Aggiungo:
In Val dei Ratti, la fascia del castagneto ha origini (come per la contigua Val Codera) relativamente recenti, ossia secenteschi.
La coltivazione a castagneto fu infatti introdotta dai popoli grigionesi, che ebbero sovranità sulle terre valchiavennasche dal 1512 al 1797 (salvo una ventina d'anni susseguente al "Sacro Macello" del 1620) in seguito alla disfatta di Lodovico Il Moro e alla breve occupazione francese.
La Repubblica delle Tre Leghe (il cui territorio era mediamente più elevato dei contadi valtellinesi e valchiavennaschi) convertì infatti l'economia forestale locale dal taglio a legnatico (prevalentemente querceto) alla coltivazione del castagno, allo scopo di commerciare in farina con le regioni interne della Rezia curiense. Questo aspetto ebbe come effetto collaterale quello di rendere più stabili gli insediamenti nelle due valli succitate; è di quegli anni infatti l'ampliamento delle chiese di Codera (e quindi della probabile continuatività abitativa della sua comunità) e dell'espansione di Frasnedo, giustamente da
Fraxinetum (che però rimase sempre maggengo, sebbene abitato per 10/11 mesi l'anno). Di fatto la coltura de "l' Arbul" configurò la fisionomia e la cultura alpina di quei recessi; aspetto e consuetudini che traguardarono il XX secolo e in parte si tramandano ancora oggi.
A livello altimetrico i primi storici castagni innnestati ("l' énset") si trovano intorno ai 400 m. In Val Codera il castagno d'innesto che allignò a quote più elevate si situava (e dovrebbe viverci ancora) a 1100 m.
Il piccolo maggengo temporaneo (una di quelle "tappe" della "transumanza verticale" tipica della Alpi centro-occidentali) denominato
Càstén (l'accento è sulla "a" e la "e" è chiusa; la "s" è da pronunciarsi come il principio del lemma inglese "
shock") è situato un centinaio di metri sopra alla Cappella di San Sciuch' ai cui piedi si elevano alcuni tra i castagni d'innesto più strani e imponenti della Val dei Ratti: il luogo durante i temporali è particolarmente soggetto alla fulminazione (alcuni sono stati qui ben documentati da Myriam).
Sulla sponda opposta della valle e cioè sulla sinistra orografica, risalendo il sentiero, non si può fare a meno d'incontrare un meraviglioso castagno dalle radici esposte e dai rami lanciati al cielo come fosse esploso, in miracoloso quanto fragile equilibrio.
Cristiano.