I fossili del vostro giardino
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I fossili del vostro giardino
.
Premessa
Potrà anche sembrare strano, ma i fossili non sono solo nei musei di paleontologia, ma ve ne sono ovunque, sparsi nei campi, nelle colline, a formare intere montagne e, certamente, ne avete anche voi, magari sepolti nel vostro giardino, in attesa che un bel giorno vi decidiate ed iniziate a scavare per riportarli alla luce.
Piuttosto, prima di partire in quarta a cercare i dinosauri dietro l'orto di casa, è bene che sappiate che in Italia, la raccolta e la conservazione dei reperti fossili è comunque proibita: se durante uno scavo occasionale doveste trovare, per puro caso, un fossile, non potete raccoglierlo, non potete portarlo a casa, non potete tenerlo. Anche se è nel vostro terreno, non può essere vostro, è patrimonio dello Stato.
La conseguenza di questo preambolo è quindi che noi ci dedicheremo esclusivamente alla ricerca di fossili già ben conosciuti e molto diffusi, oltretutto saranno fossili di minime dimensioni, senza più alcun interesse per il nostro patrimonio artistico-colturale.
Ma ugualmente tanto interessanti per noi, per i nostri figli e nipoti, come spunto per tante belle chiacchierate con i nostri ragazzi sulla bellezza della Natura e suoi suoi tantissimi aspetti della sua evoluzione.
Ed allora, pronti a partire: vi assicuro che chiunque di voi troverà facilmente fossili vecchi di milioni di anni e che, date le dimensioni minime, faranno bella mostra in una galleria fotografica, senza alcuna complicazione legale per voi.
(Continua)
Premessa
Potrà anche sembrare strano, ma i fossili non sono solo nei musei di paleontologia, ma ve ne sono ovunque, sparsi nei campi, nelle colline, a formare intere montagne e, certamente, ne avete anche voi, magari sepolti nel vostro giardino, in attesa che un bel giorno vi decidiate ed iniziate a scavare per riportarli alla luce.
Piuttosto, prima di partire in quarta a cercare i dinosauri dietro l'orto di casa, è bene che sappiate che in Italia, la raccolta e la conservazione dei reperti fossili è comunque proibita: se durante uno scavo occasionale doveste trovare, per puro caso, un fossile, non potete raccoglierlo, non potete portarlo a casa, non potete tenerlo. Anche se è nel vostro terreno, non può essere vostro, è patrimonio dello Stato.
La conseguenza di questo preambolo è quindi che noi ci dedicheremo esclusivamente alla ricerca di fossili già ben conosciuti e molto diffusi, oltretutto saranno fossili di minime dimensioni, senza più alcun interesse per il nostro patrimonio artistico-colturale.
Ma ugualmente tanto interessanti per noi, per i nostri figli e nipoti, come spunto per tante belle chiacchierate con i nostri ragazzi sulla bellezza della Natura e suoi suoi tantissimi aspetti della sua evoluzione.
Ed allora, pronti a partire: vi assicuro che chiunque di voi troverà facilmente fossili vecchi di milioni di anni e che, date le dimensioni minime, faranno bella mostra in una galleria fotografica, senza alcuna complicazione legale per voi.
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Andrea
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Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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Re: I fossili del vostro giardino
I fossili in giardino
Facciamo un salto indietro nel tempo, un bel salto.
Diciamo di almeno 200 milioni di anni, quando inizia la separazione fra l’Africa e l’Eurasia.
Si forma così una profonda spaccatura, subito colmata dalle acque del mare, dando origine a quello che venne pomposamente chiamato Oceano Ligure Piemontese.
E l’Italia, poveretta, era la sotto, sotto 3000 metri di acqua salata.
Il tempo passa, Europa ed Africa si allontanano, ma dal fondo del mare, specie la dove la crosta era più sottile, il magma fuso comincia a fuoriuscire e, a contatto con l’acqua, inizia a solidificare.
Esce, cresce e solidifica. Esce, cresce e solidifica.
Si formano così le principali rocce che saranno la base, la struttura portante, delle nostre montagne: i gabbri se solidificati ancora sotto il mare, i basalti se invece la roccia fusa riesce a raggiungere la superficie, solidificando così direttamente a contatto con l’aria.
Sezione sottile di Gabbro
E così emergono quelle che oggi sono le Alpi e gli Appennini, le principali isole, le parti sopra elevate dell’Italia. Tutto il resto è ancora abbondantemente sotto un mare popolato da tutte le strane creature che allora vi vivevano.
(Continua)
Facciamo un salto indietro nel tempo, un bel salto.
Diciamo di almeno 200 milioni di anni, quando inizia la separazione fra l’Africa e l’Eurasia.
Si forma così una profonda spaccatura, subito colmata dalle acque del mare, dando origine a quello che venne pomposamente chiamato Oceano Ligure Piemontese.
E l’Italia, poveretta, era la sotto, sotto 3000 metri di acqua salata.
Il tempo passa, Europa ed Africa si allontanano, ma dal fondo del mare, specie la dove la crosta era più sottile, il magma fuso comincia a fuoriuscire e, a contatto con l’acqua, inizia a solidificare.
Esce, cresce e solidifica. Esce, cresce e solidifica.
Si formano così le principali rocce che saranno la base, la struttura portante, delle nostre montagne: i gabbri se solidificati ancora sotto il mare, i basalti se invece la roccia fusa riesce a raggiungere la superficie, solidificando così direttamente a contatto con l’aria.
Sezione sottile di Gabbro
E così emergono quelle che oggi sono le Alpi e gli Appennini, le principali isole, le parti sopra elevate dell’Italia. Tutto il resto è ancora abbondantemente sotto un mare popolato da tutte le strane creature che allora vi vivevano.
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Andrea
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Re: I fossili del vostro giardino
.
Poi, il seguito è storia più recente: il magma ha continuato a risalire ed a formare nuovi territori, le montagne hanno iniziato a disgregarsi formando terreni più o meno fertili e così via per milioni di anni, finché finalmente compare l’Uomo, già pronto a fare tutti i suoi guai.
Il succo di questo discorso è che se noi andiamo in qualsiasi aperta campagna, in collina, nel vostro giardino, ovunque, nel terreno, possiamo ancora trovare dei resti fossili di quel mare che ci sovrastava milioni e milioni di anni fa. Magari non lo scheletro di una balena, che oltre tutto non potremmo neppure tenere per noi, ma certamente troveremo i resti più duri di tanti piccoli fossili: conchiglie, lumache, denti, ammoniti, ecc.
Anzi, con più sono piccoli, con più è probabile trovarli interi e ben conservati. Al contrario, più grandi sono, più facilmente sono stati rovinati dalla lavorazione del terreno o dai sommovimenti tellurici.
Ma torniamo ai giorni attuali e vediamo come possiamo recuperarli per formare una mini collezione di fossili.
Durante una gita verso Volterra, colpito dalla bellezza del paesaggio, mi sono fermato sul bordo strada ed ho prelevato un po’ di terriccio dalla banchina stradale, in un punto non soggetto a lavorazioni.
Al ritorno ho messo la terra in un recipiente trasparente, assieme ad acqua ed una goccia di sapone liquido.
Ora, le fasi per isolare i micro fossili sono: agitata, decantazione, asportazione del liquido surnatante con una siringa, aggiunta di nuova acqua.
La sequenza è da ripetere da capo finché l’acqua non resta pulita.
A questo punto ci serve un setaccio a maglie fini, diciamo tra 0,3 e 0,1 mm.
Depositiamo la poltiglia sul filtro e lasciamo scorrere un filo d’acqua in modo da dilavare la parte più fine del terreno. L’ultimo lavaggio lo faremo con acqua distillata.
(Continua)
Poi, il seguito è storia più recente: il magma ha continuato a risalire ed a formare nuovi territori, le montagne hanno iniziato a disgregarsi formando terreni più o meno fertili e così via per milioni di anni, finché finalmente compare l’Uomo, già pronto a fare tutti i suoi guai.
Il succo di questo discorso è che se noi andiamo in qualsiasi aperta campagna, in collina, nel vostro giardino, ovunque, nel terreno, possiamo ancora trovare dei resti fossili di quel mare che ci sovrastava milioni e milioni di anni fa. Magari non lo scheletro di una balena, che oltre tutto non potremmo neppure tenere per noi, ma certamente troveremo i resti più duri di tanti piccoli fossili: conchiglie, lumache, denti, ammoniti, ecc.
Anzi, con più sono piccoli, con più è probabile trovarli interi e ben conservati. Al contrario, più grandi sono, più facilmente sono stati rovinati dalla lavorazione del terreno o dai sommovimenti tellurici.
Ma torniamo ai giorni attuali e vediamo come possiamo recuperarli per formare una mini collezione di fossili.
Durante una gita verso Volterra, colpito dalla bellezza del paesaggio, mi sono fermato sul bordo strada ed ho prelevato un po’ di terriccio dalla banchina stradale, in un punto non soggetto a lavorazioni.
Al ritorno ho messo la terra in un recipiente trasparente, assieme ad acqua ed una goccia di sapone liquido.
Ora, le fasi per isolare i micro fossili sono: agitata, decantazione, asportazione del liquido surnatante con una siringa, aggiunta di nuova acqua.
La sequenza è da ripetere da capo finché l’acqua non resta pulita.
A questo punto ci serve un setaccio a maglie fini, diciamo tra 0,3 e 0,1 mm.
Depositiamo la poltiglia sul filtro e lasciamo scorrere un filo d’acqua in modo da dilavare la parte più fine del terreno. L’ultimo lavaggio lo faremo con acqua distillata.
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Re: I fossili del vostro giardino
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A questo punto ci serve un setaccio a maglie fini, diciamo tra 0,3 e 0,1 mm.
Depositiamo la poltiglia sul filtro e lasciamo scorrere un filo d’acqua in modo da dilavare la parte più fine del terreno. L’ultimo lavaggio lo faremo con acqua distillata.
Resteranno sul filtro le particelle più grossolane: tanti saranno piccoli sassolini senza importanza, ma alcuni possono essere interessanti fossili preistorici.
Lasciata asciugare la parte solida, andremo poi ad esaminarla ma, date le dimensioni, lo faremo con l’aiuto di uno stereo microscopio o, almeno, di una lente.
Per catturare i piccoli fossili possiamo utilizzare uno stuzzicadenti con la punta inumidita: basta toccarli e questi aderiscono al legno, poi li si deposita su di un vetrino su cui abbiamo steso un velo di colla.
(Continua)
A questo punto ci serve un setaccio a maglie fini, diciamo tra 0,3 e 0,1 mm.
Depositiamo la poltiglia sul filtro e lasciamo scorrere un filo d’acqua in modo da dilavare la parte più fine del terreno. L’ultimo lavaggio lo faremo con acqua distillata.
Resteranno sul filtro le particelle più grossolane: tanti saranno piccoli sassolini senza importanza, ma alcuni possono essere interessanti fossili preistorici.
Lasciata asciugare la parte solida, andremo poi ad esaminarla ma, date le dimensioni, lo faremo con l’aiuto di uno stereo microscopio o, almeno, di una lente.
Per catturare i piccoli fossili possiamo utilizzare uno stuzzicadenti con la punta inumidita: basta toccarli e questi aderiscono al legno, poi li si deposita su di un vetrino su cui abbiamo steso un velo di colla.
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Re: I fossili del vostro giardino
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Ed ecco una “pescata” di fossili vecchi oltre cento milioni di anni:
Da sin. Foraminiferi, Globigerine, Bulimina, aculei di echinidi
Certamente l’ordine dei Foraminifera è il più ricorrente, essendo piccoli e con scheletro calcareo, sono abbastanza protetti ed è frequente ritrovarne anche di molto belli.
Alle volte la loro forma è molto aggraziata e, ripresi in contro luce, sembrano delle cornucopie di cristallo.
(Continua)
Ed ecco una “pescata” di fossili vecchi oltre cento milioni di anni:
Da sin. Foraminiferi, Globigerine, Bulimina, aculei di echinidi
Certamente l’ordine dei Foraminifera è il più ricorrente, essendo piccoli e con scheletro calcareo, sono abbastanza protetti ed è frequente ritrovarne anche di molto belli.
Alle volte la loro forma è molto aggraziata e, ripresi in contro luce, sembrano delle cornucopie di cristallo.
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Re: I fossili del vostro giardino
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Apparentemente insignificanti invece le piccole Orbitoline ed i Nummuliti, così chiamati perché assomigliano a delle monetine di pietra, ma molto interessanti perché in realtà sono una unica cellula gigante accresciuta per strati successivi e piena di buchi attraverso i quali passano gli pseudo podi, filamenti che fuoriescono dalle aperture e funzionano come dei remi. Invece, molto bella la cellula nummulitica se sezionata nei suoi piani ortogonali:
Nummulite in sezione
Naturalmente molto frequenti i molluschi, anche se molti, come i bivalvi, sono troppo spesso frantumati per la delicatezza e la fragilità della loro conchiglia. Ben rappresentati invece i gasteropodi, dotati di un ben più robusto involucro.
Da sin. gasteropodi, aculei di riccio, foraminiferi, bivalvi
(Continua)
Apparentemente insignificanti invece le piccole Orbitoline ed i Nummuliti, così chiamati perché assomigliano a delle monetine di pietra, ma molto interessanti perché in realtà sono una unica cellula gigante accresciuta per strati successivi e piena di buchi attraverso i quali passano gli pseudo podi, filamenti che fuoriescono dalle aperture e funzionano come dei remi. Invece, molto bella la cellula nummulitica se sezionata nei suoi piani ortogonali:
Nummulite in sezione
Naturalmente molto frequenti i molluschi, anche se molti, come i bivalvi, sono troppo spesso frantumati per la delicatezza e la fragilità della loro conchiglia. Ben rappresentati invece i gasteropodi, dotati di un ben più robusto involucro.
Da sin. gasteropodi, aculei di riccio, foraminiferi, bivalvi
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Re: I fossili del vostro giardino
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Per terminare, una carrellata di fossili trovati, magari non nel mio giardino, ma sempre in terreni ben lontani dal mare (la punta di spillo serve come confronto dimensionale):
Gasteropodi
Foraminiferi e globigerine
(Continua)
Per terminare, una carrellata di fossili trovati, magari non nel mio giardino, ma sempre in terreni ben lontani dal mare (la punta di spillo serve come confronto dimensionale):
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Re: I fossili del vostro giardino
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Nummuliti – Orbitoline
Foraminiferi
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Nummuliti – Orbitoline
Foraminiferi
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Re: I fossili del vostro giardino
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Bivalvi gasteropodi
P.S.: mi scuso con i veri esperti di paleontologia per i miei termini poco precisi, ma il mio primo pensiero è per la divulgazione e, talvolta, il semplificare porta a qualche inesattezza.
PP.SS. : Ma quando sarà possibile inserire più foto ? Non ne posso più di spezzettare degli argomenti solo perché sono illustrati.
Bivalvi gasteropodi
P.S.: mi scuso con i veri esperti di paleontologia per i miei termini poco precisi, ma il mio primo pensiero è per la divulgazione e, talvolta, il semplificare porta a qualche inesattezza.
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Re: I fossili del vostro giardino
Ho seguito passo passo i tuoi inserimenti Andrea aspettando la fine per poter inserire una valanga di
come sempre interessantissimo contributo.
GRAZIE!
carlo
come sempre interessantissimo contributo.
GRAZIE!
carlo
“... c'è chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto. In realtà è sempre tutto pieno, di due sostanze diverse.”
Ester Armanino - L'Arca
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Re: I fossili del vostro giardino
Bravo Andrea!!
Daniela
Daniela
... vediamo un po’ come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini,
... (Patrizia Cavalli)
come ti apri, di che colore hai i petali,
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Re: I fossili del vostro giardino
Tanto di cappello, anche per la chiara e didattica esposizione!!!
Cristiano
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"Io sono un filo d'erba / un filo d'erba che trema /E la mia Patria è dove l'erba trema.
Un alito può trapiantare / il mio seme lontano"
rocco scotellaro
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Re: I fossili del vostro giardino
Molto interessante! Bravissimo!!
Sergio
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"Carpe diem, quam minimum credula postero." Orazio
"Quel cielo di Lombardia così bello quand'è bello, così splendido, così in pace." A.Manzoni
https://www.actaplantarum.org/florule/f ... e.php?f=14
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- adelina
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Re: I fossili del vostro giardino
Che meraviglia!!!!!
Adelina
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Se ami un fiore, non coglierlo, perchè se lo cogli esso muore e smette di essere ciò che amavi: lascialo stare; amare non significa possedere, ma apprezzare (Osho Rajneesh)
Le foreste precedono i popoli, i deserti li seguono (F. R. de Chateaubriand)
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Re: I fossili del vostro giardino
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Naturalmente, sono ben felice che queste note vi siano piaciute, e vi ringrazio.
E' interessante, ogni tanto, rivolgere la nostra attenzione a settori ed argomenti che normalmente non valutiamo, ma che pure sono intorno a noi ed, a saperli interpretare, ci raccontano tante cose del nostro ambiente, della sua evoluzione e, perché no, delle sue sofferenze.
Alcuni anni fa, una estate, mi sono recato in Grecia, a Cefalonia, e la ho trovato una spiaggia che, per la sua conformazione, è l'attrazione dei villeggianti.
E' la spiaggia di Xi, dove i turisti si divertono moltissimo a rotolarsi nelle pozzanghere di fango grigio che si formano in riva al mare, spargendosi per tutto il corpo l’argilla e lasciandola poi essiccare al sole, formando così una bellissima ed invitante crosta bianca di fango.
Sembra che sia molto divertente ed il gioco preferito è quello di tirarsi gran manciate di fango per poi correre a tuffarsi nel mare per ripulirsi.
Poi, il gioco riparte da capo, rotolandosi come tanti maialini nella fanghiglia grigia.
Io non ho particolare interesse per la fanghiglia, ma evidentemente qualcosa di "diverso" in quella melma doveva pur esserci se centinaia di turisti si godevano un mondo a cospargersi di fango e poi fare la "crosta" asciugandosi al sole.
Ed allora la tentazione era troppa e non ho resistito dal prenderne un campione ed a prepararlo per l'analisi microscopica.
Sotto l’obiettivo del microscopio, l’argilla si presenta molto fine, con micelle colloidali piccolissime e miste a minuta sabbia silicea.
Questa composizione giustifica l’uso che i turisti fanno della melma: è perfetta per fare maschere facciali per la pulizia della pelle e per la sua leggera azione abrasiva sulla epidermide di tutto il corpo.
L’esame mediante luce polarizzata mette subito in evidenza le minute scaglie di sabbia e le ancora più piccole micelle di argilla, mentre frammisti si vedono in gran numero dei microfossili costituiti per lo più da diatomee, globigerine, foraminiferi e, moltissimi sottili aghi trasparenti di silice, le spicole delle spugne.
(Continua)
Naturalmente, sono ben felice che queste note vi siano piaciute, e vi ringrazio.
E' interessante, ogni tanto, rivolgere la nostra attenzione a settori ed argomenti che normalmente non valutiamo, ma che pure sono intorno a noi ed, a saperli interpretare, ci raccontano tante cose del nostro ambiente, della sua evoluzione e, perché no, delle sue sofferenze.
Alcuni anni fa, una estate, mi sono recato in Grecia, a Cefalonia, e la ho trovato una spiaggia che, per la sua conformazione, è l'attrazione dei villeggianti.
E' la spiaggia di Xi, dove i turisti si divertono moltissimo a rotolarsi nelle pozzanghere di fango grigio che si formano in riva al mare, spargendosi per tutto il corpo l’argilla e lasciandola poi essiccare al sole, formando così una bellissima ed invitante crosta bianca di fango.
Sembra che sia molto divertente ed il gioco preferito è quello di tirarsi gran manciate di fango per poi correre a tuffarsi nel mare per ripulirsi.
Poi, il gioco riparte da capo, rotolandosi come tanti maialini nella fanghiglia grigia.
Io non ho particolare interesse per la fanghiglia, ma evidentemente qualcosa di "diverso" in quella melma doveva pur esserci se centinaia di turisti si godevano un mondo a cospargersi di fango e poi fare la "crosta" asciugandosi al sole.
Ed allora la tentazione era troppa e non ho resistito dal prenderne un campione ed a prepararlo per l'analisi microscopica.
Sotto l’obiettivo del microscopio, l’argilla si presenta molto fine, con micelle colloidali piccolissime e miste a minuta sabbia silicea.
Questa composizione giustifica l’uso che i turisti fanno della melma: è perfetta per fare maschere facciali per la pulizia della pelle e per la sua leggera azione abrasiva sulla epidermide di tutto il corpo.
L’esame mediante luce polarizzata mette subito in evidenza le minute scaglie di sabbia e le ancora più piccole micelle di argilla, mentre frammisti si vedono in gran numero dei microfossili costituiti per lo più da diatomee, globigerine, foraminiferi e, moltissimi sottili aghi trasparenti di silice, le spicole delle spugne.
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Re: I fossili del vostro giardino
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Sotto la luce radente, gli aghi delle spicole sembrano stelle di ghiaccio dove, con la luce polarizzata, si formano riflessi che le fanno brillare sul buio assoluto dello sfondo.
Ma anche se guardate in trasparenza, le spicole mostrano mille sfumature e tenui colori pastello.
Peccato che il continuo sfregamento a cui i turisti sottopongono il fango di Xi, rende difficile trovare spicole perfettamente formate, in genere le punte vengono presto spezzate, nonostante la loro robustezza.
Ancora peggio va per le tantissime globigerine, un tipo di foraminiferi molto comuni, ma dal sottilissimo scheletro calcareo molto fragile: purtroppo, trovarne qualcuna intera è molto raro, sono tutte ridotte a pezzi a causa del super lavoro a cui sono sottoposte.
Solo i veri e propri foraminiferi, avendo conchiglie molto più robuste, sfuggono alla frantumazione e rimangano intatti nonostante il loro guscio sia tutto cosparso di fori.
Sotto la luce radente, gli aghi delle spicole sembrano stelle di ghiaccio dove, con la luce polarizzata, si formano riflessi che le fanno brillare sul buio assoluto dello sfondo.
Ma anche se guardate in trasparenza, le spicole mostrano mille sfumature e tenui colori pastello.
Peccato che il continuo sfregamento a cui i turisti sottopongono il fango di Xi, rende difficile trovare spicole perfettamente formate, in genere le punte vengono presto spezzate, nonostante la loro robustezza.
Ancora peggio va per le tantissime globigerine, un tipo di foraminiferi molto comuni, ma dal sottilissimo scheletro calcareo molto fragile: purtroppo, trovarne qualcuna intera è molto raro, sono tutte ridotte a pezzi a causa del super lavoro a cui sono sottoposte.
Solo i veri e propri foraminiferi, avendo conchiglie molto più robuste, sfuggono alla frantumazione e rimangano intatti nonostante il loro guscio sia tutto cosparso di fori.
Andrea
URL: http://spazioinwind.libero.it/andrea_bosi/index.htm
Ogni oggetto ha la sua storia,
. . . io non vendo oggetti,
. . . . . . io racconto storie. (Enotria)
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- giacomo bellone
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Re: I fossili del vostro giardino
Spero ci sia ancora qualche altra "puntata", GRAZIE !!
CIAO jacques
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Re: I fossili del vostro giardino
.giacomo bellone ha scritto: ↑01 giu 2018, 04:32 Spero ci sia ancora qualche altra "puntata", GRAZIE !!
CIAO jacques
Dipende solo da voi.
A me piace moltissimo scrivere e parlare degli argomenti che mi interessano ma, essendo io un chiacchierone, devo stare attento a non annoiare la gente con argomenti che, in quell'ambiente o in quel momento, non interessano.
E il mio feedback, per capire se continuare o meno, sono i vostri commenti.
Sono loro, con la loro presenza/assenza, che mi dicono se è il caso di continuare o non sia più opportuno tacere o cambiare discorso.
Quindi ben vengano le vostre critiche, anche se negative mi fanno capire che l'argomento è stato letto e seguito.
Il brutto è invece quando dopo aver scritto diverse pagine, finisci e resti nel silenzio più assoluto. Nessuno fiata, nessuno dice nulla.
Allora ragazzi è proprio brutta, resti li come un cretino a pensare dove hai sbagliato e speri ardentemente che qualcuno rompa il silenzio con un sano "Enotria, tu non capisci nulla, non è così . . . . . ecc."
Andrea
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Re: I fossili del vostro giardino
Grazie Andrea, hai rispolverato in me quella che è stata la mia più grande passione nella vita, la Paleontologia.
Io vivo in Friuli e la serie stratigrafica friulana comprende una sequenza ininterrotta di affioramenti che vanno dall'ordoviciano all'eocene.
Complimenti.
Gianni
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Re: I fossili del vostro giardino
Ciao Andrea, io sono sempre interessato ad ogni tuo intervento, anche se non tutte le volte invio qualche messaggio di approvazione; come per Gianni anche per me si tratta di passioni giovanili, in particolare tutto quello che riguarda la microscopia.
Continua pure a trasmetterci le tue conoscenze!
Grazie.
Sergio
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Grazie.
Sergio
"Carpe diem, quam minimum credula postero." Orazio
"Quel cielo di Lombardia così bello quand'è bello, così splendido, così in pace." A.Manzoni
https://www.actaplantarum.org/florule/f ... e.php?f=14
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Re: I fossili del vostro giardino
Micogian ha scritto: ↑02 giu 2018, 09:54 Grazie Andrea, hai rispolverato in me quella che è stata la mia più grande passione nella vita, la Paleontologia.
Io vivo in Friuli e la serie stratigrafica friulana comprende una sequenza ininterrotta di affioramenti che vanno dall'ordoviciano all'eocene.
Complimenti.
Gianni
Non so se può interessarti e se è sopportabile dai frequentatori del Forum, ma se vuoi potrei postare un mio articolo sulla mineralizzazione nelle diverse località mediante l'analisi spettrometrica degli isotopi radioattivi presenti nei campioni.
Ad esempio, le celebri miniere di fosfati di Khouribga (Marocco), che avranno anche i fosfati, non dico di no, ma hanno anche tanti isotopi radioattivi.
Chissà che norme vengono seguite nelle gallerie per la protezione degli scavatori.
Controllo preliminare della radioattività globale:
Analisi spettrometrica degli isotopi radioattivi mediante MCA:
Andrea
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Re: I fossili del vostro giardino
Che bello, grazie!