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Mi sono accorto che nel sito di Acta plantarum non compare nessun articolo dedicato al Monte Baldo e spero che quanto sto per pubblicare spinga qualcuno a visitare questa montagna famosa per i suoi fiori ma anche per i suoi panorami.
Su questo spettacolare gruppo montuoso ci sono stato almeno una decina di volte e in tutte le stagioni; non dico di conoscerlo perfettamente ma ho percorso in lungo e in largo i principali sentieri di questa montagna.
Il Monte Baldo a differenza di altri gruppi montuosi si estende in senso longitudinale ossia da SSO a NNE e separa la faglia occupata dal lago di Garda da quella attraversata dal fiume Adige. Già questo aspetto suscita gli interessi dei geologi dato che le spinte tettoniche che hanno dato origine alle Alpi hanno direzione prevalente Sud - Nord.
Su questo spettacolare gruppo montuoso ci sono stato almeno una decina di volte e in tutte le stagioni; non dico di conoscerlo perfettamente ma ho percorso in lungo e in largo i principali sentieri di questa montagna.
Il Monte Baldo a differenza di altri gruppi montuosi si estende in senso longitudinale ossia da SSO a NNE e separa la faglia occupata dal lago di Garda da quella attraversata dal fiume Adige. Già questo aspetto suscita gli interessi dei geologi dato che le spinte tettoniche che hanno dato origine alle Alpi hanno direzione prevalente Sud - Nord.
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La figura che segue è un tentativo di spiegare l'anomalia di questo gruppo montuoso:
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In pratica la presenza di due gruppi massivi a Ovest quello granitico dell'Adamello e a Est quello di Cima d'Asta, ha prodotto un cuneo di spinta che nella fattispecie ha sollevato la catena baldense con i corrugamenti visibili in figura: una lunga anticlinale costituita dalla catena principale seguita da una conca o sinclinale quella di Ferrara di M. Baldo più in basso e da una successiva anticlinale che precipita sulla valle dell'Adige che è stata demolita dall'erosione indotta dai ghiacciai quaternari e dal fiume stesso.
Le cose non sono ovviamente così semplici se si pensa che la parte trentina del Baldo costituita dall'Altissimo di Nago non è in perfetta continuità con la parte veronese....ma qui c'entra come al solito l'autonomia speciale...
Le cose non sono ovviamente così semplici se si pensa che la parte trentina del Baldo costituita dall'Altissimo di Nago non è in perfetta continuità con la parte veronese....ma qui c'entra come al solito l'autonomia speciale...
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L'immagine sopra è stata scattata nei pressi di Spiazzi(m.862) dopo essere saliti da Brentino passando dal Santuario della Madonna della Corona, una piccola perla abbarbicata sulle pareti di dolomia triassica a precipizio sulla valle dell'Adige.
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E' chiaro dunque che la visita dell'Arcibaldo può essere fatta da molti versanti; da Est come nel caso sopra o da Sud-Ovest partendo da Prada e risalendo la dorsale del Forte di Naole fino al Rif.Chierego (m.1911).
Il Rif.Chierego fu la prima méta baldense circa una quarantina di anni fa, agli inizi della mia carriera di fotografo-esploratore.
Il Rif.Chierego fu la prima méta baldense circa una quarantina di anni fa, agli inizi della mia carriera di fotografo-esploratore.
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Allora si utilizzavano le diapositive e per la Kodachrome si doveva aspettare quasi un mese prima di conoscere con un po' di trepidazione i risultati dato che l'unico laboratorio esistente in Italia era quello di Milano; magnifica la resa calda dei colori di quelle generazione di pellicole.
A parte le sei immagini di cui sopra, in questa monografia pubblico solo immagini digitali; le più antiche del 2004 risalgono agli inizi dell'era digitale leggi Nikon Coolpix 885 da 3.2Megapixel.
Questa montagna è interessante anche per le vicissitudini quaternarie dato che le parti sommitali della catena rimasero libere dai ghiacci e permisero la conservazione di parte della flora del terziario che altrimenti sarebbe stata spazzata via. Altra immagine illuminante è la seguente:
A parte le sei immagini di cui sopra, in questa monografia pubblico solo immagini digitali; le più antiche del 2004 risalgono agli inizi dell'era digitale leggi Nikon Coolpix 885 da 3.2Megapixel.
Questa montagna è interessante anche per le vicissitudini quaternarie dato che le parti sommitali della catena rimasero libere dai ghiacci e permisero la conservazione di parte della flora del terziario che altrimenti sarebbe stata spazzata via. Altra immagine illuminante è la seguente:
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I ghiacciai ( è d'obbligo il plurale perchè di periodi glaciali ce ne sono stati più di uno ) hanno modellato il paesaggio a Sud del lago di Garda e quello oltre la stretta di Ceraino formando due anfiteatri morenici rispettivamente del Garda e di Rivoli che si sono in parte sovrapposti esattamente come accade nell'interferenza tra onde generate in punti differenti in un liquido .
Unico neo: i veneti maghi nella distruzione di casa loro, sono riusciti a rovinare anche questa zona piazzando due turboeliche a Sud della Chiusa.....
Unico neo: i veneti maghi nella distruzione di casa loro, sono riusciti a rovinare anche questa zona piazzando due turboeliche a Sud della Chiusa.....
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Questa montagna è nota in tutta Europa proprio per la presenza di moltissime specie botaniche; magari non è così ricca come la contigua zona del Passo di Crocedomini.
(Filippo Prosser eminente botanico trentino afferma invece l'opposto ossia che la grande variabilità climatica del M. Baldo permette di superare nettamente la ricchezza floristica di Passo Crocedomini, nonostante la maggior diversità geologica di quest'ultimo ) ma unisce alla flora un panorama unico:
(Filippo Prosser eminente botanico trentino afferma invece l'opposto ossia che la grande variabilità climatica del M. Baldo permette di superare nettamente la ricchezza floristica di Passo Crocedomini, nonostante la maggior diversità geologica di quest'ultimo ) ma unisce alla flora un panorama unico:
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Quella che segue invece è una panoramica verso Sud:
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Quali fiori si potrebbero osservare qui a 2000 metri? Stelle alpine, campanule, camedri, astri e molto altro ancora.
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Se invece alziamo lo sguardo sullo sfondo compare il massiccio dell'Adamello con il Carè Alto e la Presanella a destra.
Duemila metri più in basso c'è ovviamente il lago di Garda il più grande serbatoio d'acqua dolce italiano che concorre a creare un clima unico da cui derivano fasce vegetazionali molto diversificate: dall'olivo e leccio fino al pino mugo.
Duemila metri più in basso c'è ovviamente il lago di Garda il più grande serbatoio d'acqua dolce italiano che concorre a creare un clima unico da cui derivano fasce vegetazionali molto diversificate: dall'olivo e leccio fino al pino mugo.
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Verso il lago si sviluppano imponenti ghiaioni che sono frequentati in autunno dai camosci che osservano impassibili i distratti escursionisti:
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Dalla cima del Telegrafo è possibile scendere fino al Rif Novezzina (m1255) dove a piana erbosa utilizzata a pascolo ospita qualche antica casera con il classico camino a emiciclo:
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Una gita al P.so di Cerbiolo (m.1379) permette di scoprire altre specie floristiche tra le quali ne va menzionata una: quel diavolo di Giusquiamo che pare voglia abbracciarci mortalmente:
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Proseguendo verso Nord si può prendere la strada verso il lago di Pra della Stua per poi risalire al P.so di San Valentino (m.1314) luogo di partenza ideale per tutte le escursioni sul Baldo trentino.
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La flora intorno al passo è spesso ospitata nel sottobosco di faggio:
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In Trentino le malghe sono state restaurate e la loro copertura è realizzata in lastre calcaree:
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Dal P.so San Valentino inizia una delle gite più consigliate visto che si può osservare la flora della Riserva naturale della Corna Piana:
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Il pezzo forte è sicuramente la Peonia:
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La gita prosegue fino al Rif.Graziani al P.so della Canaletta (m.1617). Qualche bell'esemplare di faggio resiste ai tormenti dell'inverno e alla siccità dell'estate.
Il terreno calcareo è permeabile all'acqua che è presente solo in qualche pozza argillosa a uso e consumo del bestiame:
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Da qui la strada militare intitolata al generale Graziani ma scavata dagli zappatori che gli auguravano sicuramente tanta salute, s'inerpica fin sull'Altissimo di Nago (m.2080). Ovviamente si possono osservare altre specie botaniche sia sui prati che sui dirupi:
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Il panorama si fa sempre più esteso:
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Meritano un ingrandimento alcune foto delle specie che possiamo osservare sui prati dell'Altissimo:
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Riporto per gli appassionati i due itinerari principali con i tempi di percorrenza: