Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
Moderatori: Marinella Zepigi, Anja
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Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
Equisetum sylvaticum L.
Sp. Pl.: 1061 (1753)
Equisetaceae
Equiseto silvatico, Equiseto delle foreste, Deutsch: Wald-Schachtelhalm
English: Sylvan Horsetail, Woodland Horsetail
Español: Cola de caballo de bosque
Français: Prêle des bois
Forma Biologica: G rhiz - Geofite rizomatose. Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi.
Descrizione: Pteridofita perenne a rizoma fistoloso strisciante e articolato. E' il più bello e aggraziato del genere, dall'aspetto piumoso ed elegante.
Fusti fertili alti 10-45(50) cm, quasi contemporanei agli sterili, inizialmente brevi e bruno-chiari, senza clorofilla, semplici o muniti di brevi rami verdi in verticilli prima della maturazione delle spore. Dopo la maturazione delle spore, i fusti diventano verdi e i rami si sviluppano e si ramificano nella parte superiore, fino a diventare simili ai fusti sterili. Guaine membranose, campanulate, più lunghe e più larghe di quelle dei fusti sterili, con 3-6 denti grossi, bruni all'estremità; esse coprono quasi interamente l'internodo dei fusti.
Strobilo (o spiga) terminale, lungamente peduncolato, ovato-oblungo con apice ottuso, lungo fino a 30 mm, formato da sporofilli ai quali sono inseriti gli sporangi a forma di piccoli scudi, dove si sviluppano le spore.
Fusti sterili alti fino a 80 cm, verdi, a 10-18 solchi poco rilevati, scabri agli angoli per lunghe papille silicee e con cavità centrale pari circa a metà del diametro (3-5 mm). Verticilli con numerosi rami orizzontali (9-12), i mediani più lunghi degli inferiori e dei superiori, con ramificazioni articolati abbondanti a sezione tetra- o pentagonale, gracili ed arcuato-penduli, con il primo segmento più lungo delle guaine del fusto.
Spore sferoidali, aleti, fornite di quattro elateri (o amplessori).
Sporificazione: aprile÷giugno
Specie diploide (2n=216)
Tipo corologico: Circumbor. - Zone fredde e temperato-fredde dell'Europa, Asia e Nordamerica.
Habitat: Boschi e prati umidi, luoghi ombrosi e torbosi, radure erbose, sponde di ruscelli, con preferenza per i suoli acidi, dove forma spesso fitte colonie, da 200 a 2000 m s.l.m.
Sistematica e possibili confusioni: Sono noti due ibridi: il primo con E. telmateia (=Equisetum x bowmannii Page) e l'altro con E. pratense (=Equisetum x mildeanum Rothm.), conosciuti per le isole britanniche e, il secondo, anche per la Germania. Non ci sono segnalazioni per il territorio italiano. (Soster, M. -Identikit delle felci d'Italia, Valsesia Editrice, 2001).
Il genere comprende globalmente una trentina di specie di cui nove presenti in Italia. Gli equiseti formano facilmente degli ibridi quando le varie specie vengono a trovarsi a convivere.
Può essere confusa con Equisetum pratense Ehrh., che si differenzia principalmente per avere il rizoma pieno; fusti fertili e sterili più bassi; guaine giallastre con 10-25 denti; rami trigoni, generalmente marcatamente penduli, mai eretti, e con poche e brevi ramificazioni e con il primo segmento dei rami lungo quanto le guaine del fusto; strobili con brevi peduncoli (15-20 mm).
Vive negli stessi ambienti, ma è un'entità prevalentemente nordica e molto rara in Italia.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: ll nome del genere deriva dal latino ('equus', cavallo, e 'saeta', seta) col significato di "crine di cavallo" per l'aspetto dei fusti sterili di quasi tutte le specie del genere.
L'epiteto specifico dal lat. 'sylvaticus, -a, -um' (>'silva', bosco) in riferimento al tipico habitat della specie.
Principali Fonti
Marchetti D.- Le Pteridofite d'Italia -Annali Museo Civico di Rovereto VOl. 19 (2003) - 71-213 2004
Conti, F.; Abbate, G.; Alessandrini, A.; Blasi, C. -An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi Editori, Roma, 2005
Mossberg, B.; Stenberg, L. -Den nya nordiska floran, Wahlström & Widstrand, 2006
Pignatti, S. -Flora d'Italia (vol. I), Edagricole, Bologna, 1982
J.-C. Rameau; D. Mansion; G. Dumé; C. Gauberville -Flore forestière française (vol. 2), Institut pour le développement forestier, AgroParis Tech-ENGREF, 2008
Soster, M. -Identikit delle felci d'Italia, Valsesia Editrice, 2001
Zangheri, P. -flora italica I-II, CEDAM, Padova, 1976
Flora Iberica
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia
Scheda realizzata da Anja Michelucci
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Descrizione: Pteridofita perenne a rizoma fistoloso strisciante e articolato. E' il più bello e aggraziato del genere, dall'aspetto piumoso ed elegante.
Fusti fertili alti 10-45(50) cm, quasi contemporanei agli sterili, inizialmente brevi e bruno-chiari, senza clorofilla, semplici o muniti di brevi rami verdi in verticilli prima della maturazione delle spore. Dopo la maturazione delle spore, i fusti diventano verdi e i rami si sviluppano e si ramificano nella parte superiore, fino a diventare simili ai fusti sterili. Guaine membranose, campanulate, più lunghe e più larghe di quelle dei fusti sterili, con 3-6 denti grossi, bruni all'estremità; esse coprono quasi interamente l'internodo dei fusti.
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Fusti sterili alti fino a 80 cm, verdi, a 10-18 solchi poco rilevati, scabri agli angoli per lunghe papille silicee e con cavità centrale pari circa a metà del diametro (3-5 mm). Verticilli con numerosi rami orizzontali (9-12), i mediani più lunghi degli inferiori e dei superiori, con ramificazioni articolati abbondanti a sezione tetra- o pentagonale, gracili ed arcuato-penduli, con il primo segmento più lungo delle guaine del fusto.
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Sistematica e possibili confusioni: Sono noti due ibridi: il primo con E. telmateia (=Equisetum x bowmannii Page) e l'altro con E. pratense (=Equisetum x mildeanum Rothm.), conosciuti per le isole britanniche e, il secondo, anche per la Germania. Non ci sono segnalazioni per il territorio italiano. (Soster, M. -Identikit delle felci d'Italia, Valsesia Editrice, 2001).
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Principali Fonti
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Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani (Dalai Lama)
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Re: Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
Equisetum sylvaticum L.
Pomponrahka, Åbo (Finlandia), lug 2009
Foto di Stefano Michelucci
Una colonia estesa nel sottobosco
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Re: Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
Equisetum sylvaticum L.
Castel Tesino (TN), giu 2009
Foto di Ennio Cassanego
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Castel Tesino (TN), giu 2009
Foto di Ennio Cassanego
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Castel Tesino (TN), giu 2009
Foto di Ennio Cassanego
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Re: Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
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Re: Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
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Re: Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
E. sylvaticum - Corteno Golgi (BS), lungo il sentiero che da S. Antonio in dx idrografica sale alla Valle di Campovecchio, in pecceta a quota 1230 m circa, il 1 lug 2009.
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Re: Equisetum sylvaticum L. - Equiseto selvatico
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Foto di Pierfranco Arrigoni
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marinella
La libertà è come l'aria, ci si accorge di quanto vale solo quando comincia a mancare (P. Calamandrei)
"Si fa quel che si può e se abbiamo fatto un errore si corregge". Motto ufficiale di Acta Plantarum
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