Philadelphus coronarius L. - Fior d'angiolo
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Philadelphus coronarius L. - Fior d'angiolo
Philadelphus coronarius L.
Sp. Pl.: 470 (1753)
Hydrangeaceae
Fior d'angiolo, Fior d'angelo, Gelsomino della Madonna, Gelsomino dei Frati, Deutsch: Europäischer Pfeifenstrauch, Bauernjasmin
English: English dogwood, sweet mock-orange
Español: Celinda, filadelfo
Français: Jasmin des poêtes
Forma Biologica: NP - Nano-Fanerofite. Piante legnose con gemme perennanti poste tra 20 cm e 2 m dal suolo.
Descrizione: Pianta arbustiva decidua, alta 2-3 m con portamento cespuglioso.
Fusti dell'annata rossastri e glabri, quelli dell'anno precedente perdono la corteccia spontaneamente e portano i rami fioriferi.
Foglie picciolate (4-8 mm), di forma ovato-oblunga (2 x 5-9 cm), brevemente acuminate con piccola dentatura e tomentose nella pagina inferiore; le turionali fino a 9 x12 cm.
Fiori ermafroditi posti su racemi di 1-3 (-10), molto profumati, calice 4-fido (4-5 cm) con lacinie lunghe quanto il tubo corollino.
Petali 4, di colore bianco-crema e di forma ovato-ottusa (1,5-2 x 2-2,5 cm).
Sepali triangolari-acuminati 4 x 9 mm saldati in basso e aperti verso l'alto (13 mm).
Il frutto è una capsula loculicida a lungo persistente e a 4 valve, lunga 15 mm, con numerosi semi oblunghi di 3 mm.
Tipo corologico: Subendem. - Entità presente soprattutto nell'area italiana, ma con limitati sconfinamenti in territori vicini.
Habitat: Spontaneo nei boschi di forra, freschi e umidi con esposizione sett.(aceri-frassineti e carpineti) e talvolta anche in querco-carpineti o ostrieti particolarmente mesofili; da 0 a 800 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Il Ph. coronanius solo recentemente è stato inserito nel genere "Hydrangeaceae" dopo avere fatto parte delle "Philadephiaceae" e delle "Saxfragaceae".
Comunemente coltivato come pianta ornamentale, inselvatichito si è ibridato con Ph. microphyllus A. Gray e con Ph. inodorus L..
In Italia vegetano circa 60 tra specie e varietà, provenienti anche dal Centro - Nord America.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: L'etimologia del genere è legata a un re egizio, Tolomeo Filadelfo (285 - 247 a.c.) che prese come moglie la sorella. Dal greco " philéo = amo" e "adelphò = fratello" oppure in riferimento alla intricata chioma di questa pianta.
L'epiteto della specie fa riferimento all'usanza di comporre corone con questo fiore.
Proprietà ed utilizzi:
Dai fiori si estraggono essenze per la produzione di profumi. Per il suo alto contenuto in saponine, nella medicina popolare, le foglie sbriciolate venivano utilizzate come detergente; altro utilizzo consisteva nell'uso delle foglie per lucidare i mobili.
La pianta inoltre, dopo la fioritura si può potare, per creare siepi.
Note e Curiosità: Il padre di tutti i nuovi ibridi di Philadelphius fu il vivaista francese Victor Lemoine (1823 - 1911) che nel 1884, partendo da Ph. mexicanus ottenne degli incroci che presero il nome di Ph. x purpureomaculatus, più avanti altri ibridatori ottennero piante con fiori doppi o con foglie variegate.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
Arnold Arboreto-Bollettino delle informazioni popolari- Harvard University -serie 4 vol.5°- 5 giugno 1936
Conti F. et ali - Checklist of the Italian Vascular Flora - Palombi Editori - 2005
Sandro Pignatti - Flora d'Italia - Edagricole - Bologna 1982
Encicl.- Nel Mondo delle Piante - Edizioni Motta - 1980
Antonino Messina
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Hydrangeaceae
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Français: Jasmin des poêtes
Forma Biologica: NP - Nano-Fanerofite. Piante legnose con gemme perennanti poste tra 20 cm e 2 m dal suolo.
Descrizione: Pianta arbustiva decidua, alta 2-3 m con portamento cespuglioso.
Fusti dell'annata rossastri e glabri, quelli dell'anno precedente perdono la corteccia spontaneamente e portano i rami fioriferi.
Foglie picciolate (4-8 mm), di forma ovato-oblunga (2 x 5-9 cm), brevemente acuminate con piccola dentatura e tomentose nella pagina inferiore; le turionali fino a 9 x12 cm.
Fiori ermafroditi posti su racemi di 1-3 (-10), molto profumati, calice 4-fido (4-5 cm) con lacinie lunghe quanto il tubo corollino.
Petali 4, di colore bianco-crema e di forma ovato-ottusa (1,5-2 x 2-2,5 cm).
Sepali triangolari-acuminati 4 x 9 mm saldati in basso e aperti verso l'alto (13 mm).
Il frutto è una capsula loculicida a lungo persistente e a 4 valve, lunga 15 mm, con numerosi semi oblunghi di 3 mm.
Tipo corologico: Subendem. - Entità presente soprattutto nell'area italiana, ma con limitati sconfinamenti in territori vicini.
Habitat: Spontaneo nei boschi di forra, freschi e umidi con esposizione sett.(aceri-frassineti e carpineti) e talvolta anche in querco-carpineti o ostrieti particolarmente mesofili; da 0 a 800 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Il Ph. coronanius solo recentemente è stato inserito nel genere "Hydrangeaceae" dopo avere fatto parte delle "Philadephiaceae" e delle "Saxfragaceae".
Comunemente coltivato come pianta ornamentale, inselvatichito si è ibridato con Ph. microphyllus A. Gray e con Ph. inodorus L..
In Italia vegetano circa 60 tra specie e varietà, provenienti anche dal Centro - Nord America.
Tassonomia filogenetica
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Etimologia: L'etimologia del genere è legata a un re egizio, Tolomeo Filadelfo (285 - 247 a.c.) che prese come moglie la sorella. Dal greco " philéo = amo" e "adelphò = fratello" oppure in riferimento alla intricata chioma di questa pianta.
L'epiteto della specie fa riferimento all'usanza di comporre corone con questo fiore.
Proprietà ed utilizzi:
Dai fiori si estraggono essenze per la produzione di profumi. Per il suo alto contenuto in saponine, nella medicina popolare, le foglie sbriciolate venivano utilizzate come detergente; altro utilizzo consisteva nell'uso delle foglie per lucidare i mobili.
La pianta inoltre, dopo la fioritura si può potare, per creare siepi.
Note e Curiosità: Il padre di tutti i nuovi ibridi di Philadelphius fu il vivaista francese Victor Lemoine (1823 - 1911) che nel 1884, partendo da Ph. mexicanus ottenne degli incroci che presero il nome di Ph. x purpureomaculatus, più avanti altri ibridatori ottennero piante con fiori doppi o con foglie variegate.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
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Principali Fonti
Arnold Arboreto-Bollettino delle informazioni popolari- Harvard University -serie 4 vol.5°- 5 giugno 1936
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Antonino Messina
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Loc. Pini boni a Montemurlo (PO), m 172, mag. 2008
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"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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Crema (CR), lug 2009
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Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama)
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Zola Predosa (BO), 70 m, apr 2016
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Frutti maturi
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Re: Philadelphus coronarius L. - Fior d'angiolo
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Montevecchia (LC), 300 m, feb 2016
Foto di Milena Villa
Gemme
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Re: Philadelphus coronarius L. - Fior d'angiolo
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Hydrangeaceae: Fior d'angiolo
Roddi d'Alba (CN), 215 m, mag 2018
Foto di Agostino Baricalla
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