Piante commensali dei campi coltivati *

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Marinella Zepigi
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Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da Marinella Zepigi »

Giovanni Gestri ha proposto nell'ambito delle Piante nei loro habitat di occuparci delle piante commensali.
Ho aperto all'interno di Piante nei loro habitat un subforum che ho ritenuto opportuno suddividere in:

Archeofite, Neofite e Piante dei campi di origine autoctona.

Andranno inserite le schede, molte delle quali già presenti nel nostro elenco, alcune almeno per quanto mi riguarda già pronte, solo da rivedere.
Parlando con Umberto e Giovanni è emerso che per praticità, sarebbe opportuno le schede fossero riunite tutte nel Forum schede , ma volendo mantenere gli argomenti divisi, si è pensato di inserire le schede nei forum dedicati, spostando tutto nel Forum schede mantenendo i links nelle pagine dedicate.
Intendo chiedere a Gianni, quando rientrerà, ovviamente se siete d'accordo, di inserire un ulteriore campo nel progrmma schede che ci permetta, con un elenco di default ,di inserire una nota standard del tipo: Piante commensali archeofite, Piante commensali neofite..etc

Qui una lista inviata da Giovanni, ovviamente è gradita la partecipazione di tutti :) ...suggerimenti, critiche etc....



UNA PRIMA LISTA DI SPECIE (con alcune indicazioni e notizie da verificare e approfondire)

ARCHEOFITE
I papaveri: Papaver rhoeas L. (introdotto nell’Europa media nel Neolitico – Strasburger); P.argemone L., P.dubium L., P.hybridum L.; la prova di fedeltà un tempo diffusa fra i giovani amanti: un petalo deposto sulle dita di una mano doveva produrre uno schiocco se veniva colpito con l’altra, altrimenti...
Il fiordaliso (Centaurea Cyanus L.): un tempo molto diffuso, adesso generalmente assai raro; a volte si incontra in zone marginali di vecchi coltivi.
Ranuncolo dei campi (Ranunculus arvensis L.): abbastanza diffuso in Europa centromeridionale. E’ specie tossica i cui acheni possono inquinare il grano.
Gladiolo segeto o Gladiolo dei campi (Gladiolus italicus Miller): è, fra i fiori di cui stiamo parlando, uno dei più belli ed eleganti. Altre specie di gladioli: G.byzantinus Miller, G.communis L.
Adonidi:Adonis aestivalis L., Adonis annua L., Adonis flammea Jacq. (con le loro varie sottospecie) e Adonis microcarpa DC.
Anemone dei fiorai (Anemone coronaria L.).
Gittaione (Agrostemma githago L.): (introdotto nell’Europa media nel Neolitico – Strasburger) altro splendido fiore un tempo comune e adesso a rischio di estinzione.
Erba cornetta, Speronella (Consolida regalis S.F. Gray).
Cetino dei campi (Vaccaria hispanica (Miller) Rauschert): un tempo comune adesso assai rara; provenienza Asia settentrionale.
Zizzania (Lolium temulentum L.): in regressione.
Centocchio dei campi (Anagallis arvensis L.): per AA sembra d’origine eurpoea-mediterranea e divenuta subcosmopolita; per Strasburger è stata introdotta nell’età del Bronzo.
Sinapis arvensis: per Strasburger è stata introdotta nell’età del Bronzo.

NEOFITE
Veronica comune (Veronica persica Poir.): recentemente introdotta dalla Persia in Europa (in Italia soprattutto durante il XIX° secolo) come pianta segetale e adesso divenuta Subcosmopolita.
Galisonga comune (Galinsoga parviflora Cav.): originaria del Sudamerica è stata introdotta in Europa alla fine del secolo XVIII°; oggi è comunissima infestante delle colture di mais e patate, ma si ritrova anche nei vigneti.
Falso panico (Setaria viridis (L.) Beauv.) ed anche le altre specie congeneri: si incontrano come infestanti delle colture, negli orti, ma anche al margine del bosco ed in ambienti paranaturali.
Amaranto comune (Amaranthus retroflexus L.), originario del Nordamerica;
Amaranto prostrato (A.deflexus L.) e Amaranto Verde (A.viridis L.), originari del Sudamerica.
Porcellana (Portulaca oleracea L.): che spesso “infesta” anche i vasi da fiore, oltre ai campi e agli orti coltivati.
Fumaria (Fumaria officinalis L.): da noi abbastanza diffusa; in genere si incontra frequentemente nei campi coltivati a patate, ma non solo.
Erba calenzuola (Euphorbia helioscopia L.) : è specie Cosmopolita.
Erba morella (Solanum nigrum L.): è pianta sinantropica.
Saeppola canadese (Erigeron canadensis L.): introdotta dal N-America in Europa verso la metà del 1600; Saeppola di Buenos Aires (Erigeron bonariensis L.): dal S-America; Saeppola di Naudin (Erigeron sumatrensis Retz.): dall’America tropicale

PIANTE DEI CAMPI DI ORIGINE AUTOCTONA
Senecio vernalis per Strasburger originario dell’Asia occidentale in periodo storico.
Stoppione, Scardaccione (Cirsium arvense Scop.): specie originariamente Euroasiatica è divenuta Subcosmopolita; si trova nei campi (il nome volgare deriva da stoppia – residuo della mietitura del grano-), ma anche ai bordi di sentieri e strade.
Specularia, Specchio di Venere (Legousia speculum-veneris (L.) Chaix): specie abbastanza comune nei campi coltivati e di particolare bellezza (da cui il nome).
Convolvolo nero (Polygonum o Fallopia convolvulus L.): assai diffuso negli ambienti ruderali, ai bordi delle strade e nei campi coltivati.
Vilucchio (Convolvulus arvensis L.): è una delle infestanti più comuni e più difficili da estirpare essendo a rapida crescita.
Gramigna: sotto questo nome sono comprese almeno tre specie indigene della famiglia delle Graminaceae; si possono incontrare nei terreni lavorati e messi a coltura: Agropyron repens (L.) Beauv., Gramigna comune, Trisetaria parviflora (Desf.) Maire, Gramigna a piccoli fiori (un po’ più rara delle altre) e Cynodon dactylon (L.) Pers., Gramigna rampicante. Quest’ultima è la più conosciuta e la più diffusa.
Anemone dei prati o Fior di Stella (Anemone hortensis L.): è una delle specie più comuni dei nostri campi e a fioritura più precoce (anche a gennaio!).
Lingua di bue o Erba perla (Buglossoides arvensis (L.) Johnston): per la consistenza durissima e per l’aspetto perlaceo dei semi si riteneva (in base alla dottrina della signatura) che un suo decotto fosse in grado di sciogliere i calcoli renali.
Camonilla bastarda (Anthemis arvensis L.): specie non molto comune che si distingue dalla Camomilla vera anche per l’assenza del caratteristico profumo.
Senecione (Senecio vulgaris L.): infestante di origine Euromediterranea si è diffuso in quasi tutto il globo.
Crisantemo dei campi o Ingrassabue (Glebionis segetum (L.) Fourr. ): comune in oliveti e vigne fino all’autunno inoltrato.
Crisantemo giallo (Glebionis coronaria (L.) Spach. ex Chrysanthemum coronarium L.): più raro e di aspetto simile al precedente, ma a fusto molto più ramoso.
Damigella scapigliata (Nigella damascena L.): abbastanza comune da noi; essendo pianta tossica sarebbe da evitare l’uso alimentare che taluni fanno dei suoi semi piccanti.
Avena selvatica (Avena fatua L.): graminacea originaria dell’Europa meridionale (alcune cariossidi di questa pianta sono state rinvenute in villaggi Sudeuropei dell’età del bronzo).
Fiorrancio selvatico o Calendula (Calendula arvensis L.): abbastanza comune nel nostro territorio, si può incontrare fiorita in campi, oliveti e vigneti quasi in tutti i mesi dell’anno.
Viola dei campi (Viola arvensis Murr.): talora utilizzata in medicina popolare come tonificante e depurativa.
Centocchio (Stellaria media (L.) Vill.): molto comune e a fioritura perdurante tutto l’anno.
Mordigallina (Anagallis arvensis L.): abbastanza comune e facilmente individuabile per il colore rosso dei suoi fiori.
Mercorella comune (Mercurialis annua L.): è comune nei campi e orti coltivati, ma anche in terreni abbandonati; fiorisce tutto l’anno.
Sorgo selvatico (Sorghum halepense (L.) Pers.): è infestante soprattutto delle colture di mais.
Toccamano (Sherardia arvensis L.): di origine Euromediterranea è divenuta Subcosmopolita.
Caglio coriandolino (Galium tricornatum Dandy): presente soprattutto in colture di cerali su substrato calcico.
Bupleuro granaiolo (Bupleurum lancifolium Hornem.): come dice il nome si incontra nei campi di grano.
Stellina dei campi (Asperula aevensis L.): il nome del genere è legato alla sensazione di ruvido (asper in latino) che avverte chi tocca la pianta.
Infine è possibile incontrare nei campi alcune geofite, Liliaceae a rifioritura annuale, spesso di aspetto molto attraente, a volte di raro riscontro: il Tulipano dei campi (Tulipa sylvestris L.), il Giacinto romano (Bellevalia romana (L.) Swett.), il Latte di gallina (Ornithogalun umbellatum L.), il Lampagione (Leopoldia comosa (L.) Parl. ed alcune specie di Muscari e Agli.

N.B.: per alcune delle specie sopra citate la collocazione è solamente ipotetica e da accertare.

Per non rendere il lavoro impossibile per la mole delle specie da ricercare, forse sarebbe opportuno indirizzare la ricerca solo sulle Archeofite e Neofite!!
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da GiovanniG »

Non so se è la sede adatta, ma provo ad inserire qui la presentazione/prefazione sulle piante dei campi coltivati. Chi ha suggerimenti, arricchimenti e critiche è pregato di farle presenti!
N.B.: supplico Marinella di inserire questo "prodromo" al punto giusto se ho sbagliato.

I campi coltivati: le piante commensali (Archeofite, Neofite, Piante di origine autoctona)
Per “commensalismo” si intende la condivisione della stessa "mensa", ovvero una condizione di coesistenza di due o più specie animali e/o vegetali in cui l’una utilizza principi necessari per la propria sopravvivenza dall’altra senza apparentemente arrecarle danni.

Le piante commensali qui considerate sono tutte quelle specie che vivono in aree coltivate nel senso più ampio del termine (per esempio anche nelle olivete, nei vigneti ecc.) sfruttando i vantaggi commessi alla lavorazione agricola. In questo contesto intendiamo riferirci principalmente a quelle che si incontrano – e soprattutto si incontravano! - nei campi lavorati insieme alle colture a ciclo annuale. Sono chiamate anche “erbe infestanti”, o “malerbe”, o, peggio ancora, “erbacce”, a sottolineare la connotazione negativa di cui hanno goduto in passato soprattutto presso gli agricoltori che le hanno da sempre combattute con tutti i mezzi come nemiche delle piante coltivate.
Esse possono essere suddivise a seconda della loro origine e/o del momento della loro introduzione in Europa in:

1) ARCHEOFITE, cioè piante introdotte nel bacino mediterraneo da epoche antichissime insieme alle colture di cereali e in particolare del frumento: sono presenti nella nostra flora da almeno 2000 anni. Provengono generalmente dalle zone in cui si sono affermate e diffuse le piante coltivate con cui convivono (per lo più l’Asia). Si sono naturalizzate “sopportando” nei campi la concorrenza delle piante indigene proprio grazie alle metodiche di lavorazione agricola che veniva effettuata un tempo, mirante ovviamente a favorire le specie alimentari. Il loro ciclo vitale, per lo più annuale, ben si adatta a quello delle specie coltivate: coincide il momento della semina, la raccolta avviene generalmente quando le nostre specie sono già andate a frutto ecc....

2) Altre specie sono giunte in Europa più recentemente, e precisamente dopo la scoperta dell’America. Sono legate in buona parte alla coltura del granturco (introdotto nel 1495, dopo la seconda spedizione nelle Indie Occidentali). Sono chiamate NEOFITE, ovvero specie vegetali di “nuova” introduzione.
Curiosamente in linea generale non c’è grande competizione fra Archeofite e Neofite, infatti, anche se a volte si possono incontrare nelle stesse colture, le prime per lo più fioriscono in primavera e le seconde ad inizio estate quando ormai le prime stanno terminando il loro ciclo vitale.

3) Nei campi si incontrano anche le specie spontanee dei nostri climi che dalle aree naturali e paranaturali circostanti (bosco, muretti a secco, affioramenti rocciosi ecc.) tendono ad invadere i terreni coltivati. Alcune specie provengono anche da altri paesi europei e al pari delle precedenti sono state favorite dalla lavorazione dei campi.

In base al loro ciclo biologico si possono classificare in:
annuali (di queste alcune germinano in primavera e sviluppano e scompaiono prima dell’inverno; altre germinano in autunno e fioriscono e vanno a frutto in primavera)
bienni
perenni che si moltiplicano prevalentemente o solo per seme, per bulbo o attraverso stoloni e/o rizomi (la loro frammentazione legata alla lavorazione della terra spesso ne facilità la moltiplicazione vegetativa).

La presenza delle erbe commensali in un dato territorio è determinata oltre che dal tipo di coltura anche da tutti quei fattori climatici ed edafici che possono favorire o ostacolare la biologia delle singole specie. In particolare ci saranno fitocenosi diverse andando dal Sud al Nord dell’Italia o nelle Isole, dalla pianura alla montagna, nel substrato calcareo rispetto a quello acido ecc...

Le moderne tecnologie agricole, come la selezione delle sementi, il passaggio dalla coltivazione di tipo estensivo (praticata un tempo soprattutto nel Centro-Sud) a quello intensivo e il massiccio uso di anticrittogamici stanno riducendo drasticamente la presenza di molte di queste specie nel nostro Paese.
Un’altra causa di rarefazione è rappresentata dalla sempre più massiccia cementificazione e urbanizzazione delle aree verdi e dall’abbandono, in alcune zone sempre più consistente, dei terreni agricoli.
Sono soprattutto le archeofite a risentire di questa situazione; alcune sono divenute rarissime e addirittura a rischio di estinzione dalla nostra flora.
Molte sono di un particolare pregio estetico e danno, o meglio davano, una bizzarria di forme ed una nota di colore alla monotonia delle monocolture (basti citare le ormai rarissime fioriture di fiordaliso: una meravigliosa distesa di azzurro che in maggio-giugno colorava le colline coltivate a cereali!).
Il loro futuro non sembra dei più rosei ed è prevedibile quindi un’ulteriore rarefazione di molte di esse, soprattutto di quelle che non sono state capaci di affermarsi in ambienti diversi da quegli agricoli. Ciò porterà ad una sempre maggiore diminuzione di specie e quindi ad una diminuzione di biodiversità, con grave decremento ecologico, ma anche antropologico: vivere in un ambiente armonicamente diversificato è un’esigenza dell’uomo. Si pensi alla tristezza della vita in città uniformemente grigie, o alla malinconia indotta da vaste aree coltivate con una stessa pianta: uniformi, monocromatiche, sempre ciclicamente uguali a se stesse!


Il contributo di tutti coloro che vorranno partecipare a questa “lavoro” sarà quindi indirizzato prevalentemente a parer mio a:
1) riconoscere l’attuale situazione di certe piante considerate a rischio di estinzione;
2) la conoscenza della distribuzione delle varie specie sul territorio italiano;
3) il tipo di coltura con cui ogni specie può convive;
4) eventuali habitat diversi dai campi in cui sono riuscite a riproporsi.
Ovviamente il tutto avrà solamente un carattere indicativo, perché una ricerca scientifica vera e propria richiederebbe competenze, tempi ed energie di cui forse non disponiamo!
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da attilio e mirna »

Ciao Giovanni,
Proposta interessantissima, alla quale aderiamo con molto piacere. La campagna dove noi viviamo e le vicine colline della nostra zona ci offrono ancora una habitat naturale e saremo ben lieti di fare una ricerca più approfondita. Credevamo che le nostre " Erbacce " non interessassero, alcune in questi anni sono state già presentate. Ti pregheremmo eventualmente di darci qualche consiglio su cosa aggiungere nelle schede già fatte e quelle che compileremo prossimamente.
Un carissimo saluto da Mirna&Attilio
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patty
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da patty »

bello e stimolante! e di grande nostalgia...per i ricordi di quando , bimbetta mi riempivo gli occhi con il colore dei fiordalisi ...che naturalmente ora non ci sono più!
nella mia zona la situazione è davvero tragica per molte di queste piante, qualcosa ancora trovo in pianura, qualcosa di più in collina....
sicuramente darò il mio contributo. :)
Parlavo qualche tempo fa con amici di Camelina alyssum,ormai rarissima, Archeofita , e mi è venuto in mente che potrenbbe essere aggiunta all'elenco fatto: Camelina alyssum (Mill) Thell. s.l., infestante delle colture di lino. La check list la dà ancora presente (la subsp. alyssum) proprio in Emilia Romagna: sarà dura trovarla, ma ci proverò......... :wall:
Ciao :)
Anche i fiori piangono, e ci sono stupidi che pensano sia rugiada. (Jim Morrison)
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da GiovanniG »

Cari Mirna e Attilio,
io penso che se, durante le nostre peregrinazioni in cerca di fiori nelle località più remote o vicino a casa nostra, ci imbattiamo in qualche campo coltivato, vale la pena soffermarci per valutare la presenza di qualche pianta, inserita o meno nella nostra lista, per segnalarla e magari aggiungerla.
Come per esempio è capitato l'anno scorso in Abruzzo quando, se vi ricordate, abbiamo notato un campo coltivato e ci siamo fermati a vedere scoprendo diverse piante interessanti...
Se poi volete uno spunto mi viene in mente un libro di qualche anno fa in cui c'è un discreto elenco di specie, non solo commensali e non esaustivo, ma comunque interessante e che forse avete già: "Erbe di campi e prati" di G. Simonetti e M. Watschinger, l'ultima edizione credo sia di Orsa Maggiore editrice.
A presto
Giovanni

N.B.: Cara Patty trova la "Carmelina alyssum"....per favore: non l'ho mai vista! e fotografala ovviamente.
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da carlo cibei »

:applauso:
complimenti Giovanni, un'altra idea interessantissima.
Io frequento abitualmente, nei soli fine settimana purtroppo, orti, vingeti e oliveti. Scorrendo le tue liste ho gia` riconosciuto numerosi e ben noti "nemici" che non manchero` di documentare via via che si presenteranno.

grazie e ciao

:D

carlo
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Marinella Zepigi
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da Marinella Zepigi »

"Erbe di campi e prati" di G. Simonetti e M. Watschinger, l'ultima edizione credo sia di Orsa Maggiore editrice.
è stato il primo libro che ho comprato tanti anni fa :D

marinella
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da GiovanniG »

Non vorrei vestire i panni del predicatore e mi scuso con tutti, ma in questa circostanza in cui ci si può meravigliare di parlare d’erbacce vorrei segnalare, da profondo “amante” di tutta la natura, un rischio a cui possono andare incontro alcuni che si occupano di botanica soprattutto a fini fotografici e/o più estetici che scientifici, ovvero considerare moltissimo i fiori più appariscenti e ignorare o quasi quelli esteriormente più insignificanti (come Graminacee, Chenopodiacee ecc.).
Lo sento particolarmente questo problema perché ci sono caduto io per primo quando all’inizio del mio interesse per il mondo vegetale mi sono dedicato per anni alle orchidee tralasciando le altre famiglie; più tardi, quando mi sono "ravveduto", ho corso il rischio opposto non sopportando più neppure di sentir parlare di Orchidacee!
Ogni specie vegetale ha tutto un mondo che la circonda, che conoscerlo può dare infinite soddisfazioni culturali e non solo, senza dimenticare che alcune piante senza particolari pregi estetici possono avere dal punto di vista ecologico pari o addirittura maggiore importanza rispetto alle “più belle e famose”.
Giovanni, scusandomi nuovamente.
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da effegua »

GiovanniG ha scritto:Non vorrei vestire i panni del predicatore ...
Carissimo Giovanni,
Come tutte le persone che si frequentano da qualche tempo, anche noi abbiamo i nostri "modi di dire". La discussione sulle erbacce e' stata affrontata in altra (sciagurata) sede qualche tempo fa, ed in quel caso fui io ad esere messo alla gogna per aver usato l'infausto termine. Chiarii allora, e posso mettere la mano sul fuoco che la citazione di Mirnattilio era su questa lunghezza d'onda, che il termine "erbacce" e' usato in maniera affettuosa e scherzosa, come si dice benevolmente di un ragazzino vivace e allegro che e' un monellaccio o un "delinquente" sorridendo. E' ovvio che tra noi l'amore per le piante e' un denominatore comune, e personalmente cerco di considerare benevolmente anche la gramigna che mi infesta il giardino e la rorippa che mi infesta l'orto, anche se e' dura...!!! :D :D

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airone
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Re: Piante commensali dei campi coltivati *

Messaggio da airone »

Ciao a tutti, questo è un argomento che mi interessa assai: ho sempre vissuti in campagna e coltivo io stesso la mia campagna. Avevo a suo tempo già iniziato a raccogliere Foto di piante che quì da noi sono conosciute come "erbetti di campo", ottimi nelle torte, pensando al solito libro, ma poi mi sono arenato perchè mi sono accorto che ne usciva un lavoro immane. Mi ero accordato anche con alcune donne anziane della Lunigiana per le eventuali ricette (in particolare torte) del passato con tali erbe. Chissà che ora non ci ripensi anche con l'aiuto del forum! :D
Angelo
Angelo Mazzoni
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