Linum usitatissimum L. subsp. angustifolium (Huds.) Thell. - Lino selvatico
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Linum usitatissimum L. subsp. angustifolium (Huds.) Thell. - Lino selvatico
Linum usitatissimum L. subsp. angustifolium (Huds.) Thell.
in Mém. Soc. Sci. Nat. Cherbourg 38: 361 (1912)
Basionimo: Linum angustifolium Huds. - Fl. Angl. , ed. 2, 1: 134 (1778)
Altri sinonimi: Linum bienne Mill.
Linaceae
Lino selvatico, Lino bienne, Pale flax, Lin sauvage, Lino bravo, Wilder Lein
Forma Biologica: H bienn - Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.
Descrizione: Pianta erbacea bienne, perenne o anche annua dall’aspetto esile e delicato che raggiunge l’altezza di 50 cm.
Fusti eretti o ascendenti, sottili e gracili, glabri, lisci, semplici in basso e ramificati nella parte superiore, molti dei quali sono sterili, tutti sono ricoperti di foglioline sessili, glabre e lisce sul margine, opposte, semplici, lineari o lineari lanceolate, con 1 o 3 nervature, larghe al massimo 1,5mm, che di notte sono appressate al fusto mentre di giorno aprendosi se ne allontanano.
I fiori ermafroditi, attinomorfi, pentameri, raggruppati in corimbi lassi, sono portati da peduncoli sottili, eretti, lunghi 1 -2 cm. Calice composto da 5 sepali persistenti, verdi, ovato-acuminati, gli interni cigliati al margine, lunghi fino a 5 mm.
Corolla con 5 petali, caduchi, con lamina celeste pallido o bianca sfumata di azzurro-lavanda con numerose strie più scure, due o tre volte più lunghi dei sepali. 5 stami fertili alternati ad altrettanti staminodi con filamenti saldati alla base e le antere di colore azzurro scuro. Stili clavati e stimmi stretti e allungati.
Il frutto è una capsula globosa del diametro di 4-6 mm, deiscente con 10 valve terminanti in alto con un becco corto, e con all'interno 10 cavità conteneti ciascuna 2 semi appiattiti.
Tipo corologico: Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
Steno-Medit. - Entità mediterranea in senso stretto (con areale limitato alle coste mediterranee: area dell'Olivo).
Subatl. - Europa occidentale e anche piu' ad oriente nelle zone a clima suboceanico.
Habitat: Vegeta nei campi, prati, bordi delle strade, pascoli sabbiosi e rocciosi, fino a 700 m (più raramente 1.200 m) di altitudine
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico deriva dal termine greco che designava la fibra, mentre quello specifico deriva dal superlativo di usitatus usuale, comune, consueto: comunissimo; il nome subspecifico da angustus, stretto, sottile e da folium foglia: a foglie o foglioline strette.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Il lino è una pianta conosciuta e utilizzata fin dai tempi più remoti, 5000 anni fa, da una pianta simile al lino selvatico, il Linum usitatissimum, veniva ricavato il filato per le fasce che ricoprivano le mummie egiziane. Oltre che come pianta tessile, il lino è stato ed è utilizzato per farne carta di alto pregio e dai suoi semi si ricava un olio, impiegato dall’industria cosmetica, alimentare e industriale.
I semi hanno proprietà emollienti, rinfrescanti, lassative, diuretiche.
Sono indicati, sia per uso interno che per esterno, nelle infiammazioni renali e intestinali, nella bronchite e nel mal di gola, negli ascessi, nelle infiammazioni cutanee, nelle flebiti e nelle emorroidi.
E qualcuno ricorderà ancora l’odore nauseante del cataplasma ottenuto con l’ebollizione della farina di semi di lino, che veniva applicato ancor bollente sul petto per curare bronchiti o su altre parti del corpo per “far maturare” ascessi.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
______________________________________________________________________________
Principali Fonti
SANDRO PIGNATTI, Flora d'Italia, 3 voll. Edagricole, Bologna 1982.
CONTI F., ABBATE G. ALESSANDRINI A. BLASI G.,An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi editori, 2005[/url]
Scheda realizzata da Giuliano Salvai
in Mém. Soc. Sci. Nat. Cherbourg 38: 361 (1912)
Basionimo: Linum angustifolium Huds. - Fl. Angl. , ed. 2, 1: 134 (1778)
Altri sinonimi: Linum bienne Mill.
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Lino selvatico, Lino bienne, Pale flax, Lin sauvage, Lino bravo, Wilder Lein
Forma Biologica: H bienn - Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.
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Descrizione: Pianta erbacea bienne, perenne o anche annua dall’aspetto esile e delicato che raggiunge l’altezza di 50 cm.
Fusti eretti o ascendenti, sottili e gracili, glabri, lisci, semplici in basso e ramificati nella parte superiore, molti dei quali sono sterili, tutti sono ricoperti di foglioline sessili, glabre e lisce sul margine, opposte, semplici, lineari o lineari lanceolate, con 1 o 3 nervature, larghe al massimo 1,5mm, che di notte sono appressate al fusto mentre di giorno aprendosi se ne allontanano.
I fiori ermafroditi, attinomorfi, pentameri, raggruppati in corimbi lassi, sono portati da peduncoli sottili, eretti, lunghi 1 -2 cm. Calice composto da 5 sepali persistenti, verdi, ovato-acuminati, gli interni cigliati al margine, lunghi fino a 5 mm.
Corolla con 5 petali, caduchi, con lamina celeste pallido o bianca sfumata di azzurro-lavanda con numerose strie più scure, due o tre volte più lunghi dei sepali. 5 stami fertili alternati ad altrettanti staminodi con filamenti saldati alla base e le antere di colore azzurro scuro. Stili clavati e stimmi stretti e allungati.
Il frutto è una capsula globosa del diametro di 4-6 mm, deiscente con 10 valve terminanti in alto con un becco corto, e con all'interno 10 cavità conteneti ciascuna 2 semi appiattiti.
Tipo corologico: Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
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Etimologia: Il nome generico deriva dal termine greco che designava la fibra, mentre quello specifico deriva dal superlativo di usitatus usuale, comune, consueto: comunissimo; il nome subspecifico da angustus, stretto, sottile e da folium foglia: a foglie o foglioline strette.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale
Il lino è una pianta conosciuta e utilizzata fin dai tempi più remoti, 5000 anni fa, da una pianta simile al lino selvatico, il Linum usitatissimum, veniva ricavato il filato per le fasce che ricoprivano le mummie egiziane. Oltre che come pianta tessile, il lino è stato ed è utilizzato per farne carta di alto pregio e dai suoi semi si ricava un olio, impiegato dall’industria cosmetica, alimentare e industriale.
I semi hanno proprietà emollienti, rinfrescanti, lassative, diuretiche.
Sono indicati, sia per uso interno che per esterno, nelle infiammazioni renali e intestinali, nella bronchite e nel mal di gola, negli ascessi, nelle infiammazioni cutanee, nelle flebiti e nelle emorroidi.
E qualcuno ricorderà ancora l’odore nauseante del cataplasma ottenuto con l’ebollizione della farina di semi di lino, che veniva applicato ancor bollente sul petto per curare bronchiti o su altre parti del corpo per “far maturare” ascessi.
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SANDRO PIGNATTI, Flora d'Italia, 3 voll. Edagricole, Bologna 1982.
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Aiutate i moderatori: fotografate anche i frutti e i semi,
ciò oltre ad agevolare le determinazioni, contribuisce ad implementare la galleria dei "semi" e altre unità primarie di dispersione”.
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