Sp. Pl.: 1023 (1753)
Santalaceae
Vischio comune, Deutsch: Weissbeerige Mistel
English: European mistletoe
Español: Muérdago blanco,liga,visco
Français: Gui, gui des feuillus
Forma Biologica: P ep - Fanerofite epifite. Piante legnose che si sviluppano su altre, emiparassite (Loranthus, Viscum).
Descrizione: Piccolo arbusto cespuglioso, emiparassita che si sviluppa sulla pianta ospite mediante radici modificate dette austori (atti a captare la linfa della pianta di cui è ospite), alto 20 - 50 cm.
Fusti legnosi, dicotomi, verdi, scanalati internamente e con striature longitudinali.
Foglie opposte, sempreverdi, coriacee, carnose, intere, sessili, di forma lanceolato-spatolata (12 - 15 x 40 - 55) mm e con 3 - 7 nervature subparallele.
Fiori molto piccoli di colore giallo-verde, gamopetali, unisessuali, tetrameri, e formanti densi fascetti all'ascella delle foglie o terminali ai rami.
Il fiore femminile subsessile con peduncoli di (1,5) 3,5 (5) mm; 4 tepali di forma deltoidea (1)1,2 (1,5) x (0,8) 1 - 1,2 (1,5) mm; ovario infero e stilo corto o subnullo.
Il fiore maschile con 4 (5-6) tepali di forma ovata 3 - 5 x 2 - 3 mm saldati nella parte inferiore; 4 stami e antere subsessili.
Il frutto è una piccola bacca (generalmente 3 - 4) di forma sferica o ovoidale di Ø (5) 6 - 9 (12) mm, di colore bianco-madrepelaceo con mesocarpo a polpa gelatinosa in cui sono immersi 2-3 semi piatti e di colore verde; il frutto matura il 2° anno e cade all'inizio del terzo. La diffusione avviene mediante l'ingestione da parte degli uccelli e poi deposti sugli alberi insieme agli escrementi.
Tipo corologico: Eurasiat. - Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone.
Habitat: Emiparassita su ospiti quali Rosacee, Aghifoglie, Salicacee , Tiliacee e Fagacee ecc., da 0 a 1200 m slm
Sistematica e possibili confusioni: Nella flora italiana sono presenti le seguenti subspecie che si distinguono per la pianta ospite:
Viscum album subsp. abietis (Wiesb.) Janch. con foglie lunghe fino a 8 cm e larghe almeno 1/3; su Abies.
Viscum album L. subsp. album con semi appiattiti ai lati; su dicotiletoni legnose.
Viscum album subsp. austriacum (Wiesb.) Vollm. con semi ovali; su Pinus, Larix e Picea.
(N.B. da osservazioni di G. Galasso)
N.B. Fino a poco tempo fa il Vischio apparteneva alle Loranthaceae.
Da non confondere con il Vischio quercino, (Loranthus europaeus Jacq.) che si presenta con fusto ramificato ma di colore bruno- grigiastro, foglie più larghe e caduche, bacche gialline. Dal nome comune si evince che preferisce colonizzare le querce ma anche il noce.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: Il nome del genere è di origine latina con significato di "viscidus o viscosus" per il succo appiccicoso contenuto dalle bacche. Altri autori fanno risalire il genere alla cività celta con il significato di "arbusto" di cui veneravano specialmente quello che parassitava la quercia.
L'epiteto della specie è riferito al colore bianco delle bacche.
Proprietà ed utilizzi:

Nella medicina popolare si utilizzano i rametti più giovani, raccolti tra dicembre e marzo o da settembre a novembre e fatti essiccare, per poi ridurli in polvere.
La polvere è ricca di vitamina C, colina, derivati triterpenici e alcaloidi; usata come diuretico, per curare la gotta, come antispasmodico, antiepilettico, ipotensivo, vasodilatatore e per ridurre il battito cardiaco.
Oggi, sottoforma di estratti fluidi, molli o a secco, si può dosare in modo più esatto per essere più incisivo nella cura di spondiliti o come antitumorale.
Dalle bacche si estrae la "pania" ="vischio" usata per catturare gli uccelli (oggi fuorilegge) e anche come composto per preparare cerotti adesivi.
Come rimedio omeopatico viene utilizzata la pianta intera contro le convulsioni, epilessia, vertigini, spami muscolari, e palpitazioni.
Note e Curiosità: Il Vischio è una pianta delle più antiche che ha accompagnato l'uomo nella sua storia. La troviamo inserita e menzionata nella mitologia, nella botanica e nella farmacopea antica e più recente.
Virgilio racconta che Enea per scendere negli inferi per rivedere il padre Anchise, viene avvisato dalla Sibilla Cumana che dovrà portarsi un rametto di Vischio "il ramo d'oro" che le consentirà di attraversare lo "Stige". Per procurarselo interviene la dea Venere che si rivela mediante una coppia di colombe che indicano dove è il ramo. Quando Enea attraversa la foresta e raggiunge la riva del fiume, Caronte si rifiuta di traghettarlo ma, visto il rametto di Vischio si rallegra e imbarca Enea. Questa leggenda aveva dato al Vischio il significato di essere in grado di "schiudere le porte della morte."
"quale suole nelle selve col freddo invernale il vischio
verdeggiare di fronda nuova, poichè la sua pianta
non germina, e con frutti giallastri avvolgere i tondi tronchi,
tale era l'aspetto dell'oro frondeggiante sull'ombroso
elce, così crepitava la lamina al vento lieve"
Le estese foreste di querce presenti nel Centro-Nord Europa hanno alimentato miti che riguardano anche il Vischio.
Plinio, scrivendo dei popoli Celti, parla dei sacerdoti Druiti, essi ritenevano la pianta di Rovere come inviato, insieme alla folgore, dal cielo, perchè scelto dalle divinità. Questo albero diventa veramente importante se porta con se il Vischio, che verrà raccolto con devozione al sesto giorno della luna perchè, essendo già più della metà, trasmetterà più forza. La pianta raccolta con questo rituale era in grado di guarire tutto; infatti i rametti, messi in un bacile d'oro, dopo le funzioni sacre, l'acqua in esso contenuta era destinata a guarire qualsiasi male. Tali usanze druitiche continuarono anche dopo l'avvento della cristianizzazione.
Si racconta che Baldr, figlio di Odino e della dea dell'amore Frigg, fosse un grande dio e tutti lo lodavano, tanto che gli dei decisero di renderlo immortale e per far questo consultarono tutte le piante tranne una. Era un onore fare a gara per dimostrare l'immortalità di Baldr. Loke era suo fratello, dio del male, invidioso di tanta popolarità e per questo lo voleva morto. Fece una freccia con un rametto di vischio (l'unica pianta non interpellata) e la dette a Hodhr , dio cieco dell'inverno, che la scagliò, con l'aiuto di Loke, togliendogli la vita. La dea Frigg per il dolore pianse e le sue lacrime caddero sul Vischio trasformandosi in perle bianchissime. Per la gioia, la madre, baciò chiunque passasse sotto l'albero portatore della sacra piantina. Forse legata a questa leggenda, ancora oggi, resiste l'usanza di baciarsi sotto il Vischio per conquistare l'amore di coppia.
Pur essendo una pianta di tradizione pagana, fu poi ammessa, per la prima volta dalla chiesa d' Inghilterra, a far parte degli ornamenti usati in chiesa, nel periodo natalizio, nel segno della pace universale.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia, Edagricole, Bologna
http://www.rjb.csic.es/floraiberica/
RAMEAU J.-C., MANSION D., DUMÉ G., GAUBERVILLE C., 2° vol.- Flore forestière française, Institut pour le développement forestier, AgroParis Tech-ENGREF
A. Mc Intyre - Fiori della salute - Corbaccio -1997
CATTABIANI A., 1996. Florario, Arnoldo Mondadori Editore, Milano
M. I. Macioti - Miti e magie delle erbe - Newton Compton Editori -1993
Scheda realizzata da: Nino Messina