Carex pilosa Scop. - Carice pelosa

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Carex pilosa Scop. - Carice pelosa

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Carex pilosa Scop.
Fl. Carniol., ed. 2, 2: 226 (1772)


Cyperaceae

Carice pelosa, Deutsch: Wimper-Segge
English: Hairy sedge
Français: Laîche poilue


Forma Biologica: H caesp - Emicriptofite cespitose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con aspetto di ciuffi serrati.

Descrizione: Pianta erbacea perenne alta 20-50 cm, con stoloni orizzontali allungati.
Fusto eretto, acutamente trigono, liscio o con peli radi; alla base avvolto (assieme a poche foglie basali) da guaine cartilaginee cilindriche di 3-5 cm, intere, di colore dal rosso porpora al rosso brunastro.
Foglie piane, generalmente più lunghe del fusto, con lamina larga (3) 5-10 mm, pelose ai margini con peli sparsi sulle nervature, presentano una evidente piega longitudinale lungo la nervatura centrale.
Ligula lunga L/I >1, con apice acuto.
Brattee fogliacee inferiori brevi, non superanti l'infiorescenza, pubescenti, lungamente guainanti.
Infiorescenza verde lunga (7) 11-20 (30) composta da 1 spiga superiore maschile e 2-3 (4) spighe femminili.
Spiga maschile apicale, ovato-oblunga, sottile, lunga (15) 20-35 mm, di colore viola scuro; gluma sottile, lanceolata o lineare, con apice subacuto, di colore viola scuro, con nervatura centrale da verde a bruno chiaro.
Spighe femminili ascellari, distanziate tra loro, con 5-10 (20) fiori, lunghe (20) 25-45 mm, su peduncoli pelosi allungati, eretti; glume ovate o ellittiche più corte o ± uguali all'otricello, di colore da bianco verdastro a rosso brunastro; nervatura centrale verde con margine scarioso e apice da acuto a mucronato.
Stimmi: 3
i frutti sono pseudanteci (otricelli) di 4-5 x 2 mm, glabri, ovoidi-oblunghi, attenuati alla base e all'apice nel becco membranaceo e bidentato, verdastri, con numerosi nervi poco evidenti.
Acheni 2,5 mm circa, globoso-obovati, trigoni.

Tipo corologico: Europ. - Areale europeo.

Habitat: querceti e faggete, cedui, in ambienti ombreggiati su suolo fertile, neutro, subacido, ben provvisto di materiale organico. E' indicata per i boschi del triestino e Gorizia, a Montello, nei Colli Euganei, piuttosto rara nel resto delle Prealpi venete. Si può trovare nel Bresciano, Bergamasco, nella Val Sangone e lande, va riaccertata nel resto del Piemonte e Liguria. Molto rara in Emilia: Monte Gottero (PR) e Madonna dell'Acero (BO), zone da verificare perchè di antica segnalazione.
Nell'avellinese invece, secondo Casali (Flora irpina), risulterebbe frequente.

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Sistematica e possibili confusioni: In estate si notano solo le foglie che possono raggiungere 30-50 cm, sono quasi glabre e potrebbero essere confuse con quelle di Brachypodium sylvaticum (Huds.) P.Beauv. o con Melica nutans L. che condividono lo stesso ambiente. Per poterle riconoscere occorre osservare la guaina basale che è persistente e la caratteristica struttura della lamina: in corrispondenza alla nervatura centrale si nota un solco longitudinale, mentre le 2 semilamine in sezione appaiono convesse e, osservando la pagina superiore, al centro risultano incurvate verso l'alto, poi sul bordo nuovamente inclinate verso il basso.

Specie simili:
Carex sylvatica Huds. (vedi scheda): pianta glabra più alta (50-80 cm), rizomi corti, foglie non pubescenti, otricello piriforme.
Carex strigosa Huds.: (vedi scheda): pianta glabra alta 40-100 cm, foglie più corte del fusto, spighe femminili con più di 25 fiori, otricelli con nervature molto evidenti.

Il periodo migliore per l'identificazione delle Carex non è la fioritura (generalmente precoce), ma la fruttificazione. Di particolare importanza sono gli otricelli, gli stimmi e l'apparato radicale; in mancanza di questi caratteri è quasi impossibile identificarle con sicurezza, anche l'habitat può aiutare nel riconoscimento della specie.
Occorre fare attenzione al numero degli stimmi, può accadere che uno degli stimmi sia nascosto dall'otricello oppure si sia staccato e perduto durante la dissecazione, quindi per una corretta identificazione è sempre meglio esaminare parecchi fiori.

Tassonomia filogenetica

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Etimologia: Il nome generico dal nome classico latino cārex, caricis carice (in Virgilio, Georg. 3.231). L’etimologia del nome è ignota, tra le diverse ipotesi la più convincente è che derivi dal greco κείρω keíro io taglio, in riferimento al bordo tagliente delle foglie. Il nome specifico deriva da pílus pelo: con organi ricoperti di peluria, peloso.

Proprietà ed utilizzi:
Nonostante il genere Carex sia così diffuso e numeroso, non si conoscono utilizzi a scopo alimentare e farmaceutico per nessuna specie.

Note e Curiosità: Il genere Carex comprende circa 2000 specie distribuite su tutto il globo, prevalentemente in regioni umide, temperate o fredde.
Benché le specie del genere appaiano macroscopicamente simili alle Poaceae, queste ultime possiedono due glume per ogni spighetta uni o multiflora e un perigonio formato da 2 tepali (lemma e palea) per ciascun fiore; i fiori sono tutti ermafroditi.
Tutte le specie di Carex hanno invece fiori unisessuali e sono spesso, ma non sempre, monoiche (entrambi i sessi sulla stessa pianta ma in fiori distinti); il perigonio è del tutto assente; una brattea erbacea (gluma) sottende ogni fiore; i fiori maschili sono ridotti a 1 (3) stami e i fiori femminili a 3 (2) carpelli formanti un ovario uniloculare.

Principali Fonti
Pignatti S. (1982) Flora d'Italia, I ed.. Edagricole, Bologna
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II ed.. Edagricole, Bologna
Hamon D. (2022) - Carex de France. Biotope Edition
Carex pilosa
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.


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Teolo (PD), 200 m, mar 2010
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Lucoli (AQ), 1600m, mag 2012
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Cene (BG), 500 m, apr 2009
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