dalla Valle Canetra una carrareccia sale fino all’abitato di Castelluccio, dove si congiunge alla strada asfaltata.
Castelluccio di Norcia, con i suoi 1452 m, è il luogo abitato più alto dell’Umbria. Conosciuto in tutta Italia per le sue pregiate lenticchie IGP, Castelluccio è un piccolo borgo di montagna abbarbicato su un cocuzzolo che separa il Piano Grande dal Piano Perduto, sorto probabilmente come roccaforte di Norcia per il controllo degli immensi pascoli della zona.
Oggi il turismo sta inesorabilmente cambiando il volto di questo piccole centro, ma se si viene fuori stagione si può ancora respirare l’atmosfera di una volta.
Vi propongo la mirabile, poetica descrizione che ne fanno gli Autori di una delle più belle guide escursionistiche mai edite in Italia (M. Zanetti – V. Toniello, Escursioni nel Parco dei Monti Sibillini, CIERRE Edizioni, 2003, a cui devo anche le informazioni sulla geologia, le razze ovine ed il Carex buxbaumii):

“Solitario come un avamposto dimenticato, improbabile come una fortezza su uno scoglio, Castelluccio galleggia nel mare tranquillo dei fiordalisi e dei papaveri al margine di spazi che hanno il respiro dell’Asia. Dalla sommità del colle ventoso che separa il Pian Grande dal Pian Perduto, il piccolo castello di pastori veglia sul fluire del tempo e lo rallenta, per non perdere se stesso e la propria memoria tra gli ingranaggi impietosi della trasformazione”.

Seguono due immagini, non “da cartolina”, del borgo, scattate rispettivamente in autunno e inverno.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Ma torniamo alla stagione calda e, dopo, aver lasciato le ultime case di Castelluccio, planiamo dolcemente nel Piano Grande.
Il grande “pittore” è all’opera …

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Ma quali sono queste ostinate “infestanti” che tappezzano con le loro corolle i campi del Piano Grande?
Una l’abbiamo già citata, è il Cyanus segetum Hill.
Le altre sono:

- Papaver rhoeas L.
- Onobrychis vicifolia Scop.
- Medicago sativa L.
- Sinapis arvensis L.
- Vicia sativa L.
- Legousia speculum-veneris (L.) Chaix
- Leucanthemum vulgare (Vaill.) Lam.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Ma parliamo della specie più preziosa, dal punto di vista economico, dei Piani di Castelluccio, la celebre lenticchia (Lens culinaris Medik.).
Pianta coltivata dalla notte dei tempi, sui Piani di Castelluccio questa Fabacea ha trovato condizioni particolari che la rendono particolarmente pregiata. Di dimensioni inferiori alla media, la lenticchia locale è molto saporita ed apprezzata, anche perché coltivata in un ambiente non inquinato e senza uso di fertilizzanti chimici o diserbanti. Viene seminata allo scioglimento delle nevi e raccolta entro la prima metà di agosto.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Un cenno merita anche la geologia del luogo.
I monti Sibillini, come molti dei gruppi montuosi appenninici, sono costituiti dai sedimenti marini accumulatisi nel corso di milioni di anni sotto le acque di un mare relativamente poco profondo. Le spinte tettoniche iniziate a partire dal Quaternario inferiore hanno provocato la compressione degli strati della piattaforma carbonatica fino a farla emergere dal mare. I successivi movimenti di distensione e di compressione hanno fatto sì che, nelle zone spartiacque, si creassero delle ampie depressioni, col tempo colmatesi con il materiale di erosione depositatosi e distribuitosi sulla loro superficie.
I Piani di Castelluccio, come la sottostante piana di Norcia, rappresentano una di quelle depressioni, riempitesi col tempo di acqua fino a diventare dei bacini lacustri, successivamente impaludatisi e svuotatisi attraverso degli inghiottitoi, qui rappresentati dalla Fossa dei Mergani. Lungo i bordi di questo inghiottitoio crescono interessanti specie botaniche, come il rarissimo Carex buxbaumii Wahlenb..

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Prima di innalzare lo sguardo verso il monte Vettore, dedico qualche riga e qualche immagine alla pastorizia, che è l’altra antichissima attività che l’Uomo svolge sui Monti Sibillini.
Qui vengono allevate ben 3 razze ovine autoctone, l’Appenninica, la Sopravissana e la Fabrianese. Non mancano, ovviamente, altre razze introdotte, come la razza Sarda e la Bergamasca.
Leggendari sono i formaggi della zona, soprattutto la ricotta stagionata di Castelluccio ed i pecorini fatti con latte di Sopravissana.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Non è affatto infrequente incontrare le greggi, condotte ormai da pastori balcanici, sui rilievi più aspri e scoscesi dei Sibillini. Eccezionale fu l’incontro, nell’ottobre del 2011, di un gregge falciforme su un pendio oltremodo precipite del monte Porche.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

E’ giunto ora il momento di dedicarci alla seconda parte dell’itinerario, l’ascensione al Monte Vettore.
E’ la vetta più alta dei Sibillini ed anche una delle più frequentate dell’Appennino.
Per godermi il più possibile la bellezza del luogo, ho scelto di partire a metà pomeriggio da Forca di Presta, a quota 1536 m, per affrontare un dislivello di 940 m fino ai 2476 m della vetta.
Il sentiero sale ripidamente per una lunga dorsale che passa per i 2052 m del Monte Vettoretto. Poi, con un ultimo strappo su un terreno reso molto franoso dall’eccessivo passaggio di escursionisti, si arriva alla Forca delle Ciaule (termine dialettale per gracchi) a 2240 m, dove si trova il Rifugio Tito Zilioli. Dalla Forca si gode, verso ovest, una spettacolare vista sulla lunghissima cresta del Redentore, la cui cima raggiunge i 2448 m, di poco inferiore a quella del Vettore.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

A nord si erge invece la piramide del Vettore,ancora percorsa da una lunga striscia di neve.
Verso est, a distanza, i Monti della Laga.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Splendida, durante il tratto finale fino alla vetta, la vegetazione pulvinante abbarbicata al suolo. Spicca per bellezza la fioritura della Silene acaulis (L.) Jacq..

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Quando giungo in vetta, poco dopo le 18, non c’è più nessuno oltre a me ed i gracchi (Pyrrhocorax graculus). La croce è curiosamente piegata su un lato.
E’ un momento bellissimo.

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Non resta ora che affrontare la lunga discesa fino a Forca di Presta.
Mi aspettano ancora delle bellissime sorprese.
Da lontano intravedo un solitario ranuncolo bianco. Mi avvicino e scopro che si tratta dello splendido Ranunculus seguierii Vill..

Poco più avanti un ciuffo di tenere corolle di Edraianthus graminifolius (L.) A. DC..

Foto di Gianleonardo Allasia

[gianleonardo]

Mi riaffaccio, infine, sui Piani di Castelluccio.
La luce radente del tramonto esalta e mette in rilievo i morbidi volumi e le curve dell’altopiano.
E’ una visione fantastica, degno finale di un’indimenticabile giornata di inizio estate nei Sibillini.

Foto di Gianleonardo Allasia

[giuseppe taneburgo]

Sono senza parole... MERAVIGLIA

[ghibli]

Belle Foto di questo gruppo montuoso molto vicino alle nostre montagne.
Dalla Majella nonostante la muraglia del Gran Sasso riesco a scorgere il M.Vettore nelle
limpide giornate.
Altrettanto interessante dovrebbe essere il percorso da Foce di Montemonaco verso il
lago di Pilato se ricordo bene anche se la bellezza del versante umbro è davvero notevole.

[giacomo bellone]

Grazie dalle Alpi Marittime
jacques

[F. Fen.]

In questo "Santuario" dalla bellezza infinita sono arrivato più di venti anni fa, quasi per caso, con alcuni amici. Meta fu la salita al M. Vettore. In seguito l'ho visitato altre volte e lo scorso anno ho portato il "gruppone" dei soci della Ass. Bot. Bresciana. Entusiasmo alle stelle, per tutti uno dei luoghi più belli mai visti in Italia. Come tutti i grandi amori, Castelluccio e il M. Vettore rimarranno indelebilmente nel mio cuore
franco

[ClaudiaGanz]

Bellissimo itinerario
Claudia

[Marinella Zepigi]

Inebriata da tanto colore e bellezza

Grazie. marinella

[giulio]

Quanta bellezza e colori traspaiono da queste foto!