Carex otrubae Podp. - Carice di Otruba
Moderatori: Anja, Marinella Zepigi
- Roberta Alberti
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- Iscritto il: 03 ago 2012, 14:49
- Nome: Roberta
- Cognome: Alberti
- Residenza(Prov): Zola Predosa (BO)
Carex otrubae Podp. - Carice di Otruba
Carex otrubae Podp.
in Spisy Prír. Fak. Masarykovy Univ. 12: 15. (1922)
Carex lamprophysa Sam., Carex nemorosa Koch, Carex nemorosa Rebent. V cuprina Heuff., Carex cuprina auct., Carex vulpina L. V nemorosa Koch
Cyperaceae
Carice di Otruba, Carice ramata, Deutsch: Hain-Segge
English: False fox-sedge
Español: Cárice cuprina
Français: Laîche cuivrée
Forma Biologica: H caesp - Emicriptofite cespitose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con aspetto di ciuffi serrati.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta 30-80 cm, con rizoma corto e robusto, densamente cespugliosa.
Fusto robusto, eretto, Ø 2-4 mm, acutamente trigono ma con spigoli non alati e facce piano convesse, molto scabro verso l'apice.
Guaine basali ± fibrose, squamiformi, da bianche con venature verdi a bruno chiare.
Foglie piane carenate, larghe 4-10 mm, più corte dei fusti, scabre nella parte superiore, di colore verde-giallastro, generalmente arancioni all'essicazione.
Ligula 5-10 mm, più lunga che larga, acuta o subacuta; antiligula assente.
Brattee filiformi lunghe 5-15 mm, raramente superanti l'infiorescenza, non guainanti.
Infiorescenza spiciforme, compatta lunga 2,5-4,5 (5,5 (cm) composta da numerose spighe.
Spighe ovoidali,lunghe 8-14 mm, androgine, con fiori inferiori femminili e fiori superiori maschili, raggruppate nella parte superiore del fusto, talvolta quella inferiore un po' separata dalle altre.
Glume ovali, acuminate o brevemente mucronate, brune con nervatura mediana verde, più brevi degli otricelli.
Stimmi: 2
I frutti sono pseudanteci (otricelli) di 4,5-5,5 x 1,2-2,3 mm, piriformi, piano-convessi, con nervi prominenti e massa spugnosa alla base, verdastri o brunastri, patenti, con becco di 1,2-2 mm, scabro e bifido.
Acheni di 1,7-2,1 x 1,2-1,6 mm, obovati o ellittici, biconvessi o piano-convessi.
Tipo corologico: Atl. - Areale centrato sulle coste atlantiche dell'Europa.
Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
Habitat: Prati umidi anche salmastri, boschi umidi, paludi, su suoli sabbioso-limosi. Comune nella vegetazione di populetalia e frequente nei prati degli Holoschoenetalia.
Sistematica e possibili confusioni: Specie simili:
Carex vulpina L. (vedi scheda): pianta più alta (40-120 cm), ligula più corta (2-6 mm), infiorescenza più lunga (7-9 cm).
Carex vulpinoidea Michx. (vedi scheda): fusti di larghezza inferiore a 2 mm, foglie più strette e otricelli più piccoli.
Carex spicata Huds. subsp. spicata (vedi scheda): fusto di Ø inferiore a 2 mm, foglie più strette inferiori a 4 mm e otricelli più piccoli.
ll periodo migliore per l'identificazione delle Carex non è la fioritura (generalmente precoce), ma la fruttificazione. Di particolare importanza sono gli otricelli, gli stimmi e l'apparato radicale; in mancanza di questi caratteri è quasi impossibile identificarle con sicurezza, anche l'habitat può aiutare nel riconoscimento della specie.
Occorre fare attenzione al numero degli stimmi, può accadere che uno degli stimmi sia nascosto dall'otricello oppure si sia staccato e perduto durante la dissecazione, quindi per una corretta identificazione è sempre meglio esaminare parecchi fiori.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico dal nome classico latino cārex, caricis carice (in Virgilio, Georg. 3.231). L’etimologia del nome è ignota, tra le diverse ipotesi la più convincente è che derivi dal greco κείρω keíro io taglio, in riferimento al bordo tagliente delle foglie; il nome specifico dedicato al botanico ceco Josef Otruba (1889-1952).
Proprietà ed utilizzi:
Specie emettrice di isoprenoidi: sostanze organiche di origine animale o vegetale.
Nonostante il genere Carex sia così diffuso e numeroso, non si conoscono utilizzi a scopo alimentare e farmaceutico per nessuna specie.
Note e Curiosità: Il genere Carex comprende circa 2000 specie distribuite su tutto il globo, prevalentemente in regioni umide, temperate o fredde.
Benché le specie del genere appaiano macroscopicamente simili alle Poaceae, queste ultime possiedono due glume per ogni spighetta uni o multiflora e un perigonio formato da 2 tepali (lemma e palea) per ciascun fiore; i fiori sono tutti ermafroditi.
Tutte le specie di Carex hanno invece fiori unisessuali e sono spesso, ma non sempre, monoiche (entrambi i sessi sulla stessa pianta ma in fiori distinti); il perigonio è del tutto assente; una brattea erbacea (gluma) sottende ogni fiore; i fiori maschili sono ridotti a 1 (3) stami e i fiori femminili a 3 (2) carpelli formanti un ovario uniloculare.
Principali Fonti
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II ed.. Edagricole, Bologna
Pignatti S. (1982) Flora d'Italia, I ed.. Edagricole, Bologna
Hamon D. (2022) - Carex de France. Biotope Edition
Flora Iberica - Plantas vasculares del la Peninsula Iberica e Islas Baleares.
Index Plantarum Flora Italicae - Indice dei nomi delle specie botaniche presenti in Italia.
Scheda realizzata da Roberta Alberti
in Spisy Prír. Fak. Masarykovy Univ. 12: 15. (1922)
Carex lamprophysa Sam., Carex nemorosa Koch, Carex nemorosa Rebent. V cuprina Heuff., Carex cuprina auct., Carex vulpina L. V nemorosa Koch
Cyperaceae
Carice di Otruba, Carice ramata, Deutsch: Hain-Segge
English: False fox-sedge
Español: Cárice cuprina
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Forma Biologica: H caesp - Emicriptofite cespitose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con aspetto di ciuffi serrati.
Descrizione: Pianta erbacea perenne alta 30-80 cm, con rizoma corto e robusto, densamente cespugliosa.
Fusto robusto, eretto, Ø 2-4 mm, acutamente trigono ma con spigoli non alati e facce piano convesse, molto scabro verso l'apice.
Guaine basali ± fibrose, squamiformi, da bianche con venature verdi a bruno chiare.
Foglie piane carenate, larghe 4-10 mm, più corte dei fusti, scabre nella parte superiore, di colore verde-giallastro, generalmente arancioni all'essicazione.
Ligula 5-10 mm, più lunga che larga, acuta o subacuta; antiligula assente.
Brattee filiformi lunghe 5-15 mm, raramente superanti l'infiorescenza, non guainanti.
Infiorescenza spiciforme, compatta lunga 2,5-4,5 (5,5 (cm) composta da numerose spighe.
Spighe ovoidali,lunghe 8-14 mm, androgine, con fiori inferiori femminili e fiori superiori maschili, raggruppate nella parte superiore del fusto, talvolta quella inferiore un po' separata dalle altre.
Glume ovali, acuminate o brevemente mucronate, brune con nervatura mediana verde, più brevi degli otricelli.
Stimmi: 2
I frutti sono pseudanteci (otricelli) di 4,5-5,5 x 1,2-2,3 mm, piriformi, piano-convessi, con nervi prominenti e massa spugnosa alla base, verdastri o brunastri, patenti, con becco di 1,2-2 mm, scabro e bifido.
Acheni di 1,7-2,1 x 1,2-1,6 mm, obovati o ellittici, biconvessi o piano-convessi.
Tipo corologico: Atl. - Areale centrato sulle coste atlantiche dell'Europa.
Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).
Habitat: Prati umidi anche salmastri, boschi umidi, paludi, su suoli sabbioso-limosi. Comune nella vegetazione di populetalia e frequente nei prati degli Holoschoenetalia.
Sistematica e possibili confusioni: Specie simili:
Carex vulpina L. (vedi scheda): pianta più alta (40-120 cm), ligula più corta (2-6 mm), infiorescenza più lunga (7-9 cm).
Carex vulpinoidea Michx. (vedi scheda): fusti di larghezza inferiore a 2 mm, foglie più strette e otricelli più piccoli.
Carex spicata Huds. subsp. spicata (vedi scheda): fusto di Ø inferiore a 2 mm, foglie più strette inferiori a 4 mm e otricelli più piccoli.
ll periodo migliore per l'identificazione delle Carex non è la fioritura (generalmente precoce), ma la fruttificazione. Di particolare importanza sono gli otricelli, gli stimmi e l'apparato radicale; in mancanza di questi caratteri è quasi impossibile identificarle con sicurezza, anche l'habitat può aiutare nel riconoscimento della specie.
Occorre fare attenzione al numero degli stimmi, può accadere che uno degli stimmi sia nascosto dall'otricello oppure si sia staccato e perduto durante la dissecazione, quindi per una corretta identificazione è sempre meglio esaminare parecchi fiori.
Tassonomia filogenetica
______________________________________________________________________________
Etimologia: Il nome generico dal nome classico latino cārex, caricis carice (in Virgilio, Georg. 3.231). L’etimologia del nome è ignota, tra le diverse ipotesi la più convincente è che derivi dal greco κείρω keíro io taglio, in riferimento al bordo tagliente delle foglie; il nome specifico dedicato al botanico ceco Josef Otruba (1889-1952).
Proprietà ed utilizzi:
Specie emettrice di isoprenoidi: sostanze organiche di origine animale o vegetale.
Nonostante il genere Carex sia così diffuso e numeroso, non si conoscono utilizzi a scopo alimentare e farmaceutico per nessuna specie.
Note e Curiosità: Il genere Carex comprende circa 2000 specie distribuite su tutto il globo, prevalentemente in regioni umide, temperate o fredde.
Benché le specie del genere appaiano macroscopicamente simili alle Poaceae, queste ultime possiedono due glume per ogni spighetta uni o multiflora e un perigonio formato da 2 tepali (lemma e palea) per ciascun fiore; i fiori sono tutti ermafroditi.
Tutte le specie di Carex hanno invece fiori unisessuali e sono spesso, ma non sempre, monoiche (entrambi i sessi sulla stessa pianta ma in fiori distinti); il perigonio è del tutto assente; una brattea erbacea (gluma) sottende ogni fiore; i fiori maschili sono ridotti a 1 (3) stami e i fiori femminili a 3 (2) carpelli formanti un ovario uniloculare.
Principali Fonti
Pignatti S. (2017) Flora d'Italia, II ed.. Edagricole, Bologna
Pignatti S. (1982) Flora d'Italia, I ed.. Edagricole, Bologna
Hamon D. (2022) - Carex de France. Biotope Edition
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Scheda realizzata da Roberta Alberti
" Felici coloro che vedono la bellezza…dove altri non vedono nulla" (Camille Pissarro)
Amare la natura significa amare se stessi
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Re: Carex otrubae Podp. - Carice di Otruba
Endine Gaiano (BG), giu 2008
Foto di Marinella Zepigi
Villorba (TV), 30 m, apr 2009
Foto di Pino Perino
Foto di Marinella Zepigi
Villorba (TV), 30 m, apr 2009
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Amare la natura significa amare se stessi
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Re: Carex otrubae Podp. - Carice di Otruba
Montaletto di Cervia (RA), 7 m, apr 2014
Foto di Giorgio Faggi
Monte Carevolo (PC), 1100 m, ago 2018
Foto di Riccardo De Vivo
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M. Pisano (PI), mag 2008
Foto di Brunello Pierini
Monticelli (PC), 45 m, lug 2007
Foto di Enrico Romani
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Piano Ruggio (PZ), 1530 m, lug 2016
Foto di Franco Caldararo
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Altamura (BA), 380 m, lug 2014
Foto di Vito Buono
Selinunte, Castelvetrano (TP), 12 m, mag 2023
Foto di Michele Aleo
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